76 research outputs found

    Un disegno inedito di Raffaele de Vico per il parco Cestio

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    La ricerca d'archivio ha portato all'acquisizione di un inedito elaborato di progetto eseguito, nel 1939, da Raffaele de Vico per il parco Cestio (poi della Resistenza). Questo ritrovamento da un lato contraddice la tesi di alcuni studiosi in merito alla progettazione poco accurata delle opere di sistemazione a verde promosse dal Governatorato, dall'altro fornisce un apporto conoscitivo fondamentale al quadro storico del parco. Il confronto tra l'elaborato di progetto e i rilievi del 1985 e del 2016 permette di registrare alcune diverse modalitĂ  di rappresentazione del verde, ma consente sopratutto di ripercorrere la vicenda dell'opera dal processo formativo allo stato attuale, mettendo in evidenza in che modo alcune trasformazioni recenti si configurino come una serie di atti arbitrari poco attenti alle esigenze della conservazione: opere di manutenzione ordinaria e straordinaria condotte al di fuori di un programma unitario di intervento e senza un'adeguata lettura e comprensione dei caratteri identitari del luogo

    Sommario delle riviste di storia dell'architettura e restauro e Selezione di articoli tratti da altre riviste interessanti la Storia dell'Architettura e il Restauro

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    I Sassi di S. Giuliano e Villa Glori

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    Nel ripercorrere il processo evolutivo di Villa Glori – tenuta agricola, teatro di un evento storico (1867), parco pubblico (1914), parco della Rimembranza (1924) e parco di Scultura contemporanea (1997-2000) – il contributo si sofferma sul dibattito, sorto a fine Ottocento, in merito al taglio parziale della Rupe di San Giuliano, compresa entro il perimetro dell’antica villa. L’intervento autorizzato dal Comune nel 1894 suscita polemiche: il Ministero della Pubblica Istruzione e la Commissione Archeologica riconoscono alla Rupe valenze estetiche, naturalistiche, storico-archeologiche, e testimoniali - connesse all’arte e alla storia civile - nonchĂ© quelle sociali riferite al godimento del bene da parte della popolazione e pertanto chiedono che il taglio progettato venga sospeso. Tuttavia, dopo trattative e a seguito di un sopralluogo il Ministero recede dall’opposizione a condizione che sia garantita la conservazione di eventuali scoperte archeologiche, ma le misure adottate non rispondono ai voti espressi dalla Commissione che aveva chiesto di conservare intatta la localitĂ  in ragione dei suoi valori “estetici e storici”

    Il sistema del verde

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    Il contributo descrive il sistema del verde pubblico del Quarticciolo a partire dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri, delineando tre fasi significative: le trasformazioni occorse dagli anni Sessanta, il progetto realizzato all’interno del programma Centopiazze per Roma (1997), e la sistemazione attuale, portata a compimento nel 2008, che ha smantellato l’assetto precedente rimodellando la piazza. Un susseguirsi di interventi letti entro una visione d’insieme volta a ripercorrere la sequenza storica del mutamento dei luoghi

    Il Monumento del cardinal Francisco Quinones

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    Gustavo Giovannoni per primo pone l’attenzione su una lettera, scritta in data 2 novembre 1537, da Pietro Aretino a Jacopo Sansovino. Il documento fa luce su due argomenti: da un lato fissa un termine cronologico preciso in merito allo stato di avanzamento delle opere veneziane, riferendo quali sono quelle compiute, quelle iniziate e quelle ancora in progetto; dall’altro ascrive a Sansovino un’opera non menzionata da Vasari: la «sepoltura Santa Croce». Lo studioso identifica il citato sepolcro santa Croce con il monumento del cardinale Francesco Quiñones eretto nell’abside della basilica Sessoriana. L’analisi diretta del monumento unita allo studio delle fonti consente di elaborare alcune riflessioni che forniscono lo spunto per la formulazione di altre ipotesi

    I disegni dell'architetto Ezio Cerutti conservati presso il Centro di Studi per la Storia dell'Architettura. Nuove acquisizioni

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    Questo contributo illustra alcuni progetti dell’arch. Ezio Cerutti (1911-1990) rinvenuti durante la revisione della miscellanea di scritti provenienti dalla biblioteca di Gustavo Giovannoni, conservata presso il Centro di Studi per la Storia dell’Architettura. Dallo studio condotto ù emerso che questi documenti e quelli già inventariati da Tommaso Manfredi nel 2002 costituiscono i titoli allegati alla domanda per l’abilitazione alla libera docenza in Composizione architettonica inoltrata nel 1942. I sedici progetti inviati sono una selezione dei lavori elencati nel curriculum, mancano in particolare tutti quelli trasmessi per l’abilitazione alla docenza in Urbanistica presentata lo stesso anno. La ricomposizione di questo nucleo documentario consente di far luce sulle prime esperienze professionali dell’architetto milanese solo in parte illustrate nel suo volume Un trentennio di architettura e di urbanistica: 1933-1966.This contribution illustrates several projects by the architect Ezio Cerutti (1911-1990) discovered during a review of the miscellaneous scripts found in Gustavo Giovannoni’s library and housed in the Centre of Studies of the History of Architecture. The study revealed that these documents, and the ones inventoried by Tommaso Manfredi in 2002, were attached to his application for habilitation as a professor in Architectural Composition submitted in 1942. The sixteen projects represent a selection of works listed in his curriculum vitae; in particular the missing projects are the transmitted for qualification as a teacher of Urban Planning presented that same year. Combining these two sets of documents allows us to shed light on the early professional works of the Milanese architect, only partially illustrated in his book entitled Un trentennio di architettura e di urbanistica: 1933-1966

    Il ciborio di S. Agata dei Goti, considerazioni sull'uso dei materiali tradizionale e moderni nel restauro dei monumenti

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    Il ciborio duecentesco di S. Agata dei Goti viene rimosso nel Seicento durante i lavori eseguiti dal cardinale Antonio Barberini e alcuni frammenti sono ricollocati in tre punti diversi della chiesa. Gustavo Giovannoni riconosce le parti smembrate dell’opera e propone un progetto di ricomposizione, realizzato in collaborazione con l'architetto Ignazio Carlo Gavini, all'epoca in servizio presso la Regia Soprintendenza dell'arte medievale e moderna per il Lazio e gli Abruzzi. Dai documenti d’archivio rinvenuti si evince che le parti mancanti sono state realizzate in cemento armato similmente al restauro del ciborio di S. Saba. Si apre qui un discorso piĂč ampio relativo all’uso dei materiali tradizionali e moderni nel restauro dei monumenti che si sofferma, in particolare, sulle soluzioni anticipatrici in cui i materiali moderni acquistano valenza figurativa

    Da unitĂ  sistemica a configurazione episodica. I giardini pubblici di Testaccio a Roma

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    Il volume presenta i primi risultati della ricerca di Ateneo “Il ruolo del verde nella definizione degli spazi urbani. Aspetti storici criteri di salvaguardia, strategie d’intervento”. Entro questo ambito di studio il lavoro ha inteso operare una rilettura del “verde” che “dai fianchi dell’Aventino scende fino alla Piramide Cestia e poi raggiunge il Monte Testaccio”. L’analisi parte dalle indicazioni del piano del 1931, per poi affrontare nello specifico la formulazione dei diversi progetti, i dibattiti che hanno accompagnato la fase decisionale, la configurazione delle opere compiute dalla struttura d’insieme al dettaglio, con un particolare approfondimento sull’uso delle scogliere (curato da Massimo de Vico Fallani). Allo stesso modo sono state indagate le successive trasformazioni che hanno scomposto il sistema originario in una sequenza di episodi diversi in cui il giardino, privato del suo valore semantico, appare come uno spazio verde destinato ad un uso pratico estremamente riduttivo

    Materia-linguaggio architettonico-colore

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    Questo contributo illustra il risultato di una ricerca sul tema "Materia-linguaggio architettonico- colore". Lo studio parte da alcune considerazioni generali sul rapporto tra colore e materiali costruttivi, colore e linguaggio architettonico, colore e conteso urbano per poi riferirsi ad un caso concreto: il teatro Petruzzelli di Bari, un esempio che offre spunti di riflessione sul ruolo delle cromie degli edifici storici nell'ambito della dialettica tra memoria e valenze architettoniche

    L'attivitĂ  editoriale dell'AACAr

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    Questo contributo ripercorre l’attivitĂ  editoriale dell’AACAr, un impegno volto a divulgare gli studi e le aspirazioni dell’Ente, sia attraverso la stampa periodica, che per mezzo di “studi speciali” condotti con ampio svolgimento di dati e illustrazioni. L’obiettivo Ăš quello di rappresentare le tendenze della moderna produzione artistica nel campo dell’architettura e delle arti decorative, gli studi storico artistici dei monumenti, gli interventi di restauro, la questione urbana, il tema del verde con particolare riferimento ai giardini, alle rovine e al paesaggio, considerando il vecchio e il nuovo non come “termini antitetici”, ma come “manifestazioni armoniche e congeniali di un’unica energia”. Parallelamente l’Associazione lavora alla formazione di una biblioteca “nella quale, oltre le principali opere e periodici siano raccolti disegni originali, fotografie, stampe calchi, collezioni speciali e quanto altro puĂČ giovare allo studio dell’architettura”. Nel 1931 il patrimonio ammontava a circa 1600 unitĂ , oggi molte opere risultano disperse, ma la consistenza originaria della raccolta puĂČ essere ricostruita attraverso il Registro delle acquisizioni sul quale venivano puntualmente annotati i doni, gli scambi e gli acquisti.The contribution traces the publishing activity carried on by AACAR, committed to disseminating studies and aspirations of the Society, editing both journals and “special studies”, including extensive data and illustrations. Main aim is representing the various trends of the contemporary artistic production in the fields of architecture and decorative arts, historical-artistic studies of monuments, restoration works, urban issues, and greenery, especially gardens, ruins, and landscape, considering ‘old’ and ‘new’ as “harmonic and congenial manifestations of a single energy” rather than “antithetical terms”. At the same time, the Society was working on the formation of a library “in which, besides the main books and journals, original rawings, photographs, prints, casts, special collections and anything else useful to the study of architecture can be collected”. In 1931 the library was including 1.600 units; even if today many works are missing, the original collection can be reconstructed consulting the register of acquisitions, reporting gifts, exchanges and purchases
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