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    Stratigraphic and morphologic evidence of the Holocene evolution of the Italian and Slovenian Waters (Northern Adriatic)

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    Il settore pi\uf9 settentrionale del Mare Adriatico, data la bassa pendenza del suo fondale, \ue8 un\u2019area particolarmente sensibile alle variazioni del livello marino che, durante il Quaternario recente, hanno causato importanti cambiamenti paleoambientali. Questa zona, situata tra l\u2019Istria, il Carso e la Pianura Veneto- Friulana, \ue8 suddivisa tra le acque territoriali italiane, slovene e croate e, nel passato, tale frammentazione amministrativa ha fortemente limitato gli studi. Nel maggio 2012 un team di ricercatori italiani e sloveni ha effettuato il rilevamento della piattaforma slovena e italiana a bordo della nave oceanografica \u201cUrania\u201d. Durante la crociera, denominata NAD2012, sono state acquisite circa 400 NM di profili sismo acustici CHIRP-sonar e, nelle acque italiane, sono stati effettuati 10 carotaggi a gravit\ue0. I nuovi dati hanno consentito di osservare in continuit\ue0 la transizione stratigrafica tra la pianura alluvionale friulana e la costa rocciosa dell\u2019Istria. L\u2019assetto generale del Nord Adriatico era stato recentemente ricostruito grazie ai dati geofisici, batimetrici e stratigrafici raccolti durante altre crociere effettuate per la realizzazione della Carta Geologica dei Mari Italiani [Trincardi et al., 2011]. Nella piattaforma slovena lo studio delle morfologie del fondale \ue8 stato consentito da un DEM di altissima risoluzione prodotto negli ultimi anni dalla societ\ue0 Harpha Sea tramite rilievi batimetrici multibeam. Il DEM ha inoltre consentito la precisa pianificazione dei profili geofisici acquisiti durante la crociera NAD2012. L\u2019area tra Monfalcone e Pirano \ue8 caratterizzata da depositi marini olocenici fini, con uno spessore massimo di 25 m presso Pirano che si assottiglia verso la costa friulana. Questo corpo sigilla la pianura alluvionale che caratterizzava la zona fino a circa 9,5 ka cal BP [Covelli et al., 2006], quando l\u2019innalzamento eustatico ha portato l\u2019Adriatico a sommergere il Golfo di Trieste. Lungo la costa orientale l\u2019antica pianura \ue8 contraddistinta da un complesso di dossi fluviali, con una direzione ENE-WSW, alimentati dalle valli che drenano il Carso e l\u2019Istria. Invece, dalla piattaforma italiana fino alla baia di Capodistria, il DEM evidenzia un percorso meandriforme inciso, parzialmente sepolto dal delta olocenico dell\u2019Isonzo e che corrisponde ad un probabile percorso tardoglaciale di questo fiume. Anche al largo di Chioggia si riconosce un esteso sistema idrografico inciso di et\ue0 post-LGM, successivamente riempito da depositi estuarini e lagunari, probabilmente formato dal Po. Bibliografia Covelli, S., Fontolan, G., Faganeli, J., Ogrinc, N., (2006). Anthropogenic markers in the Holocene stratigraphic sequence of the Gulf of Trieste (northern Adriatic Sea). Marine Geology, 230, 29-51. Trincardi, F., Argnani, A., Correggiari, A.M., (2011). Note illustrative della Carta Geologica dei Mari Italiani alla scala 1:250.000 \u2013 Foglio NL 33-7 Venezia. S.EL.CA., Firenze, 151 pp

    Holocene evolution of the Northern Adriatic Platform: morphologic and stratigraphic evidence

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    The northernmost part of Adriatic Sea lies between Istria, Karst and the Friulian Plain and it is divided between Italian, Slovenian and Croatian waters. A robust chrono-stratigraphic framework of the Northern Adriatic shelf was supported by the geophysical, bathymetric and stratigraphic data collected during cruises VE2004, VE2005 and RISA2009, that led to the production of the geological map of the Italian seabed. Moreover, in the last years Harpha Sea Inc. carried out a multibeam bathymetric survey of the Slovenian waters, leading to the production of a very high-resolution DEM. This was a key tool for understanding the sea-floor morphologies. During cruise NAD2012 the oceanographic vessel \u201cUrania\u201d surveyed the Italian and Slovenian shelf, acquiring 750 km of CHIRP-sonar seismo-acoustic profiles and 10 gravity cores. These new data allowed for the first time to observe in continuity the transition from the rocky coast of Istria to the Friuli plain. The area between Monfalcone and Piran Bay is characterized by a mud-dominated body, consisting of Holocene marine deposits, with a maximum thickness of about 25 m in Piran Bay and that thins toward the Friulian coast, where the delta system of Isonzo River (Soca in Slovenian) is present. The marine sediments seal the alluvial plain that characterized the area until ca. 7.5 ka BC, when sea-level rise led the Adriatic to re-occupy the Gulf of Trieste. The ancient alluvial plain is characterized by a complex network of fluvial ridges fed by the valleys draining Karst and Istria; moreover, DEM highlight an incised meandering paleochannel, recognizable from the Italian shelf to Koper Bay. The evolution of the Trieste Gulf was constrained by a main morphologic threshold corresponding to the deep morpho-structural depression existing in front of Savudrija Promontory. Some very large submarine dunes are connected to this incision
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