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    The effects of the Avellino Pumice eruption on the population of the Early Bronze age Campanian plain (Southern Italy)

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    Palma Campania, the type-site of the Early Bronze Age Palma Campania culture, was covered by the products of the Avellino Pumice eruption, and was thus preserved in a similar way to the Roman sites in Campania covered by the AD 79 eruption. The devastating effects of this Plinian eruption led to the belief that it had killed a large part of the local population and/or caused large-scale emigration and landscape desertification. However, new sites have been found that were established shortly after the eruption and geoarchaeological studies of areas close to the Somma-Vesuvius volcano (Boscoreale, Boscotrecase, Torre Annunziata/Oplontis, Pompeii) and also further away (the Benevento area, Irpinia and the Salerno area) have shown continuity of occupation after the Avellino Pumice eruption and during the later, Middle Bronze Age, AP1 and AP2 eruptions. Palynological analysis also shows great similarity between the environments before and after the Avellino Pumice eruption. The pottery evidence is typologically very similar before and after the eruption, which suggests that the people who resettled the Campanian plain after the eruption were closely related to those living there previously, whose material culture is that of the Palma Campania culture. Radiocarbon dates also suggest a rapid recolonisation of some sites. In this paper we shall show that although the pyroclastic products of the Avellino Pumice eruption certainly had a major impact on the landscape (soils, flora, water resources) and may have killed off a percentage of the population in some areas, this eruption was not the main cause of the socio-economic and political transformations that occurred in this area during the Middle Bronze Age, which we believe to have been mainly caused by the cumulative effect of the later AP1 and AP2 eruption

    Une statuette anthropomorphe féminine insolite

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    International audienceNous n'avons pas en Campanie de données relatives aux cultes domestiques susceptibles de fournir des comparaisons significatives. Les illustrations iconographiques, les vases anthropomorphes ou autres manifestations cultuelles sont également absentes. L'exceptionnelle statuette (inv. 306872 ; fig. 1) trouvée dans la cabane 4 nous offre donc de

    Rinaturalizzazione del sito protostorico di Longola (Poggiomarino) e ricostruzione di alcune fasi di vita dell'insediamento (capanne e zone artigianali)

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    Gli abitati dell'EtĂ  del Ferro in Campania: il caso di Poggiomarino, Longola

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    International audienceIl villaggio di Longola, le cui origini sono databili al XIV-XIII secolo a.C., occupava una depressione stagnosa ai margini del fiume Sarno. All'Età del Bronzo finale sembra risalire il parzialmente prosciugamento del bacino paludoso, quando la popolazione indigena dei Sarrasti edifica strutture abitative e di servizio, lungo il corso del fiume, su piattaforme arginate mediante l'allineamenti di pali. Le caratteristiche strutturali ricorrenti in tutti gli isolotti indagati sottendono un progetto unitario di bonifica dell'area umida, funzionale alla conquista di nuovi spazi di vita e di lavoro ed allo sfruttamento della via fluviale 1. Anche se al momento mancano dati idonei a fornire informazioni sulla struttura sociale dell'abitato, in questa fase storica già pienamente stabile, è possibile ipotizzare che la pianificazione e l'organizzazione dell'insediamento fossero guidate da gruppi emergenti, che, nella successiva documentazione archeologica, saranno identificabili attraverso le sepolture di guerrieri inserite in agglomerati funerari a carattere parentale definiti da strutture complesse con circolo-canale. All'inizio del IX secolo. a. C., un incendio parzialmente devastante e un innalzamento della falda costringono alla risistemazione degli isolotti e all'incanalamento delle acque con fitte palizzate lignee. Alla confluenza di due canali e certamente in comunicazione con il paleo-Sarno, viene collocata una darsena dove le piroghe scaricano legno, grano e materiale costruttivo, necessari all'insediamento e forse ad altri impianti vicini (inizio IX/889 a. C. secondo i dati dendrocronologici). A partire dalla prima metà VIII s. a. C. e per tutto il periodo dell'Orientalizzante antico e fino a 640 a. C. circa, l'insediamento si afferma come un centro artigianale altamente specializzato, dalle molteplici attività in contatto con i gruppi villanoviani della Campania, e successivamente con i Greci di Pithecusa e con territori più lontani (Daunia, Sardegna, Spagna). Questi rapporti accelerano lo sviluppo socio-economico della comunità locale, trasformando le caste di guerrieri in vere e proprie aristocrazie che controllano le risorse dell'habitat locale (cereali, legno, prodotti secondari e primari dell'allevamento), la viabilità, nonché i processi produttivi (lavorazione dei metalli, dell'ambra, ecc.) e l'organizzazione degli scambi verso l'interno e verso la costa. Difficile dire, in assenza di uno studio complessivo delle necropoli, se quest' aristocrazia supera la dimensione parenterale, assumendo, come pare, un carattere stabile e dominante. Nel periodo avanzato dell'Orientalizzante recente (fine VII-inizio VI secolo a. C. circa), forse a causa di una scarsa manutenzione della rete idrica e di un disastro ambientale che colpisce i monti di Sarno, i canali e la darsena vengono completamente interrati da apporti alluvionali di ghiaie e sabbie e da materiali antropici. Mutata la sua destinazione originaria, il sito declina rapidamente (prima metà VI secolo. a. C.) e i suoi abitanti, allo stesso modo di tutto le popolazioni della Valle del Sarno, tendono ad inserirsi nelle nuove realtà urbane (Pompei e Nocera in particolare), attratti dalle dinamiche culturali ed economiche emergenti del Golfo di Napoli

    Note introductive sur le facies de Palma Campania

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    International audienceLa découverte d'un groupe de plus d'une centaine de vases de formes peu connues, durant les travaux de construction de l'autoroute Caserte-Salerne, remonte déjà à plus d'une quarantaine d'années. La présentation du contexte, lors du Congrès international organisé à l'occasion du XIX e centenaire de l'éruption qui détruisit les cités romaines (11-15 novembre 1979) et sa publication dans les Notizie degli Scavi (Albore Livadie 1980) de ce qui apparaît aujourd'hui, à la suite des fouilles de Nola-Croce del Papa, le secteur de stockage d'une habitation, faisaient connaître au monde scientifique une nouvelle culture archéologique, dite de Palma Campania, du nom de la ville près de laquelle avait eu lieu la découverte. Cet ensemble de céramiques, auquel on se doit d'ajouter une meule dormante monolithe en pierre volcanique, sa molette et des restes de faune, fut daté au premier âge du Bronze à travers une série de comparaisons typologiques, principalement, avec le patrimoine céramique de la phase plus ancienne de la culture éolienne de Capo Graziano, de celle maltaise de la nécropole de Tarxien (Tarxien Cemetery) et d'autres complexes de Campanie (Vitulano/Monte Camposauro) et de Basilicate (Parco dei Monaci). La céramique découverte sur l'îlot de Vivara (Punta di Mezzogiorno et Punta Capitello) semblait indiquer quelques rapports avec la nouvelle culture (influence, fidélité à la tradition ou partielle contemporanéité), en particulier avec la première phase du site de Punta di Mezzogiorno. Quelques années auparavant, Renato Peroni dans son ouvrage "L' antica età del Bronzo" (1971) avait proposé pour cette période une séquence organiquement structurée dont la limite chronologique supérieure était offerte par l'aspect du gobele

    Cenni preliminari sugli scavi in localitĂ  TrinitĂ  a Piano di Sorrento: (scavi 1987-1990)

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    Prefazione

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    L’edizione della monografia sulla necropoli di Cassibile a cura di Maria Turco segue, a pochi mesi di distanza, la pubblicazione del lavoro di Marco Pacciarelli sulla necropoli di Torre Galli (Torre Galli. La necropoli della prima età del ferro: scavi Paolo Orsi 1922-23, Soveria Mannelli, 1999 [IRACEB]). Questi due lavori, nati come tesi di laurea e successivamente approfonditi presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ripropongono importanti complessi funerari esplorati all’inizio del secol..

    Considérations sur l’homme préhistorique et son environnement dans le territoire phlégréen

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    La terre « phlégréenne » que secouent les soubresauts d’une gestation sans fin, est, en fait, une région exclusivement volcanique. Les reliefs, terrasses et collines, les dépressions, conques et lacs, sont entièrement dus aux mouvements structuraux tecto-volcaniques (fig. 1). Sources chaudes, fumerolles, exhalations sous-marines, émissions de substances volatiles (mofettes et solfatares), toutes les manifestations les plus typiques sont conditionnées directement ou indirectement par le volcan..
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