Le forme di gestione dei servizi tutela minori in Lombardia: un'indagine alla luce dei processi isomorfici

Abstract

E\u2019 noto che i Servizi di tutela minorile rappresentano organizzazioni complesse di welfare chiamate ad attuare mandati densi di responsabilit\ue0 istituzionali, sociali, etiche ed umane, e che spesso sono caratterizzate da stili organizzativi frammentati e disomogenei. L\u2019ordinamento vigente ammette l\u2019esistenza di forme di gestione plurime attraverso cui gli enti locali possono discrezionalmente organizzare i Servizi di welfare. Pur all\u2019interno di un quadro formale comune, la questione delle forme di gestione dei Servizi \ue8 legata a fattori politici, amministrativi e culturali dei vari territori che appaiono alla ricerca di assetti organizzativi che armonizzino la molteplicit\ue0 degli interessi in gioco. Nello specifico del contesto lombardo, il processo con cui le organizzazioni di servizio sociale, a partire dal ritiro delle deleghe alle Aziende sanitarie locali avvenuto nel 2004, hanno scelto la forma di gestione al fine di espletare le funzioni di tutela minorile \ue8 avanzato in maniera diversificata: in alcuni casi si \ue8 mantenuta la gestione in economia, in altri si \ue8 ricorso a forme di collaborazione associata e/o ad alleanze estese ai soggetti del terzo settore. Nel presente contributo verranno esposti i risultati di un\u2019indagine quantitativa compiuta con l\u2019obiettivo di rappresentare quanti e quali forme di gestione coesistono tra le organizzazioni di Child Protection lombarde, con riferimento al concetto di isomorfismo istituzionale (Powell e Di Maggio,1991). Oltre ad una ricognizione sull\u2019universo degli enti locali lombardi, le rilevazioni svolte hanno permesso di evidenziare l\u2019esistenza di peculiari forme di gestione che al presente non sono categorizzate in letteratura ma che mostrano aspetti interessanti di ibridazione e commistione tra diversi profili gestionali