Aspetti e problemi dell’universalismo romano: ricerche di <i>ius publicum</i> (e <i>ius sacrum</i>)

SOMMARIO: 1. La fine della religione politeista romana. – 2. Luoghi dell’universalismo romano: la urbs Roma «auspicato inauguratoque condita». – 3. Una religio per la pax deorum. – 4. Dimensione religiosa dell’imperium populi Romani. – 5 Il sacrificio nella religione romana. – 6. Tensioni universalistiche e aperture (“tolleranza”) della religione politeista romana e dell’Impero Romano. – 7. “Aperture cultuali” come “procedure operative” dell’universalismo religioso romano. – 8. Conclusione. – 9. Bibliografia

’Clash of civilizations’, Crusades, Knights and Ottomans : an analysis of Christian-Muslim interaction in the Mediterranean

In a world that has become so powerfully gripped by a possible escalation of a ‘clash of civilizations’ that could spiral out of control, interest in the history of Christian-Muslim encounters and violence is on the rise. The aim of this chapter is to provide some historical depth to a debate that often tends to be shallow in its appreciation of a complex legacy of interaction between different people. It will commence with an overview of the recent debate that emerged in response to the ideas of Samuel P. Huntington. It will then consider the historical implications of the crusades in the way they have come to colour contemporary West-Muslim relations. Finally, the chapter will consider a number of naval battles between the Knights Hospitallers of St. John the Baptist and the Ottoman Empire as a case study in early modern Christian-Muslim interaction. This relationship will be looked at from the religious angle, but other factors that informed this conflict, such as status and masculinity, will also be considered.peer-reviewe

Impero romano e religioni straniere: riflessioni in tema di universalismo e "tolleranza" nella religione politeista romana

Sommario: 1. Premessa: oggetto e limiti dell’esposizione; 2. Religione e imperium populi Romani; 3. Pax deorum; 4. Pregiudizi moderni in tema di religione politeista romana (ostilità naturale, assenza di libertà individuali, “Isolierung”); 5. Tensioni universalistiche e aperture (“tolleranza”) della religione politeista romana e dell’Impero Romano; 6. L’interpretatio Romana come fattore di “tolleranza religiosa” e di assimilazione delle religioni straniere (i sacra peregrina; il Graecus ritus dei libri Sibyllini; l’evocatio della divinità del nemico); 7. Conclusione: religio e superstitio

La religione nei platonici di Cambridge

I platonici di Cambridge sono autori legati da stima e amicizia, ma anche da impegni di studio e di insegnamento a Cambridge: all\u2019Emmanuel College, B. Whichcote (1609-1683), comunemente ritenuto il caposcuola, J. Smith (1616-1652), N. Culverwell (1618-1651), R. Cudworth (1617-1688); al Christ\u2019s College, H. More (1614-1687). Di ispirazione platonica, hanno un atteggiamento molto critico verso l\u2019empirismo baconiano (contro il sapere volto principalmente all\u2019azione rivendicano il valore della contemplazione), il puritanesino (al legalismo religioso e all\u2019arbitrarismo teologico oppongono la religione come interiorit\ue0 e oggettiva moralit\ue0), il meccanicismo cartesiano e il materialismo hobbesiano (li giudicano inadeguati a spiegare il mondo degli esseri viventi e pericolosi in quanto possono aprire la via all\u2019ateismo). Per sensibilit\ue0 e formazione, essi ritengono centrale il tema della religione, sia in se stessa, che nei suoi rapporti con la ragione, con la prassi, con l\u2019antropologia. 1. Religione e ragione. Per i platonici di Cambridge, la religione \ue8 intima comunione con Dio, via del ritorno dell\u2019uomo a Dio. La ragione \ue8 the candle of the Lord, lumen Domini (Whichcote), lume derivato: lumen de lumine, participata similitudo rationis aeternae (Smith). Seguire la ragione \ue8 seguire Dio (Smith), e rifiutare la ragione \ue8 disonorare Dio (Culverwell). La ragione \ue8 vera amica della religione (Smith): \ue8 in grado di confutare l\u2019ateismo e di combattere la superstizione; ha la stessa fonte della religione; \ue8 condizione imprescindibile per la comprensione della rivelazione. Ma la ragione, se \ue8 lumen Domini, non finisce per svalutare la religione? Effettivamente, i platonici di Cambridge, nell\u2019opporsi al fideismo dei puritani, accentuano il valore della ragione, ma lo fanno unicamente in funzione apologetica: la religione \ue8 l\u2019esito pi\uf9 vero della ragione (Whichcote); chi \ue8 guidato dalla religione vive in comunione con la propria ragione (Smith); si pu\uf2 riconoscere Cristo nella natura, nella ragione, come nei doni della grazia (Whichcote). 2. Religione prassi. Per i platonici di Cambridge, la moralit\ue0, gi\ue0 importante per la ragione in ordine alla conoscenza in s\ue9 (l\u2019immoralit\ue0 \ue8 sviante), e soprattutto per la conoscenza di Dio (l\u2019occhio non pu\uf2 contemplare il sole se non \ue8 simile al sole (Smith)), \ue8 essenziale per la religione, che ha come fine la deificazione (th\ue9osis) dell\u2019uomo, la sua assimilazione a Dio attraverso l\u2019esercizio delle virt\uf9, l\u2019adesione attiva al volere divino, l\u2019imitazione di Cristo, modello di santit\ue0. 3. Religione e antropologia. Per i platonici di Cambridge, la ragione \ue8 in certo modo \uabreligiosa\ubb, in quanto vinculum Dei et hominis (Smith). Ma se \ue8 cos\uec, la religione \ue8 naturale, strutturale nell\u2019uomo in quanto essere razionale, per cui la definizione di animal rationale pu\uf2, deve, essere sostituita da animal capax religionis. Niente infatti \ue8 specifico dell\u2019uomo quanto la capacit\ue0 di religione (Whichcote): immagine di Dio, in relazione ontologica e spirituale con Dio, l\u2019uomo \ue8 costitutivamente religioso. Di qui: l\u2019ateismo \ue8 contro ragione e contro natura, \ue8 non liberazione ma alienazione dell\u2019uomo; se Dio non esistesse, niente di peggio della religione (More). I platonici di Cambridge, con le loro posizioni forse hanno favorito dei processi che hanno portato, ad esempio, al razionalismo teologico di Toland o alla dissoluzione della teologia nell\u2019antropologia in Feuerbach: esiti, per la verit\ue0, impropri e non voluti. Ben altri i loro meriti nella storia della filosofia: l\u2019aver conservato una tradizione \uabclassica\ubb di pensiero (platonismo, neoplatonismo, patristica), l\u2019aver dato l\u2019avvio per qualche verso alla \uabfilosofia della religione\ubb, l\u2019aver trattato problemi di sicuro interesse speculativo ed esistenziale

The Past ‘Interpreter’. Historical Stratifications in the Ritual Symbolism of Saint Joseph Festivals and Holy Week in Sicily

I temi della continuità culturale e della "sopravvivenza" del simbolismo rituale sono stati al centro dibattito in campo religioso antropologico e storico. Sono diventati di nuovo di attualità in relazione alla la patrimonializzazione di feste religiose "tradizionali" come San Giuseppe e la Settimana Santa, festival il cui simbolismo rituale (banchetto sacro, processione, rami sempreverdi, pane rituale, canti e danze) mostra un'evidente radice pre-cristiana e agraria. Una serie di domande emergono sia sul l'utilità delle fonti storiche (archeologiche e documentarie) per quanto riguarda la comprensione delle realtà rituale temporanea, e sulla questione della continuità cronologica delle pratiche e delle credenze; Questi meritano di essere riconsiderate sulla base di nuove ricerche e osservazioni, considerando lo scioglimento di quella che è stata definita "civiltà rurale" e dei rinnovati interessi verso il patrimonio immateriale comunità alla ricerca delle loro matrici di identità. Possiamo e dobbiamo tornare a chiederci: può i token deterreni e immateriali del passato, anche i più remoti, ci aiutano a capire ciò che osserviamo contesti festivi in corso?The themes of cultural continuity and ‘survival’ of ritual symbolism have been at the centre of debate in the anthropological and historical religious fields. They became topical again in relation to the issue of the patrimonialization of ‘traditional’ religious festivals such as Saint Joseph and Holy Week, festivals whose ritual symbolism (sacred banquet, procession, evergreen branches, ritual breads, songs and dances) shows an evident pre-Christian and agrarian root. A number of questions emerge about both the usefulness of historical sources (archaeological and documentary) with regard to the understanding of contemporary ritual reality, and about the issue of the chronological continuity of practices and beliefs; these deserve to be reconsidered on the basis of renewed research and observations, considering the dissolution of what has been defined as ‘rural civilization’ and the renewed interests towards immaterial patrimony by communities searching for their identity matrices. We can and must go back to asking ourselves: can material and immaterial tokens of the past, even the remotest ones, help us understand what we observe in current festive contexts

Catechesis in Italy between the Two Vatican Councils - 1870-1962

The article endeavours to give a bird’s eye view of catechesis in Italy as from 1870 to the threshold of Vatican Council II – 1962. The point of departure is a study of the use of the Catechism as the handbook for Catechesis. The study will then move on study the efforts of individuals – from priests to Pope Pius X – who sought to positively influence catechesis through their ministry and how different Congresses and Conventions helped in trying to formulate a more coherent catechesis throughout Italy. Finally, the paper will end by a study of the Active Method which was to be the unifying factor for catechesis in Italy prior to Vatican Council II.peer-reviewe

Orations on the victory of the Order of St John over the Turks in 1565 and on the occasion of the laying of the foundation stone of Valletta in 1566

The first Chapter General meeting of the Order of St John held after the victory over the Turks in the Great Siege of 1565, took place on 10 February of the following year. Before dealing with the agenda of the day, orations were delivered. One of these was presented by Augustinian Fr Spiritus Pelo Anguisciola who would yet deliver another oration, a month later, on the occasion of the laying of the foundation stone of Valletta, in March 1566. The text of the latter had been published by Gian Francesco Abela in 1647. The texts of both orations -taken from original manuscripts discovered by the present author -are being reproduced in this paper. The text of the former is being published herein for the first time.peer-reviewe

Catechesis in Europe during the 20th century

During the 20th century, the teaching of the Catechism, and all the other forms of religious education were undergoing very serious changes and transformations. As a result of these transformations, we get the gradual introduction of the Bible as one of the main sources of the pastoral activity of the Church, especially catechesis. The Bible emerged from a period of hibernation into which it had entered for several centuries. In this work, the catechetical endeavours of Germany, of France and of Malta are highlighted. In this respect, we find the Munich method and to a much larger extent the Kerygmatic method, in Germany. In France, the use of the Bible is more linked to individual persons who, each in his or her own way tried to give a more central place to the Bible, thus opening the way to a more biblical catechesis. In Malta, we get Fr Ġorġ PRECA, who through his writings of a catechetical and educational nature gave the Word of God to the Maltese people in the vernacular.peer-reviewe

Three published books of sermons delivered in Malta between 1694 and 1754

The identification of texts of sermons delivered in Malta during the seventeenth and eighteenth centuries would make possible a study of the oratorical styles, themes treated, and languages used in their delivery. This, in turn, would enable a better understanding of the impact that such an important albeit ignored means of verbal communication had on its contemporary audience. In the present short study three unrecorded published books containing sermons are described and briefly discussed.peer-reviewe