Architetture del corpo urbano. Perché la città di oggi non è rappresentativa

Abstract

Questo articolo discute la relazione contemporanea tra architettura e città attraverso un approccio non rappresentativo. Tale chiave interpretativa è posta a partire dalla constatazione della difficoltà dell'architettura contemporanea di costruire luoghi per l'evocazione o la semplice riemersione di valori sociali e condivisi collettivi. Riconoscendo le limitate capacità di costruzione sociale della funzione mimetica dell’architettura contemporanea e della sua visualità, il testo introduce il riferimento alla performatività per delineare una più rilevante capacità dell'architettura ove considerata come una complessa interazione di relazioni: un processo situato ed intenzionalmente orientato a modificare il paesaggio urbano per cui è concepito e i valori sociali che tale processo permea. Per mettere a fuoco tale cambiamento, l'articolo radica i termini del dibattito nel fondamentale saggio con cui Archizoom Associati accompagnò la presentazione di “No-Stop City”. Quel meta-progetto, affermando che la città era "non più un luogo ma una condizione", si riferiva chiaramente a un orizzonte politico in cui l'intero dominio dell’urbano era collassato in una nuova superficie neutra e senza fine, assorbendo il consumo, la vita e la produzione in un’unica modalità urbana. All'interno di questo quadro, l'articolo individua alcuni esempi di architettura contemporanea che aspirano a ristabilire il senso della città come luogo di trasformazione politica di spazi, morfologie e abitudini, trasformazioni attraverso le quali l’architettura opera il suo rapporto con la cultura urbana in generale.This article focuses on the contemporary relationship between architecture and the city from a non - representational approach. This interpretation is put forward addressing the impossibility of contemporary architecture to merely construct the locus for the evocation or re-emergence of collectives and shared social values. The term performance is yet introduced in order to address the more relevant capacity of architecture as delinked from its mimetic function and visuality, and rather considered as a complex interplay of relations: a situated, effective practice intentionally oriented to modify the urban landscape in which it is conceived and the social values that it permeates. To focus this shift, the article roots the terms of debate as initially assessed in the seminal essay of Archizoom Associati accompanying the presentation of "No-Stop city". That meta-project, stating that the city was “ no more a place but a condition”, clearly referred to a politic horizon where the entire urban realm was collapsed in a new never ending neutral surface, absorbing consumption, living and production in a sole urban mode. Within this frame, the article thus attempts to identify certain forms of contemporary architecture, that aspire to re-establish the sense of the city as the site of a political transformation of places, morphologies and habits, whose concern is an effective contribution to urban culture at large

Similar works

Full text

thumbnail-image

Archivio istituzionale della ricerca - Università di Palermo

redirect
Last time updated on 14/03/2019

Having an issue?

Is data on this page outdated, violates copyrights or anything else? Report the problem now and we will take corresponding actions after reviewing your request.