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Prolegomeni a una "educazione tecno-estetica"

Abstract

Il saggio si pone come riflessione filosofica sull’opportunità odierna di un’educazione tecnoestetica, partendo dal presupposto che la sensibilità umana sia naturalmente predisposta a prolungarsi negli artefatti tecnici che l’uomo ha nei secoli utilizzato come protesi. Il modo in cui l’essere umano interagisce con l’ambiente risulta essere esternalizzato nelle tecniche esistenti e da queste orientato. Particolare rilevanza viene data ad alcune riflessioni di Simondon e di Kant, e ai concetti di senso comune e di immaginazione come schematismo tecnico. Nella parte conclusiva del saggio l’attenzione si sposta sulle caratteristiche di innovazione delle tecnologie digitali, e sul loro ruolo nell’influenzare senso comune, lavoro dell’immaginazione e – pertanto – natura dell’educazione tecno-estetica

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