Mutamenti negli spazi della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) del cibo fresco. Santa Palomba, Roma

Abstract

Negli ultimi due decenni la logistica della distribuzione del cibo fresco ha subito profondi processi di trasformazione volti all’incremento della performatività. Questo è principalmente avvenuto attraverso una sempre maggiore automazione della supply chain. In Italia, un ruolo fondamentale lo hanno rivestito le aziende della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che, nell’ultimo decennio, hanno aperto centinaia di nuovi Centri Distributivi (Ce.Di.) localizzati in aree strategiche per servire i propri punti vendita. La letteratura che finora se ne è occupata ha principalmente osservato la loro decontestualizzazione ed extraterritorialità, fino a riconoscere in essi i nodi di una macchina automatizzata facente capo ad una rete globale capace di funzionare (quasi) senza l’essere umano. Parallelamente, un’osservazione, per molti aspetti opposta, sta iniziando a raccontare i Ce.Di. come spazi ibridi, ove le pratiche legate al lavoro creano forme specifiche di urbanità segnate da negoziazioni, tensioni, conflitti. L’ipotesi di questo scritto è che la varietà di pratiche che caratterizzano questi spazi e la pluralità di attori e politiche mobilitate progressivamente modifichino l’assetto dei Ce.Di. e le loro relazioni con gli ambienti ad essi circostanti. A partire da questa ipotesi, il testo che segue cerca di cogliere alcuni gradi di trasformazione che coinvolgono gli spazi dei Ce.Di. alle diverse scale, da quella dell’edificio a quella territoriale, con implicazioni rilevanti sull’architettura, la mobilità e la residenzialità nei contesti in cui gli spazi si collocano. Per far questo, il contributo racconta alcuni esiti di una ricerca condotta a partire dall’autunno del 2021 presso tre aziende della GDO a Santa Palomba, Roma

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