AIB studi (E-Journal - Associazione italiana bibliotech)
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    L'accesso per soggetto: dal catalogo a schede al catalogo online, con uno sguardo all'Intelligenza Artificiale

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    Building on Karen Coyle's observations about the role of semantic metadata in online catalogs and the loss of their organizing function, the paper examines the intellectual ferment that characterized the transition from card catalogs to online catalogs in the field of subject access. It explores the challenges, expectations, and risks associated with the adoption of new technologies, their implications for modernizing indexing tools, and their impact on catalog design. The historical context from four decades ago bears striking resemblance to contemporary developments in the field, as institutions now explore the potential application of artificial intelligence technologies to enhance metadata generation processes. The paper concludes with an examination of artificial intelligence, considering the conditions and boundaries within which it can operate effectively, and the constraints that must be addressed when designing AI applications. Between the initial reference to Coyle and the final examination of AI, the paper traces significant developments in catalog evolution and design regarding subject access. It discusses Pauline Cochrane's 1984 lectures on Modern subject access in the online age, including expert proposals she solicited on this issue; the excitement surrounding this transition in Italy, as reflected in Luigi Crocetti's presentations and the 1985 Trieste Conference on Subject indexing and automation; and the design principles proposed by Marcia Bates during this period. Rather than presenting a mere historical overview, the paper offers a critical reflection on key issues relevant to modern catalog design: the complexity of subject access; the effectiveness of concepts such as ‘uncertainty’, ‘variety’, and ‘redundancy’; their relationship to traditional notions of ‘pre-coordination’, ‘specificity’, and ‘summarization’; and the interaction between vocabulary and technology.Prendendo spunto da alcune osservazioni di Karen Coyle sul ruolo dei metadati semantici nei cataloghi online e, in particolare, sulla perdita della loro funzione organizzativa, il saggio descrive il fermento di idee che ha caratterizzato la transizione dal catalogo a schede al catalogo online nell’ambito dell’accesso per soggetto: le sfide, le aspettative e i rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie, le loro implicazioni nel rinnovamento degli strumenti di indicizzazione e per un nuovo design del catalogo. Una situazione, quella di quarant’anni fa, analoga alla situazione attuale, in cui si sta profilando l’opportunità di applicare alla produzione di metadati i nuovi modelli di intelligenza artificiale. Il saggio si conclude proprio con uno sguardo all’intelligenza artificiale, chiedendosi quali sono le condizioni e i confini entro i quali essa può operare con successo in questo ambito, quali i vincoli e le restrizioni di cui tenere conto nel progettarne le applicazioni. Tra lo spunto iniziale e lo sguardo finale, il saggio ripercorre alcune tappe significative dello sviluppo dei cataloghi e del loro design riguardo all’accesso per soggetto: le lezioni di Pauline Cochrane del 1984 su Modern subject access in the online age, incluse le numerose voci di esperti da lei chiamati a confrontarsi su questo tema; il fermento della transizione in Italia, quale si riflette in alcuni interventi di Luigi Crocetti e nel Convegno di Trieste del 1985 su Indicizzazione per soggetto e automazione; i principi di design suggeriti da Marcia Bates in quegli anni. Non si tratta tanto di un excursus storico, quanto di una riflessione critica e una discussione su temi e problemi significativi per un nuovo design del catalogo: la complessità dell’accesso per soggetto, l’efficacia in questo ambito di nozioni come ‘indeterminazione’, ‘varietà’, ‘ridondanza’ e la loro connessione con quelle tradizionali di ‘pre-coordinazione’, ‘specificità’ e ‘sommarizzazione’, il rapporto tra vocabolario e tecnologia.  

    Letteratura professionale italiana, a cura di Federica Olivotto e Vittorio Ponzani

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    Ripensare il sistema bibliotecario urbano fra passato, presente e futuro. Un percorso di ‘visione’ ispirato dal progetto della nuova Biblioteca centrale di Torino

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    The article describes the reorganization process of the public library network and the role of the project of the new Central Library as a driver for the strategic rethinking of the branch Libraries, for the redefinition of the vision and for the planning of services and activities. The process is founded on the role of the library in promoting urban regeneration and wellbeing. Particular attention is dedicated to the presentation of the process and his its impact on the repositioning of the public library network.L'articolo descrive il percorso di riorganizzazione del sistema bibliotecario urbano e il ruolo del progetto della nuova Biblioteca Centrale come volano per il ripensamento strategico delle Biblioteche pubbliche territoriali, per la ridefinizione della visione e la pianificazione dei servizi e delle attività. L'intero percorso descritto pone al centro il ruolo della biblioteca per promuovere la rigenerazione urbana e il benessere diffuso. Particolare attenzione viene dedicata alla presentazione del percorso di riorganizzazione interna e al suo impatto sul riposizionamento dell'intera rete territoriale.

    «Rien ne manque à sa gloire; il manquait à la notre». Shera, Ranganathan e la Legge Zero della biblioteconomia

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    This paper explores the development of Ranganathan's Five laws of librarianship as presented in the 1931 edition, continuing the analysis and methodology from the previous article, The life principle of the library, published in «AIB studi», 64 (2024), n. 2. The starting point is Jesse H. Shera's concise and insightful work, S.R. Ranganathan: a study (1963), where Shera asserts that Ranganathan «took all librarianship as his province». This proposal primarily targets American librarianship, encouraging a broader perspective on other librarianship cultures, beginning with the richness of Ranganathan's contributions. The dense textuality of the Five laws intertwines two narrative levels: the texts read, indirectly quoted, or produced by Ranganathan himself, and the historical context. This paper aims to uncover a more intricate history of education between 1926 and 1930, starting with Ranganathan's Presidential Address at the “Seventh Library Conference” in Pudukottai (1926) and his contributions to educational journals from 1928 to 1931.The paper examines four of Ranganathan's seminal works on the subject: the second edition of the Five laws (1957); his autobiography, A librarian looks back; the essay Emergence of library science (1966), published in the journal «Library science with a slant to documentation»; and the third edition (1967) of Prolegomena to library classification.Il contributo si concentra sul processo di formazione delle Cinque leggi della biblioteconomia di Ranganathan, nell’edizione del 1931, in continuità di analisi e metodologica con il precedente saggio Il principio vitale della biblioteca, pubblicato su «AIB studi»,  64 (2024), n. 2.Punto di partenza è il breve e denso contributo di Jesse H. Shera, S.R. Ranganathan: a study (1963). Ranganathan ‒ afferma Shera ‒ «took all librarianship as his province». È una proposta rivolta innanzitutto alla biblioteconomia statunitense, a leggere con occhi più aperti le altre culture biblioteconomiche, a partire dalla ricchezza di quella di Ranganathan. Nella densa testualità delle Cinque leggi convivono due livelli di trama: da un lato quella dei testi letti o indirettamente citati o prodotti dallo stesso autore; dall’altro la trama della storia.Il saggio tenta di fare emergere una più complessa storia di formazione fra gli anni 1926 e 1930, a partire dal Presidential Address di Ranganathan alla “Seventh Library Conference” di Pudukottai (1926) e da contributi in riviste pedagogiche negli anni 1928-1931. Sono esaminati i quattro testi fondamentali di Ranganathan sul tema: la seconda edizione delle Cinque leggi (1957); l’‘autobiografia’ di Ranganathan, A librarian looks back; il saggio Emergence of library science (1966), pubblicato nella rivista «Library science with a slant to documentation»; la terza edizione (1967) di Prolegomena to library classification

    Dalla Libia a Firenze. Il fondo archivistico e librario di Giacomo Caputo. Un’esperienza di public engagement per la Bright Night 2024 dell’Università degli studi di Firenze

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    The paper proposes some reflections on the communication to non-specialist audiences of author's fonds. In this specific case, within the initiatives organised by the University of Florence on the occasion of the European researchers' night (Bright Night 2024), a public engagement activity was carried out in order to enhance the documentary and bibliographic heritage of the archaeologist Giacomo Caputo (1901-1992). The event turned into an opportunity to reflect and materialise issues and needs related to the particular typology of the collection. The fond – held at the Humanities library of the University of Florence and now housed at the ‘Paolo Graziosi’ florentine museum and institute of prehistory - consists of an archive and library at the centre of two distinct but closely connected research projects. In developing an adequate and shared communication strategy for the collections in question, the multidisciplinary angle of the collection was highlighted and addressed: archival science and librarianship intertwine with classical archaeology, restoration, and the history of Italian colonialism in Africa, intersecting with moments of private life and offering a portrait of the archaeologist in his workshop. The experience therefore becomes a case study, highlighting some of the actual difficulties of realisation and proposing possible solutions aiming at communicating such a remarkable heritage even to the non-specialist public, in the light of the university third mission.Il contributo propone alcune riflessioni relative alla comunicazione al pubblico non specializzato dei fondi d’autore. Nel caso specifico, in seno alle iniziative organizzate dall’Università degli studi di Firenze in occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori (Bright night 2024), è stata condotta un’attività di public engagement al fine di valorizzare il patrimonio documentario e bibliografico dell’archeologo Giacomo Caputo (1901-1992). L’evento si è trasformato nell’occasione per riflettere e materializzare problematiche e bisogni connessi alla particolare tipologia dell’insieme. Il fondo – di proprietà della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze e oggi allocato presso il Museo e istituto fiorentino di preistoria “Paolo Graziosi” – si compone di archivio e biblioteca al centro di due progetti di ricerca distinti, ma strettamente connessi tra loro. Nell’elaborare un’adeguata e condivisa comunicazione del patrimonio in questione sono state evidenziate e affrontate le necessità multidisciplinari legate al fondo: archivistica e biblioteconomia si intrecciano con l’archeologia classica, il restauro, la storia del colonialismo italiano in Africa, intersecandosi con momenti di vita privata e restituendo la fotografia dell’archeologo nel suo laboratorio di lavoro. L’esperienza va quindi a configurarsi come caso paradigmatico per sottolineare alcune effettive difficoltà di realizzazione e proporre possibili soluzioni in grado di comunicare, nell’ambito della terza missione universitaria, un simile patrimonio anche al pubblico non specialistico

    Alfabetizzazione all'intelligenza artificiale tra i bibliotecari di Qom: un caso studio in Iran

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    This study investigates AI literacy among librarians, focusing on their perceptions and applications of artificial intelligence in library services. Using a descriptive survey method, the research involved 75 librarians from 24 public libraries and 33 academic librarians from seven universities in Qom, with a total of 72 participants (66.66%) responding. Data were collected using an online questionnaire that was adapted and translated into Persian. The questionnaire included demographic information and four components of artificial intelligence literacy. Librarians demonstrated interest in AI, expressing a desire to learn more and a belief in its potential to enhance library services. While respondents acknowledged the advantages of AI, such as automating routine tasks and improving accessibility, they also reported challenges, including budget constraints, data quality issues, and ethical concerns. The analysis of the relationship between demographic information and AI literacy components revealed no statistically significant associations, except for education level, although some differences in mean scores were observed. The study highlights the need for continuous training and investment to effectively integrate AI technologies into library services.Este estudio examina la alfabetización en IA entre los bibliotecarios, centrándose en sus percepciones y aplicaciones de la IA en los servicios bibliotecarios. Utilizando un método de encuesta descriptiva, en la investigación participaron 75 bibliotecarios de 24 bibliotecas públicas y 33 bibliotecarios académicos de 7 universidades de Qom, respondiendo un total de 72 participantes (66,66%). Los datos se recopilaron mediante un cuestionario en línea adaptado y traducido al persa. Este cuestionario incluía información demográfica y cuatro componentes de la alfabetización en IA. Los bibliotecarios han demostrado interés en la IA, expresando su deseo de aprender más y su creencia en su potencial para mejorar los servicios bibliotecarios. Si bien los encuestados reconocieron los beneficios de la IA, como la automatización de tareas rutinarias y la mejora de la accesibilidad, también informaron de desafíos que incluyen restricciones presupuestarias, calidad de los datos y preocupaciones éticas. El análisis de la relación entre la información demográfica y los componentes de alfabetización en IA no reveló ninguna asociación estadísticamente significativa, excepto para el nivel educativo, aunque se observaron algunas diferencias en las medias. El estudio destaca la necesidad de formación e inversión continuas para integrar eficazmente las tecnologías de IA en los servicios bibliotecarios.Questo studio analizza l'alfabetizzazione all'intelligenza artificiale (IA) tra i bibliotecari, concentrandosi sulle loro percezioni e sull'applicazione dell'IA nei servizi bibliotecari. Utilizzando un metodo di indagine descrittiva, la ricerca ha coinvolto 75 bibliotecari di 24 biblioteche pubbliche e 33 bibliotecari accademici di sette università a Qom, con un totale di 72 partecipanti (66,66%) che hanno risposto. I dati sono stati raccolti tramite un questionario online, adattato e tradotto in persiano. Il questionario includeva informazioni demografiche e quattro componenti relative all’alfabetizzazione all’intelligenza artificiale. I bibliotecari hanno mostrato interesse per l'IA, esprimendo il desiderio di approfondirne la conoscenza e credendo nel suo potenziale per migliorare i servizi bibliotecari. Pur riconoscendo i vantaggi dell'IA, come l'automazione dei compiti di routine e il miglioramento dell'accessibilità, i partecipanti hanno anche segnalato delle sfide, tra cui vincoli di bilancio, problemi legati alla qualità dei dati e preoccupazioni etiche. L'analisi della relazione tra le informazioni demografiche e le componenti dell'alfabetizzazione all’IA non ha rilevato associazioni statisticamente significative, ad eccezione del livello di istruzione, sebbene siano emerse alcune differenze nei punteggi medi. Lo studio evidenzia la necessità di una formazione continua e di investimenti per integrare efficacemente le tecnologie IA nei servizi bibliotecari

    La cultura è di tutti. Oggetti, luoghi e persone attori della democratizzazione del patrimonio dal libro di Christian Greco e Paola Dubini

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    The book La cultura è di tutti by Christian Greco and Paola Dubini offers a rich, multidisciplinary reflection on the public value of culture in Italy, affirming its role as both a fundamental right of citizenship and a shared collective good. Structured as a two-voice dialogue, the book advances a vision of culture as a participatory, inclusive, and evolving process, grounded in the rights enshrined in the Italian Constitution and in international frameworks—most notably the Faro Convention. Cultural accessibility is conceived in a broad, systemic sense: as meaningful participation in cultural life, the reduction of inequalities, and the shared responsibility for safeguarding heritage.Il volume La cultura è di tutti di Christian Greco e Paola Dubini si configura come una riflessione profonda e multidisciplinare sul valore pubblico della cultura in Italia, affermandone il ruolo di diritto di cittadinanza e bene collettivo. Attraverso un dialogo a due voci il libro promuove una visione della cultura come processo partecipato, inclusivo e dinamico, ancorato ai diritti sanciti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, in particolare la Convenzione di Faro. L’accessibilità culturale è intesa in senso ampio e strutturale, come partecipazione effettiva alla vita culturale, superamento delle disuguaglianze e condivisione della responsabilità nella cura del patrimonio

    La formazione pedagogica e didattica dei bibliotecari

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    The educational function of libraries is well known. The search for truth and meaning of all things conducted in libraries has its roots in the ancient world. Thus, the library also develops into an educational agency: it teaches the meaning of research. Its educational function is expressed as education in the library, through the promotion of educational paths, didactic activities and reflections on topics not always related to the library; but it is also expressed as education to the library itself, understood as an ensemble of educational instances, aimed at the familiarisation with the library, the search for information and its correct use, but also more simply as a set of gestures inherent in library life, such as note-taking and reading, which are intrinsically educational phenomena. To do this, librarians cannot improvise, because while it is true that education is a natural fact, its transmission can be improved and calibrated to the characteristics of the individual subjects. The librarians who wish to organise educational events will need to implement different strategies from health professionals or teachers. Yet, to implement those strategies, librarians will need to know them first. This presupposes that their training is appropriate and that their course of study comprises educational and didactic principles and methods.La funzione educativa delle biblioteca è cosa nota. La ricerca della verità e del senso delle cose condotta nelle biblioteche affonda le sue radici nel mondo antico. Quindi la biblioteca nasce come agenzia educativa: educa al senso della ricerca. La sua funzione educativa si esplica sia come educazione nella biblioteca, attraverso la promozione di percorsi formativi, attività didattiche e riflessioni su argomenti non sempre legati alla biblioteca; ma si esplica anche come educazione alla biblioteca, intesa come insieme di momenti formativi volti alla conoscenza della biblioteca, della ricerca delle informazioni, del loro corretto utilizzo, ma anche più semplicemente come insieme di gesti insiti nella vita della biblioteca e che sono intrinsecamente fenomeni educativi. Per far ciò il bibliotecario o la bibliotecaria non possono improvvisare, perché seppure vero che l’educazione è un fatto naturale, la sua trasmissione può essere migliorata e tarata sulle specifiche dei soggetti che abbiamo davanti. Il bibliotecario che organizzare momenti formativi non dovrà mettere in atto le stesse strategie di professionista sanitario o di un insegnante. Ma per poterle mettere in atto dovrà conoscerle. Questo presuppone che la sua formazione sia adeguata e che il suo corso di studi abbia previsto la conoscenza delle discipline pedagogico-didattiche

    Individuazione di opportunità imprenditoriali e occupazionali nella scienza dell'informazione e negli studi sulla conoscenza

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    Objective: This study aims to identify the various contexts and opportunities for entrepreneurship and employment in the field of information science and knowledge studies from the perspective of librarians, managers, and professors in the universities of Kermanshah, Iran. Methodology: This was an applied research using a survey-analytical method. Data collection involved the use of a researcher-made questionnaire with a 5-point Likert scale. The face validity of the questionnaire was assessed through expert opinions, while its reliability was determined using Cronbach's alpha coefficient (α = 0.783). The research population consisted of 64 individuals, including librarians, managers, and professors in the universities of Kermanshah. The sample size was determined at 55 through Cochran's formula. Data was analyzed using the ordinary linear regression method with descriptive statistics in the SPSS 26  environment. The Kolmogorov-Smirnov test was employed to assess data normality. Findings: The research findings revealed that the independent variables significantly influence the dependent variable, i.e., entrepreneurship and employment in information science and knowledge studies. Approximately 92% of the variations in entrepreneurship and employment opportunities within this field can be predicted by educational, research, technological, political, sociocultural, and occupational contexts. After analyzing each variable separately, it was found that of the changes in entrepreneurship and employment opportunities, 30% can be attributed to the educational context, 37% to the research context, 28% to the technological context, 14% to the political context, 17% to the sociocultural context, and 15% to the occupational context. Results: The results demonstrated that educational, research, technological, sociocultural, occupational, and political variables have a significant impact on entrepreneurship and employment opportunities. It was also observed that the educational, research, technological, and sociocultural contexts enjoy relatively favorable conditions, whereas the occupational and political aspects require more support and attention.Obiettivo: Questo studio mira a identificare i vari contesti e opportunità per l'imprenditorialità e l'occupazione nel campo delle scienze dell'informazione e degli studi sulla conoscenza dal punto di vista di bibliotecari, manager e professori nelle università di Kermanshah, Iran. Metodologia: Questa è stata una ricerca applicata che ha utilizzato come strumento di rilevazione il questionario. La raccolta dei dati ha comportato l'uso di un questionario creato dal ricercatore con una scala Likert a 5 punti. La validità del questionario è stata valutata tramite opinioni di esperti, mentre la sua affidabilità è stata determinata utilizzando il coefficiente alfa di Cronbach (α = 0,783). La popolazione di ricerca era composta da 64 individui, tra cui bibliotecari, manager e professori nelle università di Kermanshah. La dimensione del campione è stata determinata a 55 tramite la formula di Cochran. I dati sono stati analizzati utilizzando il normale metodo di regressione lineare con statistiche descrittive nell'ambiente SPSS 26. Il test di Kolmogorov-Smirnov è stato utilizzato per valutare la normalità dei dati. Risultati: I risultati della ricerca hanno rivelato che le variabili indipendenti influenzano significativamente la variabile dipendente, ovvero l’imprenditorialità e l’occupazione nelle scienze dell'informazione e negli studi sulla conoscenza. Circa il 92% delle disparità nelle opportunità imprenditoriali e occupazionali in questo campo può essere condizionato da contesti educativi, di ricerca, tecnologici, politici, socioculturali e occupazionali. Dopo aver analizzato ciascuna variabile separatamente, si è scoperto che relativamente alle differenze nelle opportunità imprenditoriali e occupazionali il 30% può essere attribuito al contesto educativo, il 37% al contesto di ricerca, il 28% al contesto tecnologico, il 14% al contesto politico, il 17% al contesto socioculturale e il 15% al contesto occupazionale. Risultati: I risultati hanno dimostrato che le variabili educative, di ricerca, tecnologiche, socioculturali, occupazionali e politiche hanno un impatto significativo sulle opportunità imprenditoriali e occupazionali. È stato anche osservato che i contesti educativi, di ricerca, tecnologici e socioculturali godono di condizioni relativamente favorevoli, mentre gli aspetti occupazionali e politici richiedono più supporto e attenzione

    Recensioni, a cura di Desirée de Stefano e Federica Olivotto

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