73 research outputs found

    Seeing Calvino/Vedere ‘Le città invisibili’, a cura di Ottavia Casagrande e Giovanna Rizzarelli, in «Arabeschi», n. 22, luglio-dicembre 2023

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    Ogni contributo, mediante il confronto di diverse interpretazioni artistiche della stessa città, cerca di rileggere attraverso le immagini il testo di Calvino e insieme di descrivere il patrimonio iconografico a cui questo ha dato origine, fino alle realizzazioni spontanee di vari utenti del web che alimentano in modo incessante la circolazione visiva delle Città invisibili

    Disegnare con le parole. La doppia creatività di Benvenuto Cellini

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    Colui che mai non vide cosa novaprodusse esto visibile parlare,novello a noi perché qui non si trova.Purg. X, vv. 94-96 Nel corso ormai di più di cinque lustri la critica letteraria ha riservato grande spazio alla relazione, tutta speciale, che lega le arti e la poesia nel corso del Rinascimento. Tale cospicua messe di studi ha indagato non soltanto lo straordinario peso che ebbe la cultura visiva nella produzione poetica di molti dei più noti autori dell’età rinascimentale, ma ha fatto luce ..

    Visualizing the Text: From Manuscript Culture to the Age of Caricature

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    C'è un lettore in questo testo? Rappresentazioni della lettura nella letteratura italiana

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    Ogni civiltà letteraria ha provato a immaginare e descrivere i propri destinatari, oltre che a provocarli, istruirli, formarne i gusti e le attese, attraverso un processo circolare in cui le pratiche di lettura sono divenute oggetto di rappresentazione così come i lettori di carta hanno modellato quelli reali. Questo libro trova la sua premessa teorica principale nell’idea che, anche nell’ambito degli studi di storia della lettura, occorra tornare a interrogarsi su come il mondo del lettore rientri nel mondo del testo in forma di immagini, narrazioni e scelte retoriche che meritano analisi specifiche. Muovendosi attraverso un arco diacronico esteso – da Dante al modernismo – i saggi qui raccolti provano a raccontare le diverse vite storiche della figura del lettore, sia esso un lettore semplice, uno scrittore che si autorappresenta alle prese con i libri o una comunità che fa della lettura un’esperienza collettiva. I rispecchiamenti a distanza, reperibili osservando testi nati in epoche diverse, offrono la conferma dell’esistenza di uno sfaccettato mondo immaginario dedicato alla lettura, che nel corso dei secoli ha espresso ansie e pulsioni perduranti per la cultura letteraria. Interrogare dunque alcuni casi modello consente di intravedere la multiforme rete di relazioni che mette in comunicazione testi, autori e generi lontani nel tempo ma accomunati dalla necessità di tratteggiare il ritratto di un personaggio dal quale nessun testo sembra poter prescindere: il lettore

    Le città visibili. Il progetto Seeing Calvino di Math Kish, Joe Kuth e Leighton Connor

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    L'articolo a partire da alcune riflessioni sulla funzione delle descrizioni nell'opera di Calvino e sulla disposizione ekfrastica della sua penna, prende in considerazione alcune trasposizioni in immagini delle Città invisibili

    «D’ogni legge nimico e d’ogni fede». Rodamonte e Rodomonte antieroi della conoscenza

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    Ricordando alcune affermazioni difensive dell’Orlando furioso da parte di Simone Fornari, il capitolo si sofferma sulla coerenza tra titolo dell’opera e suo personaggio principale. A Ruggiero è negato l’onore del titolo e, inoltre, una serie di personaggi lo affiancano e gli rubano la scena, a partire proprio dal paladino eponimo; allo stesso modo nel Furioso gli antieroi proliferano e complicano la materia del racconto, rendendo sempre meno marcata la dialettica tra bene e male, verità e menzogna, virtù e vizio. Tra essi primeggia Rodomonte, l’antagonista principale del fondatore della casa d’Este, la cui morte sancisce la fine del poema. Il capitolo prende in considerazione le peculiarità e le differenze rispetto al Rodamonte boiardesco. L’antieroe si scinde in due diverse immagini, speculari ma non perfettamente sovrapponibili. Il passaggio dall’ Inamoramento de Orlando boiardesco all’Orlando furioso ariostesco determina, infatti, una significativa mutazione dei tratti principali relativi al terribile guerriero

    \uabAnco agli occhi suoi propri non crede\ubb. Vista e inganni dello sguardo in due novelle del Furioso

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    Ogni lettore del Furioso, dal più esperto al più ingenuo, deve fare i conti con il modo in- consueto in cui Ariosto percorre le vie del narrare. Il poeta non solo esibisce delle strategie narrative complesse, fondate su un uso magistrale dell’entrelacement, ma inserisce nella tramatura del poema, già articolata, diverse forme di racconto. In tale multiforme dispositivo diegetico spiccano, in particolare, per numero e per interesse, le narrazioni di secondo grado, parti imprescindibili del poema, affidate ai suoi protagonisti. Le novelle del Furioso testimoniano non solo un’innegabile attenzione del poeta per la rappresentazione dell’atto del raccontare ma danno prova anche della sua capacità di costruire narrazioni che si confrontano di continuo con la visualità. Infatti, in molti dei ‘racconti nel racconto’ presenti nel Furioso il senso della vista e gli inganni ai quali esso è soggetto divengono nodali per la macchina narrativa. In questo intervento si prende in considerazione il funzionamento di tali dispositi- vi narrativi incastonati nella diegesi del poema, analizzando le modalità con cui in due novelle del Furioso si tematizza e traduce in racconto ciò che è visibile o sembra tale
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