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    Apocalissi italiane. Il cinema e la televisione di fronte ai disastri del Novecento

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    Ogni cinematografia e produzione televisiva nazionale nel corso del Novecento ha preso in carico, restituendolo documentato e trasfigurato, un numero significativo di eventi traumatici. Sconvolgimenti naturali o sociali di grande rilevanza, dalle guerre ai terremoti, dalle alluvioni alle rivoluzioni, hanno trovato nei media audiovisivi una decisiva via d’accesso alla riflessione e all’elaborazione collettiva. Come la nozione di traumatic past ha messo in rilievo, la scrittura audiovisiva di eventi sconvolgenti, talora apocalittici, ha offerto e trasmesso un’immagine condivisa non solo del dolore generatosi nell’immediatezza e destinato a colpire il singolo nel corpo e nella psiche, ma anche di esperienze più sfumate e collettive di rivisitazione memoriale. La scrittura del disastro che grazie a televisione, cinema, fotografia, videogiochi e web ne è prepotentemente seguita, si è incaricata di investigare le fratture dello sguardo nutrite dalla disgregazione fisica e morale che scaturiscono dal confronto tra Grande Storia e storie personali. Nel caso della produzione italiana, l’elaborazione è avvenuta seguendo processualità ibride, non sempre lineari, che hanno chiamato in causa lo stato fluido di cambiamenti che hanno investito nel tempo il territorio, il paesaggio e la società. Il principale obbiettivo del dossier è proporre un’analisi ad ampio spettro – riconducibile al territorio italiano e alla popolazione che su di esso abita, ha abitato o sul quale è transitata – dell’immaginario visuale che questi fenomeni hanno favorito e ispirato
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