research

Ancore antiche: origine ed evoluzione.

Abstract

Questa ricerca vuole contribuire ad offrire una panoramica, quanto più completa, sull'origine e l'evoluzione delle ancore, offrendo una classificazione tipologica e cronologica attraverso la descrizione delle fondamentali caratteristiche fisiche che permettono di individuare specifiche categorie di appartenenza. Il primo capito è dedicato alla nascita delle primordiali ancore litiche a gravità, analizzando le ancore “a rocchetto” e “a ciambella”, le pietre forate, i killicks e i primi ceppi litici. Nel secondo capitolo l'attenzione si sposta sulla nascita e la diffusione delle ancore a presa, distinguibili attraverso il tipo di materiale utilizzato (legno, piombo e ferro) e attraverso il tipo di ceppo (mobile o fisso). Vengono menzionate, per concludere, le tipologie di ancore “a presa” particolari e quelle moderne. Per ogni classe analizzata vengono forniti una descrizione delle principali caratteristiche, una possibile datazione del periodo di utilizzo e alcuni esempi di ritrovamenti di particolare interesse o riferibili a contesti databili. È stata dedicata attenzione all'analisi dell'ancora nei suoi aspetti decorativi, con particolare riferimento al ceppo d'ancora del Museo Civico di Rosignano Marittimo (Livorno). Il terzo capitolo è dedicato al territorio pisano e all'analisi delle due ancore ritrovate negli scavi del Cantiere delle Navi Antiche di Pisa, è stata elaborata una scheda con le misure e le caratteristiche strutturali delle ancore ed è stata proposta una possibile datazione attraverso lo studio del contesto di ritrovamento e il confronto con manufatti con caratteristiche simili e databili con maggiore sicurezza. Uno dei principali problemi riscontrati durante lo svolgimento di questa ricerca è quello relativo alla nomenclatura da utilizzare per distinguere le parti costituenti l'ancora; a tal proposito, sono stati inseriti una descrizione per quanto concerne la terminologia utilizzata ed un glossario comparativo dei termini principali in inglese, francese e spagnolo incontrati durante la ricerca

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