75 research outputs found

    Erudizione, riscoperta dei Primitivi e collezionismo: una traccia per le Marche tra ‘700 e ‘800

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    Attraverso la intermittente nascita, già nel Settecento, di un nuovo collezionismo che comincia ad indirizzarsi verso i Primitivi e cui seguirà, nel secolo seguente, un nuovo apprezzamento negli studi, si delinea anche nelle Marche una vivida realtà, finora inedita, di personalità sintomatiche di queste tendenze nelle collezioni ritroviamo alcune opere capitali della pittura marchigiana tra '300 e '400, inizialmente conservata non tanto per un nuovo gusto, quanto per una formazione 'illuminista', che vi vedeva importanti documenti da salvare. Per questo é inoltre emerso come i primi collezionisti di queste opere siano personalità variamente connesse al modno scientifico: naturalista e classificatorio

    ‘Becoming Simone’. Per Simone Cantarini a trecentocinquant’anni dalla morte

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    Quasi un libro questo denso saggio che mette insieme i risultati di molti anni di ricerche sul tema, che hanno condotto, nel tempo, a diverse pubblicazioni, come nelle occasioni delle mostre sul pittore tenute a Pesaro e Bologna nel 1997 e in numerosi saggi e articoli. Gli studi di Anna Maria Ambrosini Massari hanno portato a mutare la tradizionale immagine del pittore, inserendolo in un raggio di cultura visiva e di committenze inediti, che lo hanno tolto per sempre alla soffocante lettura di pur geniale allievo di Guido Reni. Il reperimento di nuovi, determinanti documenti, opere e testi, ha riconfermato questi risultati e indirizzi di ricerca, mettendo in luce la multiforme e libera attività dell’artista, che non ha mai spezzato il legame anche con la terra d’origine, gestendo a Pesaro una fiorente bottega, condotta dal padre e dal fratello Vincenzo, attiva quanto quella, indubbiamente più centrale, di Bologna. Il documento del contratto per i dipinti conservati al Museo Civico di Pesaro, con relativa quietanza, del 1647, è indubbiamente il più ricco, chiaro, preciso documento che si abbia, ad oggi, sull’attività del pittore, che precisa finalmente non solo la cronologia della Maddalena e del San Giuseppe di Pesaro ma offre nuova luce a tutta la scansione cronologica delle sue opere, nelle diverse fasi della carriera. Notevoli precisazioni affiorano sui problemi della cultura figurativa di Cantarini, nutrita di modelli e spunti talora sorprendenti con artisti quali, non solo Orazio ma addirittura Artemisia Gentileschi, oltre che con altri già ampiamente indagati dall’autrice, quali quelli con Claudio Ridolfi o Giovan Francesco Guerrieri, oltre che, ovviamente con Guido Reni e il contesto bolognese. Il saggio si pone, dunque, come una sintetica monografia sul pittore, per essere una ricostruzione della vita e delle opere che ne definisce temi, metodi, relazioni ed entità della produzione, dalla straordinaria prassi disegnativa, ai dipinti, alle bellissime incisioni. Si tratta dello studio monografico sul pittore più esteso e aggiornato, con importanti novità dal punto di vista dei documenti e delle opere, che offrono il quadro più completo e preciso della sua attività e della sua cultura artistica, che va a sistematizzare i precedenti studi della autrice sull'argomento, che hanno progressivamente allargato le conoscenze sul pittore, consentendo un suo pieno inserimento nel panorama artistico internazionale

    Memorie di artisti inglesi a Bologna nel Settecento

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    Questo studio raccoglie alcuni risultati delle mie ricerche sulla pittura inglese del Settecento, avviate con lo studio del periodo italiano di Johan Zoffany (si veda altro scritto qui sottoposto a giudizio). Sull'argomento del viaggio italiano sono ancora molte le opere, i documenti e le prospettive lettura di lettura possibili, fuori dalla tematica e dalle mete più ovvie del cosiddetto 'Grand Tour'. Qui si presenta una panoramica delle visite di artisti anglosassoni a Bologna nel Settecento, cercando di coglierne, in particolare attraverso le testimonianze figurative e scritte -appunti, lettere, diari-, il ruolo e il peso nella loro educazione artistica. Sempre più, progredendo nel secolo, accanto ai numi tutelari Raffaello e Correggio o ai nomi bolognesi di quegli artisti che avevano contribuito alla fondazione del classicismo secentesco a Roma, quali Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino, si avverte un nuovo interesse verso la poetica ‘romantica’ di Ludovico Carracci, cui apre la strada la riscoperta controcorrente di sir Joshua Reynolds, il cui insegnamento è fondante per gli artisti inglesi. Nuovi sono anche gli spunti sulle opere viste che influenzano le creazioni degli artisti inglesi, con inediti sguardi anche su opere dei grandi bolognesi, in particolare del Seicento, che potevano aver visto solo a Bologna. Il progetto di ricerca Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secoli XV-XVIII), è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna in collaborazione con l' École pratique des hautes études, Paris, Direction d’études d’Histoire de l’art de la Renaissance. (Comitato scientifico internazionale)
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