Journal of Psychosocial Systems
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Family biographies and mental distress: possible evolutions of narrative entanglements
This paper explores the relationship between autobiographies, family biographies, and psychological distress. Drawing on theoretical and clinical frameworks, it examines family narrative processes as outcomes of the interplay between storytelling, representation, memory, and transgenerational transmission. Narration, viewed as an essential aspect of human nature, is approached as a species-specific tendency to organize subjective and intersubjective experience into narrative plots. A systemic-relational epistemology helps illuminate how closely narration and subjectivity are intertwined, and how identity emerges as a self-architectural project, shaped and understood within the flow of interactions with others. The human inclination to narrate is seen as a tool for making sense of a complex web of experiences, emotions, relationships, and representations, all embedded in the relational fabric of the family, which provides the context for shared meaning and understanding.L’elaborato propone una riflessione sulla relazione tra autobiografie, biografie familiari e disagio psichico. Attraverso l’esplorazione di alcuni dispositivi teorico-clinici, verrà dato ampio spazio di disamina ai processi narrativi familiari come esito dell’intreccio tra narrazione, rappresentazione, memoria e trasmissione transgenerazionale. La narrazione, che viene identificata come ineludibile caratteristica della natura umana, sarà considerata come attitudine specie-specifica, che spinge ad ordinare il fluire dell’esperienza soggettiva e intersoggettiva, in forme di plot narrativi. L’epistemologia sistemico-relazionale aiuterà a comprendere quanto l’interconnessione tra narrazione e soggetto sia embricata e quanto l’identità rappresenti un progetto architettonico di sé che si struttura e si conosce solo nel flusso interattivo con gli altri. La specifica attitudine umana al narrare verrà assimilata ad uno strumentario atto ad organizzare e a dare senso al compositum di esperienze, vissuti, relazioni e rappresentazioni, intessute attraverso e all’interno dei reticoli relazionali familiari, che ne identificano i contesti di significazione e di ricerca di senso condiviso
The ABC of Relationships: the role of play in systemic-relational psychotherapy training
Systemic-relational psychotherapy, which considers human suffering related to interpersonal relationships, requires deep theoretical and clinical knowledge and established professional skills from therapists.
In training processes, play emerges as a powerful learning tool, capable of promoting knowledge, integration of complex concepts, reflection, and personal and group growth.
This article explores the role of play in systemic-relational psychotherapy training, starting with the approach of Carl Whitaker, a pioneer in the use of play and creativity in family therapy.
In particular, a game, developed at the ECOPSYS Family Therapy Training School in Naples and tested with some groups of trainees, entitled ©ABC of Relationships, will be presented.
This game is useful for summarizing the theoretical-clinical concepts of the model and encouraging reflection on group dynamics.La psicoterapia sistemico-relazionale, che rilegge la sofferenza umana connessa alle relazioni interpersonali, richiede ai terapeuti una profonda conoscenza teorico-clinica e consolidate competenze professionali.
Nei contesti formativi ad essa deputati, il gioco emerge come un potente strumento di apprendimento, capace di promuovere la conoscenza, l\u27integrazione di concetti complessi, la riflessione e la crescita personale e gruppale.
Questo articolo esplora il ruolo del gioco nella formazione alla psicoterapia sistemico-relazionale, a partire dall’approccio di Carl Whitaker, pioniere nell’uso del gioco e della creatività nella terapia familiare.
In particolare, si presenterà un gioco ideato presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Famiglia ECOPSYS di Napoli e sperimentato con alcuni gruppi di specializzandi intitolato ©ABC delle Relazioni, utile per riepilogare i concetti teorico-clinici del modello e favorire una riflessione sulle dinamiche gruppali
Approccio e intervento terapeutico nell\u27ipocondria o ansia di malattia con la terapia breve cibernetico-costruttivista
La hipocondría o ansiedad por enfermedad es un trastorno complejo y conocido por su dificultad para responder al tratamiento tanto farmacológico como psicoterapéutico, presentando una reducida tasa de recuperación. Tradicionalmente se ha utilizado el tratamiento farmacológico como la intervención terapéutica más efectiva para este trastorno, relegando al tratamiento psicoterapéutico a un segundo plano. El trastorno hipocondriaco genera en quienes lo padecen, graves consecuencias emocionales, familiares y sociales, constituyéndose en un problema de salud pública. El presente artículo tiene por objetivo conocer la dinámica relacional y el ciclo evolutivo del trastorno hipocondriaco. Se utilizará un análisis teórico sistémico cibernético para abordar el trastorno y proponer un modelo de funcionamiento e intervención psicoterapéutica. Finalmente se muestra un modelo ecológico y sistémico del trastorno hipocondriaco, así como las etapas del ciclo evolutivo. Se concluye que el enfoque sistémico cibernético es adecuado para plantear un modelo de funcionamiento, comprensión y tratamiento para el trastorno hipocondriaco.Hypochondriasis or illness anxiety is a complex disorder known for its difficulty in responding to both pharmacological and psychotherapeutic treatment, presenting a low recovery rate. Traditionally, pharmacological treatment has been used as the most effective therapeutic intervention for this disorder, relegating psychotherapeutic treatment to the background. The hypochondriac disorder generates in those who suffer from it, serious emotional, family and social consequences, constituting a public health problem. The objective of this article is to know the relational dynamics and the evolutionary cycle of the hypochondriac disorder. A cybernetic systemic analysis will be used to address the disorder and propose a model of functioning and psychotherapeutic intervention. Finally, an ecological and systemic model of the hypochondriac disorder is shown, as well as the stages of the evolutionary cycle. It is concluded that the cybernetic systemic approach is adequate to propose a model of functioning, understanding and treatment for hypochondriac disorder.L’ipocondria o ansia per la malattia è un disturbo complesso, noto per la sua difficoltà a rispondere al trattamento sia farmacologico che psicoterapeutico, presentando un basso tasso di recupero. Tradizionalmente, il trattamento farmacologico è stato considerato l’intervento terapeutico più efficace per questo disturbo, relegando la psicoterapia ad un ruolo secondario. Il disturbo ipocondriaco provoca gravi conseguenze emotive, familiari e sociali per chi ne soffre, costituendo un problema di salute pubblica. Il presente articolo ha l’obiettivo di analizzare la dinamica relazionale e il ciclo evolutivo del disturbo ipocondriaco. Verrà utilizzata un’analisi teorica basata sul modello sistemico della cibernetica per approfondire il disturbo e proporre un modello di funzionamento e intervento psicoterapeutico. Infine, viene presentata una visione ecologica del disturbo ipocondriaco, approfondendone le fasi del ciclo evolutivo. Si conclude che l’approccio sistemico cibernetico appare adeguato per formulare un modello di funzionamento, comprensione e trattamento dell’ipocondria
Genetic risk, psychic filiation and individuation: a psycho-oncological case
L’esperienza del cancro, influenza la qualità di vita dei pazienti, non solo per quanto riguarda la dimensione individuale, ma anche per ciò che concerne la sfera relazionale. Difatti il cancro modula le relazioni interpersonali dei pazienti, in particolar modo quelle familiari. Ammalarsi di cancro non è un avvenimento infrequente nella vita familiare, eppure ogni volta che un membro della famiglia si ammala di cancro, questa evenienza viene vissuta come inattesa. Gli studi in letteratura inerenti all’ambiente familiare dei pazienti oncologici, segnalano due tipi di fenomeni: l’uno concerne le trasformazioni degli affetti e dei rapporti della famiglia, l’altro mette in rilievo i riflessi psicologici e/o psicopatologici della malattia per i caregivers. Il caso di Gabriella pone in rilievo come il decorso della malattia oncologica della madre, di cui si è fatta carico, da un lato abbia trasformato il suo sistema familiare, impattando negativamente sulle relazioni, dall’altro abbia portato alla manifestazione di attacchi di panico e ansia. Gabriella ha dovuto ripensare in termini nuovi e inaspettati la propria vita futura, cercando di integrare nel proprio sé, le modificazioni fisiche e psicologiche.The experience of cancer affects patients\u27 quality of life, not only in the individual dimension, but also in the relational domain. In fact, cancer modulates patients\u27 interpersonal relationships, especially family relationships. Although cancer is not an uncommon occurrence in family life, it is always perceived as an unexpected event when a family member becomes ill. Two categories of phenomena are highlighted in studies of the family environment of cancer patients: the first focuses on changes in family relationships and feelings, while the second emphasises the psychological and/or psychopathological effects of the illness on caregivers. Gabriella\u27s case shows how the progression of her mother\u27s cancer, which she inherited, changed the structure of the family, affecting relationships and causing episodes of anxiety and panic. As Gabriella tried to make sense of the psychological and physical changes, she was forced to rethink her future in new and surprising ways
Swallowing words: relational and symptomatic processes in a grieving family
Questo caso clinico ripercorre il cammino psicoterapico di Matilde, segnata dalla perdita del giovane figlio Valerio, e dalle ripercussioni emotive, relazionali e sintomatiche derivatene. Attraverso la lente sistemico-relazionale, vengono indagati i processi di elaborazione familiare del lutto, la manifestazione della sofferenza psichica e il mantenimento dell’omeostasi del sistema. La rilettura di questi processi, alla luce dell’esplorazione delle specifiche dinamiche relazionali della famiglia, porterà a una ridefinizione del sintomo di Matilde in chiave relazionale e a un cambiamento nei modelli interattivi tra i membri della famiglia, ribadendo l’importanza dell’ottica sistemica anche nel lavoro psicoterapico individuale focalizzato su manifestazioni sintomatiche di provenienza familiare.This clinical case retraces Matilde’s psychotherapy journey, centred on the loss of her young son Valerio, and on the following emotional, relational, and symptomatic rebounds. Through systemic and relational lenses, it was possible to investigate the unsuccessful processing of the loss by the family, the display of psychic suffering through an eating disorder and the conservation of the system’s homeostasis through silence. The reinterpretation of these processes, interconnected by means of the family specific relational dynamics, based on triangulation transactions and on low self-differentiation, will first lead to a redefinition of Matilde’s symptoms from a relational and communicative perspective. This change will trigger another one, namely in the transactional models among family members; the care mandate, transmitted upon Matilde by previous generations, will be challenged. This will allow to initiate an individuation-differentiation process in each member of the nuclear family. Family members’ differentiating pressures could then pave the way to possible clinical meetings with the whole family. The centrality of relational and family issues within this clinical case, such as self-differentiation, emotional shock wave, intergenerational transmission, among others, underline the importance of the systemic viewpoint even in individual psychotherapy, when this focuses on symptoms that are rooted in the family environment
From online training to training about the online setting
La Didattica a Distanza (DAD) ha avuto una considerevole diffusione nel nostro Paese nel biennio 2020-2021, a causa della pandemia del Covid19. I vantaggi economici e logistici hanno spinto molte Scuole di formazione in psicoterapia a procrastinare per molto tempo la modalità di formazione online. Volgendo lo sguardo agli aspetti tecnici legati a questo ambiente di formazione, l’articolo propone una riflessione, da un lato, evidenziandone gli aspetti critici, dall’altro, auspicando che le Scuole attivino ore di insegnamento specifiche sulla psicoterapia online.Distance Learning saw considerable growth in our country during 2020-2021 due to the Covid-19 pandemic. The economic and logistical advantages led many psychotherapy training schools to continue with the online training mode for an extended period. This article reflects on the technical aspects of this training environment, highlighting the critical issues on one hand, while also advocating for schools to introduce specific teaching hours dedicated to online psychotherapy
On line ma in studio: lavorare con l’équipe “diffusa”
This article explores a new modality of co-conducting family and couple sessions, involving a therapist in the room and one connected remotely. As with initial experimentations with online therapy, the idea of this unusual setting arose from the pragmatic need to ensure the continuation of ongoing therapies in a difficult circumstance.
The authors illustrate their considerations, deriving from an initial experimentation of this organization of the therapeutic setting. They describe its characteristics, point out opportunities and limits, and compare them with those of a similar setup —the room with the one-way mirror. They proceed to highlight similarities between the two setups, as well as the peculiarities that set the new one apart.
The new setting is described in its technical aspects, and the choice of tools and the motivations for its development are also discussed.
Through brief accounts of clinical cases, the authors show how this mixed modality, with a team member occupying an "in-out" position, illuminates issues of therapy itself. These are the "rhythmic" aspects of the conversation and the conduction of the team with a female therapist and a male therapist.Questo articolo esplora una nuova modalità di co-conduzione della seduta familiare e di coppia che prevede la presenza di un terapeuta nella stanza e di uno collegato da remoto. Come per le iniziali sperimentazioni della terapia in remoto, anche l’idea di questo setting inedito nasce dall’esigenza pragmatica di garantire la prosecuzione di terapie già iniziate in una circostanza che lo rendeva difficile.
Gli autori illustrano le proprie considerazioni derivanti da una prima sperimentazione di questa organizzazione del setting terapeutico evidenziandone peculiari caratteristiche, opportunità e limiti, e confrontandolo con l’assetto che appare immediatamente più simile: la stanza con lo specchio unidirezionale, evidenziando somiglianze e peculiarità di questo assetto che lo differenziano da quello più noto.
Viene illustrato il nuovo setting nei suoi aspetti tecnici, insieme alla scelta degli strumenti e alle motivazioni che l’hanno guidata.
Attraverso alcuni brevi riferimenti a casi clinici viene illustrato il modo in cui questa modalità mista, con un membro dell’équipe in posizione “dentro-fuori”, illumina aspetti della terapia tout-court, relativi agli aspetti “ritmici” della conversazione e alla conduzione dell’équipe costituita da una terapeuta donna e un terapeuta uomo
Restore the bond; the couple life-cycle challenge.
L’articolo descrive un processo di consultazione di coppia condotto in co-terapia con approccio sistemico relazionale.
L’intervento presentato consente di proporre alcune ampie considerazioni in merito alle peculiari caratteristiche del lavoro clinico rivolto alla coppia coniugale.
La relazione della coppia protagonista del processo clinico, costituita da Giulia e Giovanni, dura da circa trent’anni. Quando giungono in consultazione, sono portatori di una sofferenza di coppia che lascia ipotizzare che, giunti all’attuale fase del ciclo di vita familiare, si trovano a fare i conti con la necessità di rinunciare all’antica versione del loro legame, diventato ormai luogo difficile da abitare. Aprirsi a questa possibilità significherà per loro provare a sciogliere quei nodi che li hanno tenuti aggrovigliati negli anni e trovare nuove e più soddisfacenti posizioni relazionali reciproche.The article describes a process of couple consultation conducted in co-therapy according to a relational systemic approach.
The presented intervention allows proposing some broad considerations regarding the peculiar characteristics of clinical work addressed to the marital couple.
The relationship of the couple protagonist of the clinical process, consisting of Julia and John, has lasted for about thirty years. When they come to the consultation, they are the bearers of a couple\u27s suffering that suggests that, having reached the current stage of the family life cycle, they confront with the need to give up the old version of their bond, which has now become a difficult place to inhabit. Opening up to this possibility, will mean for them to try to untie those knots that have kept them entangled over the years and find new and more satisfying relational positions for each other
Co-evolution of the therapeutic and supervision system: a clinical case.
Il presente lavoro, strutturato attraverso la disamina di un caso clinico, vuole evidenziare il supporto dirimente della supervisione nel percorso terapeutico. La supervisione, e in particolare, come nel caso in esame, quella richiesta durante gli anni di specializzazione, non rappresenta solo una modalità esperienziale per rendere pensabili i costrutti di riferimento di un orientamento teorico. I modelli di riferimento mostrano al giovane clinico come “abitare” il ruolo terapeutico (Mc Williams, 2022) e la supervisione è determinante nel processo di maturazione personale. Elena, la protagonista del caso in esame, non riusciva a negoziare per se stessa, ad essere coerente con il suo sentire nel qui e ora. Così come Elena non trovava spazio per se stessa se non attraverso l’ottemperanza di obblighi che sostenevano il sistema di lealtà familiare, anche il percorso terapeutico si reggeva sul tentativo di razionalizzare le dinamiche disfunzionali senza riuscire a dar voce alla co-costruzione di significati. Il caso in esame viene discusso in supervisione in due momenti diversi e, proprio attraverso l’evoluzione dell’alleanza del sistema di supervisione e terapeutico, si è potuto osservare l’esito trasformativo del processo terapeutico.This article, structured on the examination of a case report, aims to highlight the decisive support of supervision in the therapeutic process. Regardless of whether clinical supervision is requested by the training institute or voluntarily by the therapist, it does not represent just a way to experience the reference constructs of a theoretical orientation. Reference models show the young clinician how to "inhabit" the therapeutic role and supervision is crucial in the process of personal maturation. Elena, the patient in issue, wasn’t neither able to negotiate for herself norable to be coherent with her feelings in the “here-and-now”. As well as Elena finds space for herself just through the compliance to the family loyalty system, the therapeutic process wasn’t capable to co-construct personal meanings. Supervision was asked in two different times of the therapeutic process and as the alliance in both the therapeutic and supervision system was free to grow, it was observed a transformative outcome if the therapeutic process
Abbandoni, insuccessi e altri "inciampi" in terapia sistemica.
Within the systemic and broader psychotherapy community, there is a lack of discussion on unsuccessful therapies and patients leaving treatment prematurely, despite these being common experiences for psychotherapists. This paper aims to encourage reflecting on therapists and families\u27 experiences of failure and dropouts, by discussing the book edited by Alessia Cuccurullo and Federica Visone (2023), titled "Failure in psychotherapy. A systemic-relational perspective in therapy and training" (original title: “Il fallimento in psicoterapia. Una prospettiva sistemico-relazionale tra clinica e formazione”). Definitions and prevalence of failure and dropout are examined with reference to international literature, along with an exploration of factors and clients\u27 viewpoints on these occurrences. Moreover, the relationship between therapeutic alliance and dropout is addressed. A few clinical vignettes are commented, in the effort to highlight the complexity of these issues and how different narratives of failure or success might arise regarding the same therapy.All\u27interno della comunità sistemica e della più ampia comunità psicoterapeutica, manca una discussione sugli insuccessi terapeutici e sui pazienti che hanno abbandonato prematuramente il trattamento, nonostante queste siano esperienze comuni per gli psicoterapeuti. Questo articolo intende incoraggiare la riflessione sulle esperienze di fallimento e di abbandono dei terapeuti e delle famiglie, discutendo il libro curato da Alessia Cuccurullo e Federica Visone (2023), intitolato "Il fallimento in psicoterapia. Una prospettiva sistemico-relazionale tra clinica e formazione". Le definizioni e la prevalenza del fallimento e dell\u27abbandono sono esaminate con riferimento alla letteratura internazionale, insieme a un\u27esplorazione dei fattori e dei punti di vista dei clienti su questi eventi. Inoltre, viene affrontata la relazione tra alleanza terapeutica e abbandono. Vengono commentate alcune vignette cliniche, nel tentativo di evidenziare la complessità di questi temi e come possano emergere diverse narrazioni di fallimento o di successo rispetto alla stessa terapia.