4,573 research outputs found

    Cyclotella paleo-ocellata, a new centric diatom (Bacillariophyta) from Lake Kinneret (Israel)

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    © Czech Phycological Society (2015). Large, subfossil populations of an unknown centric, planktonic diatom were observed in a lake sediment core from Lake Kinneret (Israel), which is here described as Cyclotella paleo–ocellata sp. nov. The new taxon, which belongs to the Cyclotella ocellata species complex, is described and separated from other similar taxa (e.g., Cyclotella ocellata, Cyclotella kuetzingiana, Cyclotella polymorpha, Cyclotella paraocellata) based on a combination of the following morphological characters: valve diameter, number of orbiculi depressi (circular depressions), number of striae/10 μm, stria length, number and position of rimoportulae and the number of central and marginal fultoportulae. Cyclotella paleo–ocellata can be distinguished mainly by two prominent characteristics: (1) the number and the arrangement of the orbiculi depressi (4–8) which increase with the valve diameter and (2) the marginal fultoportulae, situated on each, every second or third costa. Since Cyclotella paleo–ocellata is at present only known from the subfossil bottom sediments of Lake Kinneret, its ecological preferences are inferred simply from the associated diatom flora

    "Livelli plasmatici di beta-amiloide in un campione di pazienti bipolari depressi trattati con T.E.C.".

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    Introduzione. I pazienti affetti da disturbi dell’umore mostrano un rischio maggiore di demenza e di declino cognitivo. Nella malattia di Alzheimer (AD) sono ben studiati il ruolo neurotossico della β-amiloide (Aβ) così come le variazioni nei livelli dei suoi peptidi solubili. Una riduzione di Aβ42, un aumento di Aβ40 e un aumento del rapporto Aβ40/42 sono stati riscontrati nel plasma di pazienti a rischio di AD e con AD in fase conclamata. Risultati analoghi sono stati rilevati in pazienti depressi. Alcuni autori hanno inoltre descritto particolari caratteristiche cliniche della depressione “amiloide-associata”, mentre non ci sono dati che correlino i livelli dei peptidi Aβ con la risposta alla terapia nei pazienti depressi. Obiettivi dello studio. Il presente studio si propone di valutare i livelli plasmatici dei peptidi Aβ40, Aβ42 e del rapporto Aβ40/Aβ42 in un campione di pazienti affetti da depressione bipolare e di ricercare eventuali correlazioni con le caratteristiche cliniche dei pazienti e con la risposta alla terapia elettroconvulsivante (TEC). Materiali e metodi. Sono stati reclutati 25 pazienti affetti da depressione bipolare farmacoresistente candidati alla TEC. Prima di iniziare la TEC (T0) e al termine del ciclo TEC (Tf) i pazienti sono stati valutati clinicamente con HRSD-21, MMSE, CGI; inoltre, sia al T0 che al Tf , sono stati valutati i livelli plasmatici di Aβ40 e Aβ42 e del loro rapporto Aβ40/Aβ42. Risultati. I livelli plasmatici della β-amiloide non hanno mostrato variazioni significative tra T0 e Tf . E` stata riscontrata una correlazione tra valori più bassi del rapporto Aβ40/Aβ42 al T0 e percentuali più elevate di miglioramento della sintomatologia depressiva e della compromissione cognitiva al Tf. Inoltre un valore elevato del rapporto Aβ40/Aβ42 correla con una maggiore gravità della depressione sia prima che dopo TEC. D'altra parte confrontando al Tf pazienti remitters (HRSD≤10) con quelli non remitters è risultato che il primo gruppo presentava un rapporto Aβ40/Aβ42 significativamente più basso. Discussione e conclusioni. I peptidi della β-amiloide valutati in un campione di depressi bipolari non hanno mostrato variazioni significative prima e dopo la TEC, nonostante il miglioramento sintomatologico, ad indicare che si tratta di un parametro biologico che potrebbe avere un significato di tratto e non di stato. L'associazione riscontrata tra elevati livelli del rapporto Aβ40/Aβ42 e maggior gravità sia della sintomatologia depressiva che della compromissione cognitiva individua nel nostro gruppo di depressi un sottogruppo clinicamente più grave. Il rapporto rappresenta un predittore di risposta, infatti valori più elevati si associano a miglioramenti minori sia sul piano depressivo che cognitivo, ma anche a minori possibilità di andare incontro a remissione completa dalla depressione dopo un ciclo di TEC. Il rapporto Aβ40/Aβ42 più elevato pertanto sembra individuare un sottogruppo di depressi in cui possiamo ipotizzare una componente organico-neurodegenerativa

    Efektifitas Metode Double D terhadap Depressi Post Partum pada Ibu Nifas Fase Letting Go di Kelurahan Wonokromo Surabaya

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    Setiap ibu melahirkan beresiko terjadinya depresi post partum. Depresi post partum didefinisikan sebagai depressi non psikotik  yang berupa gangguan mood pada pasca persalinan yang berlangsung hingga satu tahun lamanya (Almond, 2009; Apter, Devouche, Gratier, Valente, & Nestour, 2012). Di negara Amerika depresi post partum mencapai 10-20 % sedangkan di negara berkembang mencapai > 20 %. Depressi post partum berdampak  pada status sosial ibu, gangguan kepercayaan diri bahkan berkeinginan untuk bunuh diri serta terganggunya perkembangan anak (Hansotte, Payne, & Babich, 2017). Studi pendahuluan yang dilakukan pada bulan  Maret 2018  di kelurahan Wonokoromo Surabaya didapatkan 45 % ibu pasca melahirkan mengalami depresi post partum pada level ringan dan sedang. Adapun tujuan penelitian ini adalah mengetahui efektifitas metode double D ( Dzikir dan doa ) terhadap penurunan tingkat depresi post partum fase letting go pada ibu post partum hari ke 7. Desain  Penelitian ini menggunakan analitik kuantitaif  quasi eksperimen dengan instrument kuesioner EDPS ( Edinburgh Depresi Post partum Scale). Sampling yang digunakan adalah purposive sampling dengan menetapkan kriteria inklusi yang berjumlah 84 responden dengan pembagian 42 responden sebagai kelompok kontrol dan 42 responden sebagai kelompok perlakuan. Uji analitik yang digunakan adalah mann whitney dengan nilai p 20%. Post partum depression affects the mother's social status, self-esteem, and even suicidal ideation and disruption of child development (Hansotte, Payne, & Babich, 2017). A preliminary study conducted in March 2018 in the Wonokoromo Surabaya village found that 45% of post-partum mothers experience post partum depression at mild and moderate levels. The purpose of this study was to determine the effectiveness of the double D method (dhikr and prayer) to reduce levels of depression post partum letting go phase in post partum mothers day 7. Design This study used a quasi-quantitative analytic analytic questionnaire with the EDPS questionnaire instrument (Edinburgh Depression Post Partum Scale ). The sampling used was purposive sampling by establishing inclusion criteria totaling 84 respondents with the division of 42 respondents as the control group and 42 respondents as the treatment group. The analytical test used was Mann Whitney with a p value <0.005. The analysis test results obtained p = 0.001 which means effective double D method (Prayer and Dhikr) against decreasing the level of post partum depression in the postpartum mother letting go phase (day 7). Conclusion: The double D method is effective in reducing post partum depression in post partum letting go mothers

    Depression in Parkinson's disease

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    The prevalence of major and minor depression in Parkinson’s disease is around 30–40% but, unfortunately, depression remains frequently underrecognized and often undertreated. However, recognition and appropriate treatment of depression in patients with Parkinson’s disease is essential for improving the cross-sectional picture and longitudinal course. This review focuses on the epidemiology, pathophysiology and different treatment modalities of depression in Parkinson’s disease. | A major és minor depresszió prevalenciája Parkinson-kórban szenvedôk között körülbelül 30-40%, ugyanakkor a depresszió ebben a betegcsoportban aluldiagnosztizált és alulkezelt kórkép. A depresszió diagnózisának és az adekvát kezelésének elmaradása nemcsak a depressziós tünetek perzisztálásához, de csökkent életminôséghez, az alapbetegség súlyosabb tüneti képéhez és kedvezôtlenebb prognózisához is vezetnek. Összefoglaló tanulmányunkban a Parkinson-kórban megjelenô depresszió epidemiológiai, patofiziológiai és terápiás vonatkozásait tárgyaljuk

    Livelli plasmatici di β-amiloide: uno studio pilota in pazienti affetti da depressione bipolare

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    INTRODUZIONE: I pazienti affetti da disturbi dell’umore mostrano un aumentato rischio di demenza e di declino cognitivo, correlato alla gravità del decorso di malattia. Nella malattia di Alzheimer (AD) sono ben studiati il ruolo neurotossico della ß-amiloide (Aß) così come le variazioni nei livelli dei suoi peptidi solubili. Una riduzione di Aß42, un aumento di Aß40 e un aumento del rapporto Aß40/42 sono stati riscontrati nel plasma di pazienti a rischio di AD e con AD in fase conclamata. Risultati analoghi sono stati rilevati in pazienti depressi, per lo più anziani. Nell’uomo è stata rilevata una relazione tra depressione e variazioni dei livelli periferici dei peptidi Aß suggerendo la possibilità di un danno neuronale Aß-mediato. Il presente studio si propone di valutare i livelli plasmatici dei peptidi Aß in un campione di pazienti depressi confrontandoli con quelli di un campione di soggetti sani e di correlare le caratteristiche di decorso dei pazienti con i livelli dei peptidi Aß. PAZIENTI E METODI Pazienti: Sono stati reclutati 25 pazienti con episodio depressivo maggiore in corso e 25 soggetti di controllo con anamnesi negativa per disturbi somatici, psichiatrici, neurologici e abuso di sostanze. Contestualmente alla valutazione clinica, è stato effettuato un prelievo ematico per la determinazione dei livelli plasmatici di Aß40 e Aß42. Strumenti di valutazione clinica: MINI, HRSD-21, MMSE. Metodi di laboratorio: L’analisi dei livelli di Aß40 e Aß42 è stata effettuata tramite appositi kit ELISA. RISULTATI: I pazienti hanno mostrato valori plasmatici di Aß42 significativamente più bassi rispetto ai controlli e un rapporto Aß40/Aß42 più alto. Sono emerse, inoltre, le seguenti correlazioni statisticamente significative: - Aß42 correla negativamente con la durata di malattia - Aß40 correla positivamente con il numero di episodi affettivi - il rapporto Aß40/Aß42 correla positivamente con il numero di episodi affettivi - il rapporto Aß40/Aß42 correla positivamente con i punteggi della HRSD-21 - il rapporto Aß40/Aß42 correla negativamente con i punteggi della MMSE DISCUSSIONE: Questi risultati sono in linea con studi precedenti che avevano rilevato variazioni dei peptidi Aß periferici in pazienti depressi rispetto a controlli sani. Tuttavia questo studio è il primo a rilevare in un campione di depressi eterogeneo per età valori di Aß42 inferiori e un rapporto Aß40/Aß42 superiore rispetto a controlli sani e ad individuare una correlazione tra i livelli dei peptidi Aß e la gravità del decorso. CONCLUSIONI: Emerge la necessità di integrare nel follow-up dei pazienti depressi una accurata valutazione di tipo neuropsicologico al fine di identificare precocemente i deficit cognitivi e di avviare percorsi terapeutici adeguati. Ulteriori ricerche sono necessarie per capire se la neurotossicità Aß mediata abbia un ruolo fisiopatologico nei disturbi dell’umore tale da sostenere l’aumentato rischio di demenza e declino cognitivo riscontrato nei pazienti bipolari

    Valutazione dei livelli di BDNF ematico in uno studio di follow-up su pazienti con depressione maggiore

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    Il fattore neurotrofico cervello-derivato (BDNF) è, tra i membri della famiglia delle neurotrofine, quello che mostra l'espressione più diffusa nel cervello del mammifero adulto e in fase di sviluppo. Il BDNF è implicato nei meccanismi di plasticità sinaptica, della sopravvivenza e della differenziazione dei neuroni sia nel sistema nervoso centrale che in quello periferico. Rimane tuttavia da delineare il significato biologico del BDNF nei tessuti periferici, data la notevole quantità di questa neurotrofina contenuta nelle piastrine e il drastico aumento della concentrazione ematica successivo all'attivazione piastrinica. I livelli circolanti di BDNF variano a seconda delle diverse condizioni fisiologiche (ormoni, stress, abitudini alimentari, attività fisica, processi infiammatori), per cui i livelli ematici possono essere utilizzati come predittivi di patologie neurodegenerative in quanto rispecchiano analoghe variazioni a livello centrale. SCOPO DEL LAVORO Questo lavoro costituisce lo studio preliminare di un progetto orientato alla valutazione del BDNF ematico come parametro clinico di efficacia terapeutica su soggetti affetti da patologia depressiva e curati con Triciclici od SSRI (Serotonin Specific Inhibitor Reuptake) reclutati presso la Clinica Psichiatrica dell’ospedale S.Chiara di Pisa. Per evitare di sovra- o sotto-stimare tali variazioni rispetto ai valori espressi da soggetti sani, si è deciso di allestire un protocollo sperimentale per la valutazione del contenuto proteico di BDNF ematico in particolare per valutare la possibile presenza di fluttuazioni circadiane nel siero e nel plasma, parallelamente all’analisi di parametri clinici. Tale studio permetterà di stabilire le modalità di prelievo per la successiva fase sperimentale (clinica). MATERIALI E METODI Il lavoro sperimentale è stato suddiviso in due fasi: Fase 1 Valutazione del rilascio del BDNF da piastrine attivate: i campioni di sangue provenienti da 8 volontari sani è stato raccolto in provette contenenti Clot Activator. Il sangue è stato sierato appena prelevato (5 min.), dopo 30 min, dopo 1h e dopo 2h dal prelievo. Fase 2 Valutazione delle variazioni circadiane dei livelli di BDNF nel plasma e siero: Per quanto riguarda le possibili variazioni dovute al sesso i campioni sono stati divisi in due gruppi, uomini (n=18) e donne (n=16). Al momento del primo prelievo, ore 8.00, i volontari sono stati sottoposti ad esami clinici per la valutazione dei livelli di cortisolo e ACTH. Inoltre negli uomini abbiamo preso in considerazione anche i livelli di testosterone e nelle donne di progesterone, estradiolo, LH e FSH. In seguito sono stati effettuati ulteriori prelievi alle ore 11.00, 14.00, 20.00. Le volontarie sono state sottoposte a due cicli di prelievi: il primo prelievo nella fase follicolare, il secondo in quella luteale per correlare i valori del BDNF con la fase del ciclo mestruale e i livelli di ormoni sessuali e non. I campioni ematici sono stati divisi in tre pools: pool totale, pool plasmatico, pool solubile (BDNF plasmatico non complessato alle proteine plasmatiche). Per la valutazione del pool plasmatico totale il plasma è stato acidificato con HCl 1N per 15 minuti quindi neutralizzato con NaOH 1N. Per valutare la quota solubile il plasma è stato dosato senza effettuare questo passaggio. Il BDNF è stato dosato con un apposito kit ELISA (Promega, USA). Fase 3 Studio di follow-up in pazienti affetti da MDD trattati con triciclici ed SSRI: valutazione della variazione dei livelli ematici di BDNF. In questo studio della durata di 6 mesi sono stati reclutati 13 pazienti, di cui 8 trattati con SSRI e 5 con una combinazione di SSRI e triciclici. Ad ogni paziente sono stati effettuati prelievi di sangue al giorno 0 (drug free), al g7,g30, g60, g90, g180 per valutare la variazione dei livelli di BDNF nel siero e nel plasma a seguito del trattamento farmacologico. Contemporaneamante in clinica, agli stessi tempi detti sopra, veniva valutato il miglioramento clinico del paziente tramite apposite scale di valutazione eterologa (HAM-A, HAM-D e MADRS). RISULTATI I dati ottenuti nella prima fase mostrano come si assista ad un progressivo rilascio di BDNF che diventa massimale a completa attivazione piastrinica dopo 1h.Nella seconda fase sperimentale sia il pool sierico che il pool plasmatico solubile di entrambi i gruppi non presentano variazioni circadiane significative; diversamente si osserva nel pool plasmatico totale. Per valutare le variazioni dei livelli di BDNF di ciascun campione rispetto ai valori rilevati al primo prelievo (ore 8.00), i dati sono stati calcolati anche come variazioni incrementali. Nel gruppo uomini la concentrazione plasmatica di BDNF alle ore 8.00 è significativamente maggiore rispetto ai valori rilevati alle ore 20.00 (8.35±1.08 ng/ml vs. 4.97±0.67 ng/ml; p<0.05); la valutazione incrementale evidenzia la significatività delle variazioni alle ore 14.00 (0,58±0,09 a.u.) oltre che delle ore 20.00 (0,59±0,11 a.u.) rispetto ai livelli delle ore 8.00 (1±0 a.u.) (p<0.05), ma non rispetto alle variazioni osservate per le ore 11.00 (0,87 ±0,07 a.u.). Nel gruppo donne nella fase luteale (estradiolo 135±58.12 pg/ml; progesterone 13,74±5.47 ng/ml; cortisolo 16,5±5.25 mcg/dl; ACTH 15,65±6.3 pg/ml ) osserviamo un picco mattutino della concentrazione di BDNF intorno alle ore 11.00 (9.0±6.8ng/ml). Tale andamento della concentrazione plasmatica è individuabile solo come trend; i valori incrementali evidenziano l’esistenza di una curva con l’incremento delle ore 11.00 (1.6±0.18a.u.) significativo rispetto al valore basale delle ore 8.00 (1±0 a.u.) (p<0.05). I valori delle ore 14.00 (1.05±0.12a.u.) e 20.00(0.89± 0.08a.u.) risultano invece significativamente inferiori rispetto alle ore 11.00 (p<0.05). Un andamento analogo si osserva per la fase follicolare (estradiolo 93.75±50.37 pg/ml; progesterone 0.025±0.1 ng/ml; cortisolo 16,5±2.38 mcg/dl; ACTH 14.7±5.45 pg/ml ), anche se possiamo stabilire solo un trend. Per entrambi i gruppi sono stati osservati scostamenti dall’andamento descritto, in particolare curve con picco pomeridiano. La valutazione dei parametri clinici non ha permesso tuttavia di trovare una spiegazione né per l’andamento descritto né per le relative eccezioni. Per quanto riguarda lo studio sui pazienti i risultati ottenuti con scale di valutazione HAM-A, HAM-D e MADRS evidenziano un netto miglioramento clinico dei pazienti affetti da MDD a seguito del trattamento farmacologico. In particolare per la scala HAM-A si ha una diminuzione significativa dei valori a partire dal g30 (13.9±1.7) rispetto al g0 (23.1±1.7), per la scala HAM-D si ha una diminuzione significativa a partire dal g30 (11.7±1.9) sia rispetto al g0 (22.4±1.7) sia rispetto al g7 (18.8±2.3), per la scala MADRS si ha una diminuzione significativa a partire dal g30 (17.1±2.7) sia rispetto al g0 (29.4±1.7) sia rispetto al g7 (26.6±2.2). Questi dati clinici correlano con quanto osservato dalla valutazione dei livelli ematici del BDNF. Infatti parallelamente osserviamo un aumento dei livelli di BDNF nel plasma dei pazienti che, espresso come variazione incrementale rispetto al giorno 0, diventa significativo a partire dal g90 (2.02±0.45) rispetto al g0 (1±0), al g7 (0.73±0.13), al g30 (1.01±0.15) e al g60 (1.19±0.05). Mentre per i livelli sierici non si osservano variazioni significative. CONCLUSIONI Il nostro studio ha evidenziato che esiste un andamento circadiano per il BDNF nel plasma con un picco mattutino.Sia nel gruppo uomini che nel gruppo donne è possibile osservare patterns diversi con avanzamento di fase. Sia per l’andamento generale che per gli altri casi non è stato tuttavia possibile trovare ancora una correlazione con i fattori ormonali quali cortisolo, ACTH, testosterone, estradiolo, progesterone,LH e FSH. I risultati ottenuti nello studio di follow-up su pazienti depressi ha evidenziato un aumento dei livelli plasmatici di BDNF parallelamente alla riduzione delle scale di valutazione; tuttavia, alla luce dei dati ottenuti sul gruppo dei volontari, non è possibile dire con certezza quanto tale aumento sia dovuto alla reale efficacia farmacologica e quanto non trovi invece spiegazione nel cambiamento di stile di vita dei pazienti e dell’attività motoria

    Depression und Östrogene: Besteht eine kausale Beziehung?

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    Zusammenfassung: Über Rezeptoren im Zentralnervensystem haben Östrogene modulierende Effekte auf die Stimmungslage sowie auf mentale und kognitive Funktionen. Die Inzidenz von Depressionen ist bei Frauen erheblich höher als bei Männern. Bei Frauen mit besonderer Vulnerabilität kann die menopausale Übergangszeit eine depressive Störung auslösen. Es gibt solide Evidenz aus klinischen Studien dafür, dass eine Östrogengabe während der menopausalen Übergangszeit die Stimmungslage anheben kann, besonders bei Frauen mit vasomotorischen Beschwerden. Für Frauen mit klimakterischen Beschwerden können Östrogene daher als Behandlungsoption bei leichter depressiver Symptomatik angesehen werden. Weiterhin gibt es Daten, die darauf hinweisen, dass Östrogene als adjuvante Therapie die Wirkung von Antidepressiva potenzieren können bei der Behandlung von depressiven Störungen in der Perimenopause und in der frühen Postmenopause sowie - in besonderen Situationen - bei einer schweren Depression in der späten Postmenopause. Keinen positiven Einfluss haben Östrogene auf leichtere Ausprägungen von Depression in der späten Postmenopause. Nicht erwiesen ist, dass Patientinnen mit schweren Depressionen auf Östrogene ansprechen. Ob eine Östrogentherapie kognitive Funktionen verbessern kann, wird noch kontrovers diskutier

    NUOVE PROSPETTIVE NELLA TERAPIA DELLA DEPRESSIONE: LA KETAMINA E IL SISTEMA GLUTAMMATERGICO

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    I vecchi farmaci antidepressivi, basati principalmente sulla ricaptazione monoaminergica, hanno mostrato sempre più i loro limiti e i loro effetti indesiderati nella cura del paziente depresso. Le nuove strategie terapeutiche si sono focalizzate sullo studio dei recettori del glutammato. In particolare la ketamina si propone come valida alternativa per il trattamento di questa patologia grazie alla sua attività sui recettori ionotropici di questo aminoacido. Studi ancora in fase di sperimentazione hanno inoltre mostrato risultati promettenti riguardo molecole attive sui recettori metabotropici glutammatergici, capaci di mostrare finora un rassicurante profilo terapeutico
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