Il presente lavoro illustra quello che doveva essere il Mediterraneo occidentale dei primi prospectors in età tardoantica: un'enclave fenicia insediata tra la Libia e le colonne d'Ercole, e ancora oltre i limiti del mondo, nella favolosa terra d'Iberia; uno spazio geografico ritualmente scompartito, che forse scandiva le peregrinazioni dei Fenici tra Tiro e Cadice, o che, sotto l'influenza del dio Melqart, si "prestava" ad accompagnare
fisicamente gli esuli di Elissa nel lungo viaggio verso la futura Cartagine