An Overview of the Productive Structure of the Amazon Region: Using the Eyes of an Interregional Input-Output System

There is a scarcity of economic studies about the economy of the Amazon region, and specially about its productive structure. The goal of the present study is to shed some light on the way that the productive relations take place among the states of the Amazon region and between them and the rest of Brazil. This study takes as the main source of data an interregional input-output system consisted of 10 regions (nine Amazon states and the Rest of Brazil region) constructed for the year of 1999 by Guilhoto et al. (2002) for the Amazon Bank (BASA). The analysis is conducted by first studying, through the interregional input-output system, how the economic relations take place in the Amazon region. Then, through a series of methodologies, like multipliers, and backward and forward linkages, and using the concept of Electroeconogram it is made a comparative study of the differences in productive structures among the Amazon Region states.

Experimental joint immobilization in guinea pigs. Effects on the knee joint

In young and adult guinea pigs, the aftermath experimentally induced by the immobilization of the knee joint in hyperextended forced position was studied. Joint immobilization which varied from one to nine weeks was attained by plaster. Eighty knee joints were examined macro and microscopically. Findings included: (1) muscular hypotrophy and joint stiffness in all animals, directly proportional to the length of immobilization; (2) haemoarthrosis in the first week; (3) intra-articular fibrous tissue proliferation ending up with fibrous ankylosis; (4) hyaline articular cartilage erosions; (5) various degrees of destructive menisci changes. A tentative explanation of the fibrous tissue proliferation and of the cartilage changes is offered

Physical Activity and Weight Gain Prevention in Older Men

Background: Physical activity and adiposity are important predictors of mortality, even in older individuals. However, it is unclear how much physical activity is needed to prevent weight gain in older persons. Purpose To examine the associations of different amounts of physical activity with weight gain prevention in older men. Methods: 5,973 healthy men (mean age, 65.0 y) from the Harvard Alumni Health Study were followed from 1988 to 1998. At baseline (1988), in 1993, and 1998, men reported their recreational physical activity and body weight. Physical activity was categorized as: <7.5 MET-hr/week (7.5 MET-hr/week corresponds to the minimum required by the 2008 US federal guidelines), 7.5 to <21 MET-hr/week (21 MET-hr/week corresponds to the 2002 Institute of Medicine [IOM] guideline), and ≥21 MET-hr/week. Meaningful weight gain was defined as an increase of ≥3% of body weight. Results: Overall, weight tended to be stable over any 5-year period; mean change, −0.08 (SD=4.44) kg. However, ~21% of men experienced meaningful weight gain over any 5-year period. In multivariate analyses, compared to men expending ≥21 MET-hr/week, those expending 7.5 to <21 MET-hr/week had an odds ratio (OR) of 1.35 (95% confidence interval: 1.03, 1.77) for meaningful weight gain, and men expending <7.5 MET-hr/week, an OR of 1.16 (1.01, 1.33) (p, trend = 0.09). Conclusions: Among older men, those with lesser levels of physical activity were more likely to gain weight than men satisfying the 2002 IOM guidelines of ≥21 MET-hr/week (~60 minutes per day of moderate-intensity physical activity)

A Day in the Life of an Osteopathic Medical Student

During this past fall semester, in Tova Goldstein’s Introduction to Photography class, there was an assignment to create a photo essay. Anything that tells a story would be acceptable. Guidelines were provided that we were encouraged to follow but were not mandatory such as shooting a large group, head-shots, sequence of steps, and more. Since Tova is fortunate enough to have her father on staff at PCOM, It was thought to be fine to show a day in the life of an osteopathic medical student! On November 3, 2016, Tova Goldstein visited the campus to explore opportunities for her project. The camera used was a Canon EOS Rebel T5. Tova took many pictures of the library, a computer study area, the Osteopathic Manipulative Medicine (OMM) lab, Clinical Learning Assessment Center where simulations were conducted, and then the Anatomy Lab. This presentation follows a sequence from obtaining information in the library and a computer lab to learning skills necessary for a physician in OMM and simulation labs to exploring the anatomy to learn deep details of the body structure. Collectively, this photo essay represents one day in the life of an osteopathic medical student. ACKNOWLEDGEMENTS She appreciates the assistance of Dr. Denah Appelt, Dr. Arthur Sesso, Dr. Michael McGuiness, Dr. Donald Allison, Dr. Georges and the osteopathic medical students, and thanks them for giving her permission to complete her chosen assignment. Tova Goldstein is a third year undergraduate student at Kutztown University whose major is Graphics and Advertising Desig

Fitorimedio di idrocarburi policiclici aromatici: studi di rizodegradazione e biodisponibilità

2009/2010Questo studio nasce idealmente vent’anni fa, quando il Prof. Pier Paolo Puglisi, genetista dell’Università di Parma e uomo di estrema cultura e lungimiranza discute allora il tema del fitorimedio come possibilità per dar risposta a stati alterati dell’ambiente. In uno dei suoi testi 1789-1989 Abbiamo preso al Bastiglia disinquiniamola, discute di piante sì come “sentinelle” ambientali, ma anche piante come soluzioni a problemi rilevanti determinati dall’impatto antropico. È a seguito della lettura del succitato testo che prende inizio questo studio articolato su diversi piani di ricerca, tutti volti a descrivere e cercare delle possibili indicazioni per la risoluzione di un problema di contaminazione pregressa. Il sito che ha fornito il materiale per svolgere le sperimentazioni è inserito nel parco che ha ospitato la principale struttura psichiatrica di Trieste. Complessivamente l’area contaminata riporta una superficie di 3 ettari di terreno, attualmente perimetrata ed interdetta all’accesso dal D.Lg 152/2006. L’inquinamento è stato provocato dalle attività di combustione di materiali solidi prodotti all’interno dell’ex ospedale psichiatrico. Nella struttura è presente una centrale termica ad oggi alimentata a gasolio, ma originariamente funzionava a carbone. Tale centrale serviva solo per gli edifici collocati nella parte alta del comprensorio. Gli edifici collocati a valle erano dotati ciascuno di una piccola centrale termica a carbone, ognuna con le proprie necessità di smaltire ceneri di combustione. I processi di incenerimento sono stati protratti nel tempo per un periodo che va dal 1961 al 1977. Lo scopo del presente lavoro è stato valutare l’applicabilità della pratica del fitorimedio per la mitigazione della contaminazione invecchiata e cronicizzata nel contesto del parco. Si è voluto affrontare uno studio in pieno campo per testare l’efficacia di due specie erbacee, Medicago sativa L. e Vetiveria zizanioides L. nella rizodegradazione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), in un’area moderatamente contaminata. Vetiveria zizanioides L. è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Poaceae, originaria dell’India settentrionale. È una pianta che ben si adatta alle situazioni climatiche e pedologiche più estreme. L’apparato radicale è in grado di sviluppare un “muro di radici”, che può spingersi fino a profondità superiori ai 5 metri. Viene ampiamente utilizzata nell’ingegneria naturalistica. Medicago sativa L., appartiene alla famiglie delle Fabaceae, specie largamente usata in agricoltura per la produzione di foraggio; è ampiamente discusso in bibliografica l’effetto di questa pianta come rizodegradatrice di contaminanti organici e come pianta avente effetti positivi sulla qualità del suolo. In secondo luogo si è voluto realizzare una sperimentazione con Medicago sativa L. in condizioni maggiormente controllate, riducendo la scala sperimentale e lavorando in serra, ma affrontando un maggiore livello di contaminazione. Essendo nota la scarsa biodisponibilità degli IPA, in una terza parte della tesi si è mirato a verificare se una contaminazione difficilmente aggredibile dalle tecniche di rizodegradazione, possa essere bioaccumulata e mobilizzata da organismi viventi, impiegando un animale che tipicamente si nutre ingerendo il suolo. Nella sperimentazione sono stati impiegati lombrichi della specie Eisenia andrei, facilmente allevabili e reperibili commercialmente. Questi diversi approcci rivolti alla valutazione delle interazioni tra organismi viventi, contaminanti e comparti ambientali mirano a sviluppare una conoscenza che consenta di mitigare la contaminazione del suolo, risorsa non rinnovabile ed estremamente preziosa, con metodi sostenibili, in situ; si mira anche a conseguire elementi per valutazioni associate al trasferimento dei contaminanti nell’ambiente che tengano conto non soltanto della tutela della specie umana, ma anche di altri organismi, nel contesto di una analisi di rischio ecologico. I risultati sinora acquisiti appaiono incoraggianti, ed in particolare i dati ottenuti dalla sperimentazione in pieno campo, effettuata in condizioni di contaminazione moderata, riportano riduzioni significative (dall’80 al 100%), e il rientro in condizioni inferiori alle “concentrazioni soglia di contaminazione” indicate dalla norma nazionale vigente. La sperimentazione in serra, effettuata considerando una contaminazione più elevata, ha evidenziato alcuni limiti non mostrando una mitigazione dell’inquinamento. È emersa la necessità di un miglior controllo di possibili contributi esterni alla contaminazione come ad esempio le deposizioni su suolo e piante di IPA aerodispersi. La capacità di intercettare contaminanti aerodispersi da parte degli apparati fogliari, in particolare in prossimità di direttrici di traffico, ha aperto una nuova linea di ricerca nell’ambito delle fitotecnologie, volta all’ottimizzazione di “barriere verdi” per particolato atmosferico ed IPA. L’ipotesi di scarsa mobilità attribuita a contaminazioni invecchiate di IPA pesanti, è stata confutata, nel caso considerato, dal test di bioaccumulo con Eisenia andrei. Disporre di dati sul contenuto totale della contaminazione di un suolo non è sufficiente per valutare il rischio ecologico che queste sostanze possono comportare. La disponibilità di una sostanza dipende dalle condizioni chimico-fisiche del terreno (es. pH, contenuto di argilla, capacità di scambio cationica, quantità di materia organica) e dalle caratteristiche del composto. Per valutare l’effettivo stato di contaminazione di un suolo in relazione alla sua potenziale pericolosità per gli esseri viventi, devono essere utilizzati dei test biologici che permettono di valutare l’effettiva tossicità dei contaminanti. Il fitorimedio appare una promettente tecnologia per dare risposta a stati alterati dell’ambiente. Si è constatato che l’approccio alla risoluzione dei problemi in campo ambientale deve esser considerato come un approccio multidisciplinare, dove diverse competenze (biologiche, chimiche, agronomiche, gestionali, etc.) scelgono di compartecipare ai fini di una progettazione il più esaustiva possibile, e di portare a soluzione i processi di mitigazione della contaminazione e di rinaturalizzazione. In particolare per quel che riguarda interventi sul sito di San Giovanni “ex-OPP” si ritiene utile implementare lo studio iniziato con degli approfondimenti rispetto al territorio: appare necessaria una elaborazione vegetazionale del sito, la quale potrebbe fornire indicazioni di maggior dettaglio per l’identificazione delle specie più adatte alla fitobonifica del sito. In questo contesto appare necessaria un’interlocuzione con legislatori in campo ambientale, e amministratori pubblici ai fini di identificare percorsi istituzionali per poter promuovere tecniche di bonifica e messa in sicurezza sostenibili come quelle proposte dal fitorimedio.XXIII Ciclo197

Filming Trauma Simulations for Medical Education: A Comparison of First-Person View vs. Remotely Shot Video

With advancements in video technology, first-person view places observers in the vantage point of the camera operator. Lightweight wearable products, such as GoPro cameras, are capable of capturing high-resolution footage. In a 3-phase project, first-person view (FPV) footage was compared to remotely-shot video (RSV) of identical trauma scenarios viewed by medical students and residents at PCOM. Students responded to a trauma simulation by assessing the patient, obtaining a history and stabilizing the patient. This scenario was run once using RSV and again using FPV to capture the encounter. Both formats were screened for medical students in Phase I and Phase II and for surgery residents in Phase III. Participants in all phases responded to a survey to determine which video format was most educational. Over the three project phases, 301 medical students and 20 surgical residents viewed the trauma scenarios captured in FPV and RSV. Survey results for Phase I and Phase II demonstrated a majority of respondents preferred FPV over RSV content. Additionally, a majority of respondents thought FPV would be a useful adjunct in medical education. Phase III results also showed that most residents preferred FPV content. Residents similarly found FPV to have an educational value. Based on the feedback obtained in all three project phases, medical students and surgical residents demonstrated a preference for FPV. With this input, PCOM will expand its use of FPV in medical education

Production structure of Para: An Analysis of input-output

The research has as main objective to carry out a structural analysis of the economy of Pará, filling a gap in research on the region. The analysis, which includes the relations of the state of Para with the rest of the country, was enabled by the construction of input-output matrix of the reference year, 2004. The results showed that there is high dependence of production on the state of Para in goods and services for intermediate consumption for the rest of the country generating a high overflow of the multiplier effect of employment, production and value added, which indicates the need to stimulate local industry of goods and services of intermediate consumption. The sectors with the highest production values of the multiplier in Pará are Livestock and fishing, Food and beverages, Items of clothing and accessories and leather goods and footwear. Sectors of agribusiness, tourism and education have a high capacity to generate jobs, such as Agriculture, Forestry and logging, Livestock and fishing, Articles of apparel and accessories, Lodging and food services, Other services and Public education. Products exported to the rest of the country and abroad have low value, indicating a need for investment in the agribusiness sector. The sectors that showed the largest multiplier value added are Public education, Public administration and social security, Education and Other services market, but they also have a high spillover effect. Investment in public education produces high returns on employment generation and value added.Pará; Insumo-Produto; Economia Regional

Cultural adaptation and validation of the Kidney Disease and Quality of Life - Short Form (KDQOL-SF 1.3) in Brazil

The objective of the present study was to translate the Kidney Disease Quality of Life - Short Form (KDQOL-SF 1.3) questionnaire into Portuguese to adapt it culturally and validate it for the Brazilian population. The KDQOL-SF was translated into Portuguese and back-translated twice into English. Patient difficulties in understanding the questionnaire were evaluated by a panel of experts and solved. Measurement properties such as reliability and validity were determined by applying the questionnaire to 94 end-stage renal disease patients on chronic dialysis. The Nottingham Health Profile Questionnaire, the Karnofsky Performance Scale and the Kidney Disease Questionnaire were administered to test validity. Some activities included in the original instrument were considered to be incompatible with the activities usually performed by the Brazilian population and were replaced. The mean scores for the 19 components of the KDQOL-SF questionnaire in Portuguese ranged from 22 to 91. The components Social support and Dialysis staff encouragement had the highest scores (86.7 and 90.8, respectively). The test-retest reliability and the inter-observer reliability of the instrument were evaluated by the intraclass correlation coefficient. The coefficients for both reliability tests were statistically significant for all scales of the KDQOL-SF (P < 0.001), ranging from 0.492 to 0.936 for test-retest reliability and from 0.337 to 0.994 for inter-observer reliability. The Cronbach's alpha coefficient was higher than 0.80 for most of components. The Portuguese version of the KDQOL-SF questionnaire proved to be valid and reliable for the evaluation of quality of life of Brazilian patients with end-stage renal disease on chronic dialysis.Universidade Federal de São Paulo (UNIFESP) Escola Paulista de Medicina Departamento de MedicinaUNIFESP, EPM, Depto. de MedicinaSciEL