230 research outputs found

    JCV-specific T-cells producing IFN-gamma are differently associated with PmL occurrence in HIV patients and liver transplant recipients

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    Aim of this work was to investigate a possible correlation between the frequency of JCV-specific T-cells and PML occurrence in HIV-infected subjects and in liver transplant recipients. A significant decrease of JCV-specific T-cells was observed in HIV-PML subjects, highlighting a close relation between JCV-specific T-cell immune impairment and PML occurrence in HIV-subjects. Interestingly, liver-transplant recipients (LTR) showed a low frequency of JCV-specific T-cells, similar to HIV-PML subjects. Nevertheless, none of the enrolled LTR developed PML, suggesting the existence of different immunological mechanisms involved in the maintenance of a protective immune response in LT

    Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attività del coordinamento Sismiko

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    Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”. L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili, 2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di magnitudo superiore a 5.0 il più grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana (fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del 2013. In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012- 20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a integrazione delle reti sismiche permanenti già presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]). Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unità di rete sismica mobile delle altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni hanno dato la propria disponibilità, in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una in real-time e una in configurazione stand-alone. In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attività e una valutazione del dataset acquisito

    Management of infants with brief resolved unexplained events (Brue) and apparent life-threatening events (alte): A rand/ucla appropriateness approach

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    Unexpected events of breath, tone, and skin color change in infants are a cause of consider-able distress to the caregiver and there is still debate on their appropriate management. The aim of this study is to survey the trend in prevention, decision-making, and management of brief resolved unexplained events (BRUE)/apparent life-threatening events (ALTE) and to develop a shared proto-col among hospitals and primary care pediatricians regarding hospital admission criteria, work-up and post-discharge monitoring of patients with BRUE/ALTE. For the study purpose, a panel of 54 experts was selected to achieve consensus using the RAND/UCLA appropriateness method. Twelve scenarios were developed: one addressed to primary prevention of ALTE and BRUE, and 11 focused on hospital management of BRUE and ALTE. For each scenario, participants were asked to rank each option from ‘1’ (extremely inappropriate) to ‘9’ (extremely appropriate). Results derived from panel meeting and discussion showed several points of agreement but also disagreement with different opinion emerged and the need of focused education on some areas. However, by combining previous recommendations with expert opinion, the application of the RAND/UCLA appropriateness permit-ted us to drive pediatricians to reasoned and informed decisions in term of evaluation, treatment and follow-up of infants with BRUE/ALTE, reducing inappropriate exams and hospitalisation and highlighting priorities for educational interventions

    Long-range effects of histone point mutations on DNA remodeling revealed from computational analyses of SIN-mutant nucleosome structures

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    The packaging of DNA into nucleosomes impedes the binding and access of molecules involved in its processing. The SWI/SNF multi-protein assembly, found in yeast, is one of many regulatory factors that stimulate the remodeling of DNA required for its transcription. Amino-acid point mutations in histones H3 or H4 partially bypass the requirement of the SWI/SNF complex in this system. The mechanisms underlying the observed remodeling, however, are difficult to discern from the crystal structures of nucleosomes bearing these so-called SIN (SWI/SNF INdependent) mutations. Here, we report detailed analyses of the conformations and interactions of the histones and DNA in these assemblies. We find that the loss of direct protein–DNA contacts near point-mutation sites, reported previously, is coupled to unexpected additional long-range effects, i.e. loss of intermolecular contacts and accompanying DNA conformational changes at sequentially and spatially distant sites. The SIN mutations seemingly transmit information relevant to DNA binding across the nucleosome. The energetic cost of deforming the DNA to the states found in the SIN-mutant structures helps to distinguish the mutants that show phenotypes in yeast from those that do not. Models incorporating these deformed dimer steps suggest ways that nucleosomal DNA may be remodeled during its biological processing

    Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attività del coordinamento Sismiko

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    Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”. L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili, 2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di magnitudo superiore a 5.0 il più grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana (fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del 2013. In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012- 20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a integrazione delle reti sismiche permanenti già presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]). Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unità di rete sismica mobile delle altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni hanno dato la propria disponibilità, in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una in real-time e una in configurazione stand-alone. In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attività e una valutazione del dataset acquisito.Published1-345T. Sorveglianza sismica e operatività post-terremotoN/A or not JCRope

    Emergenza “L’Aquila2009”: la campagna di acquisizione dati della Rete Sismica Mobile stand-alone del Centro Nazionale Terremoti

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    Il 6 aprile 2009 (3.32 locali) un terremoto di Mw 6,3 ha colpito la regione Abruzzo (Italia centrale) producendo un enorme danno alla città de L'Aquila e ai paesi limitrofi causando circa 300 morti e 60.000 senza fissa dimora. A seguito di questo evento sismico, la struttura di Pronto Intervento dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), si è rapidamente attivata installando in area epicentrale due reti sismiche temporanee (Re.Mo.Tel. in real-time e Re.Mo. in stand-alone) ed il Centro Operativo Emergenza Sismica. In questo lavoro presentiamo come si e’ svolta la campagna sismica della Re.Mo., avente l’obiettivo di acquisire dati di alta qualità e dettaglio per studiare le sorgenti sismiche, l’evoluzione spazio temporale della sequenza e caratterizzare attraverso la microsismicita’ le strutture di faglia attivate ed le proprieta’ del mezzo circostante. Saranno descritte nel dettaglio l’installazione compiuta a poche ore dal mainshock, il suo sviluppo legato all’evoluzione della sequenza sismica, fino alla sua dismissione nel Marzo 2010.Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
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