I resti faunistici provenienti da una fossa della Cultura di Fiorano (Neolitico antico) scavata in località S. Andrea di Cologna Veneta (Verona). Dati preliminari = Animal bone remains from a pit of the Fiorano Culture (Early Neolithic) of S. Andrea di Cologna Veneta (Verona)

Abstract

Le ossa animali oggetto di questo contributo provengono da una grande buca ovoidale della Cultura di Fiorano scavata dal Nucleo Operativo della Soprintendenza Archeologica del Veneto (Dir. Dr. Luciano Salzani) a S. Andrea di Cologna Veneta (Verona). Dal punto di vista funzionale la fossa rimane di ardua interpretazione. Potrebbe trattarsi di un \u201cpozzetto a fossa\u201d utilizzato da ultimo come fossa per rifiuti. Le dimensioni della fossa potrebbero alludere anche alla sostruzione di una casa o ad una fossa connessa ad un\u2019area di lavorazione della selce, vista la considerevole quantit\ue0 di scarti e manufatti rinvenuti. Dalla struttura di S. Andrea provengono 1577 resti faunistici, pi\uf9 o meno frammentari. Solamente per il 23,5% di questi \ue8 stata possibile una determinazione sia anatomica che specifica. Le specie identificate includono il bue, i piccoli ruminanti domestici, il maiale, il cinghiale, il cervo, il capriolo, il cane e il gatto selvatico. Tra le modificazioni antropiche rilevate sulle ossa si devono menzionare le tracce di bruciatura riscontrate sul 16% di esse. Alcuni reperti presentano evidenti segni di taglio dovuti alla scarnificazione e alla macellazione degli animali da parte dell\u2019uomo, mentre altri mostrano dei segni di rosicature. Sono presenti anche diafisi lavorate per ottenere manufatti. Da notare la presenza di un cranio di cane che potrebbe essere interpretato in senso votivo.This study presents the results of the analysis of the animal remains from a large Early Neolithic oval pit excavated by the Nucleo Operativo of the Soprintendenza Archeologica del Veneto at S. Andrea di Cologna Veneta (Verona). The use of this pit is still unclear. It was probably a \u201cpozzetto a fossa\u201d last used as a rubbish pit. The size of the pit may also indicate a house subtraction or a connection with a flint working area considering the high number of waste material and artefacts found. 1,577 animal remains were recovered. Only 23.5% of the remains were identified to species level. Cattle, sheep and goats, pigs, wild boar, red deer, roe deer, dogs and cat were present. The results indicate that 16% of the remains were burnt. Several fragments show cut and chop marks indicating a de-fleshing process, others show gnawing marks. Diaphyses used for the production of objects have also been found. Finally, of particular interest is a dog skull which might be linked to a ritual context

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