203 research outputs found
Lo sviluppo sostenibile del genere, il genere dello sviluppo sostenibile. Prospettive di un processo integrato
Gender and sustainability are joined by twisting together in a logic and consequent way that only in the recent years has been commonly valorized. On the contrary, in the previous so-cieties it seemed that the process of economic and social development was counterposed to the female identities and roles and today the cultural inheritance is the identification of the gender as a discriminating factor for female and the other gender identities as those of the most vulnerable actors, together with young and old people. Nevertheless, as mentioned before, there is an institutional national and supranational acknowledgment and a growing common awareness on the necessity of the gender equality for the economic, social and cul-tural development, even defined in the UN 2030 Agenda Sustainable Development Goals. The outcomes of the exploration of the positive and negative dimensions of the gender im-plications for the development will be analysed in the perspective of the current definition of a new paradigm: its basic claim is that a stable economic growth and inclusive societies could be only if the female rights are protected and promoted
¿Que género/tipología de Universidad en Italia? Resistencias y buenas prácticas didácticas por la igualdad de género
La igualdad de género, como principio consagrado en la Constitución italiana, se ha impuesto con nuevo vigor como objetivo de la educación en todos los ciclos escolares y universitarios en la Agenda 2030, lanzada por las Naciones Unidas en 2015 para el desarrollo sostenible. Recientes análisis del sistema educativo italiano y, en particular, del sistema universitario, han puesto de manifiesto numerosas criticidades, desigualdades y distancias aún amplias respecto a los objetivos de sostenibilidad: equilibrar la presencia de mujeres y hombres en las actividades de investigación, evaluación y selección, en los órganos y comisiones y en las listas de expertos. Es precisamente en las actividades docentes donde parece haber mayor resistencia a incluir el género como factor transversal en los programas de los cursos. Si ya se estudian las consecuencias, las causas suelen identificarse en los factores culturales. A la revisión de las prácticas y los dispositivos le seguirá una exploración de la presencia del género en las experiencias docentes de las universidades italianas. El objetivo es destacar las buenas prácticas y su aplicación en los sistemas educativos internacionales, con herramientas como la Gender Equality in Academia and Research - GEAR de EIGE y de los organismos que regulan las clasificaciones de las áreas de investigación (ERC, UNESCO, etc.), incluyendo el factor de género como autónomo y transversal.
La igualdad de género, como principio consagrado en la Constitución italiana, se ha impuesto con nuevo vigor como objetivo de la educación en todos los ciclos escolares y universitarios en la Agenda 2030, lanzada por las Naciones Unidas en 2015 para el desarrollo sostenible. Recientes análisis del sistema educativo italiano y, en particular, del sistema universitario, han puesto de manifiesto numerosas criticidades, desigualdades y distancias aún amplias respecto a los objetivos de sostenibilidad: equilibrar la presencia de mujeres y hombres en las actividades de investigación, evaluación y selección, en los órganos y comisiones y en las listas de expertos. Es precisamente en las actividades docentes donde parece haber mayor resistencia a incluir el género como factor transversal en los programas de los cursos. Si ya se estudian las consecuencias, las causas suelen identificarse en los factores culturales. A la revisión de las prácticas y los dispositivos le seguirá una exploración de la presencia del género en las experiencias docentes de las universidades italianas. El objetivo es destacar las buenas prácticas y su aplicación en los sistemas educativos internacionales, con herramientas como la Gender Equality in Academia and Research - GEAR de EIGE y de los organismos que regulan las clasificaciones de las áreas de investigación (ERC, UNESCO, etc.), incluyendo el factor de género como autónomo y transversal
La biodiversità
Il tema ci consente di affrontare l’evoluzione
del rapporto tra terra e alimentazione, osservando
i cambiamenti che hanno interessato le tecniche di
produzione e l’attenzione ai problemi legati alla salute
e alla tutela dell’ambiente. La vita delle generazioni
passate ha sempre avuto come unico centro
di riferimento la terra ed i suoi frutti: possedere un
appezzamento di terra costituiva una enorme ricchezza
perché garantiva il necessario sostentamento
per una o più famiglie. La presenza di animali
da cortile o di bestiame forniva un contributo allo
svolgimento delle attività nei campi e consentiva di
variare i pasti da presentare a tavola. Il rapporto del
cibo con la terra era diretto, non subiva alcun tipo di
passaggio, se non per raggiungere il mercato o la fiera
dei paesi limitrofi, dove si proponevano la frutta e
la verdura di stagione, il latte prodotto in eccedenza
rispetto al fabbisogno domestico, le uova o la carne
macellata direttamente dall’allevatore, sebbene molto
più raramente
Verso una società sostenibile. (Non)umani, reti, città e la sfida del cambiamento
La sfida del cambiamento per la scienza, che questo volume descrive analizzando l’accelerazione e radicalità delle trasformazioni recenti, diviene se possibile ancora più essenziale per la sociologia che si propone fin dalla sua “nascita” come la disciplina che osserva e interpreta il mutamento. Affermatasi con la trasformazione sociale indotta dalla Modernità e affrontata la crisi del suo paradigma, oggi cerca di adattare il suo bagaglio teorico-metodologico a trasformazioni caratterizzate da dinamiche nuovamente inedite che, però, mettono in discussione i suoi concetti fondamentali – soggetto, azione, spazio, tempo, relazione – quindi, il suo stesso oggetto di ricerca e i suoi strumenti teorico-metodologici di analisi. Insomma, la sociologia è alle prese con la definizione di un paradigma sostenibile, per sé stessa e per l’uomo che si sta accorgendo di non essere più “solo”
Intervista a Salvador Giner
L’intervista ripercorre alcune fra le principali fasi dell’esperienza scientifica e personale di
Salvador Giner, uno dei più noti sociologi a livello internazionale. Dopo le prime esperienze
formative, in Spagna, Giner sviluppa la sua attività in prestigiose università europee,
negli Stati Uniti e in alcuni paesi dell’America latina, per approdare infine all’Università
autonoma di Barcellona, di cui è attualmente professore emerito. Membro di diversi comitati,
fra cui il Comitato scientifico del Premio Europeo per le scienze sociali di Amalfi,
Giner è stato uno dei fondatori della Federación Española de Sociología e ha promosso,
con altri colleghi europei, la creazione della European Sociological Association. Nel corso
dell’intervista egli ripercorre le sue prime esperienze di sociologo, che lo portano inizialmente
in Germania a Colonia, presso la cattedra di René König, poi a Chicago, dove
conosce Shils, che lo indirizza ad Hayek, di cui segue i corsi al King’s College di Cambridge
e con il quale prepara la tesi di dottorato. Nel corso del colloquio, Giner rievoca il clima
in cui è nata e si è diffusa la sociologia in Spagna e offre interessanti testimonianze
dello sviluppo della disciplina in Europa. Illustrando il suo approccio, si sofferma sulla
concezione di una «disciplina aperta, nel senso di non dogmatica perché non accetta
alcun argomento, definizione, evidenza che sia solo il prodotto di un mero principio di
autorità». Coerente con questa prospettiva è la sollecitazione che, concludendo l’intervista,
egli rivolge ai giovani studiosi: «partire dai classici del pensiero dell’uomo e trovare
in quelli le radici della nostra natura e del nostro pensiero», poiché solo in essi troviamo
«l’essenza di questa scienza della società umana che integra in sé la dimensione umanistica
e scientifica per studiare la realtà sociale umana con uno strumento che sia davvero
cognitivo e razionale, etico e critico aspirando all’idea massima e universale [...] di una
‘buona società’, un mondo umano auspicabile».The interview traces some of the main stages in the academic and personal experience
of Salvador Giner one of the most highly renowned sociologists worldwide.
After completing his early education in Spain, Giner 's academic career took
him to prestigious universities in the Europe, the United States and various Latin
American countries, before he took up a post at the Autonomous University of
Barcelona, where he is currently professor emeritus. Spain's first sociology professor,
member of the Academic Committee of the European Prize for social sciences
in Amalfi, Giner was one of the founders of the Federación Española de
Sociología, and together with other European colleagues, he was behind the creation
of the European Sociological Association. In the interview he retraces his early
years as a sociologist, initially in Cologne, Germany, under René König, then in
Chicago, where he met Shils, who directed him to Hayek, whose courses he attended
at King’s College, Cambridge. During the conversation Giner describes the context
in which sociology came into being and circulated in Spain, and offers an interesting
perspective on the development of the discipline in Europe. Illustrating his
approach to sociology, he dwells on the conception of a “discipline that is open,
in the sense of not dogmatic, because it does not accept any argument or definition,
but highlights how the latter are merely the product of a principle of authority”.
Reflecting this notion is the appeal that he makes to young academics at the
end of the interview, to “start out from the classics of philosophy and there to seek
the roots of our human nature and ideas”, because only there can we find “the
essence of this science of human society that integrates the humanistic and scientific
dimension, studying human social reality with a tool that is genuinely cognitive
and rational, ethical and critical, and that aspires to the highest, universal idea [...]
of a 'good society', the kind of human world to hope for”
- …