Verga entra nei programmi scolastici un anno dopo la sua morte, nel 1923. Il presente intervento intende offrire una prima ricognizione sui modi e i tempi di ingresso di Verga nelle grammatiche e nelle antologie scolastiche, attraverso l’ausilio di alcuni esempi, che metteranno in luce le differenti motivazioni alla base dell’uso degli scritti verghiani. Si terrà conto anche delle riflessioni di Croce che hanno avuto enormi riflessi sulle scelte antologiche successive, contribuendo alla creazione dell’immagine di Verga, tuttora presente nelle scuole (e nelle università), di uno scrittore la cui lingua non va analizzata in senso stretto per dare spazio al piacere della lettura. Nelle grammatiche, invece, sono spesso invece state sottolineate alcune particolarità dello stile di Verga (anche per prenderne tacitamente le distanze), accentuando lo scarto tra le scelte di Verga e le soluzioni aderenti alla norma.
Verga at school, from grammar books to anthologies
Verga began being included in school programs a year after his death, in 1923. This paper intends to offer an initial survey on Verga’s entry into school grammar books and anthologies thanks to a number of examples meant to highlight the different motivations behind the use of Verghian writings. The paper considers the enormous repercussions that Croce’s reflections had on subsequent anthological choices and how they have contributed to creating the image of Verga that still prevails in schools (and universities) as an author whose language should not be analyzed in the strict sense, giving space to the pleasure of reading. In grammar books, on the other hand, some peculiarities of Verga’s style have often been underlined (with the aim of keeping them at a distance), in order to emphasize the gap between Verga’s choices and solutions complying with the norm