31 research outputs found

    Whole Lung Irradiation after High-Dose Busulfan/Melphalan in Ewing Sarcoma with Lung Metastases: An Italian Sarcoma Group and Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica Joint Study

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    SIMPLE SUMMARY: The lung is the most frequent site of metastasis in Ewing sarcoma, the second most common bone cancer affecting children, adolescents and young adults. The five-year overall survival of patients with isolated lung metastasis is approximately 50% after multimodal treatments including chemotherapy, surgery and radiotherapy. This retrospective study aimed to investigate the feasibility and the predictors of survival in 68 Ewing sarcoma patients with lung metastases who received high-dose chemotherapy with busulfan and melphalan, followed by reduced dose whole-lung irradiation, as part of two prospective and consecutive treatment protocols. This combined treatment strategy is feasible and might contribute to the disease control in lung metastatic Ewing sarcoma with responsive disease. Furthermore, the results of this study provide support to explore the treatment stratification for lung metastatic Ewing sarcoma based on the histological response of the primary tumor. ABSTRACT: Purpose: To analyze toxicity and outcome predictors in Ewing sarcoma patients with lung metastases treated with busulfan and melphalan (BU-MEL) followed by whole-lung irradiation (WLI). Methods: This retrospective study included 68 lung metastatic Ewing Sarcoma patients who underwent WLI after BU-MEL with autologous stem cell transplantation, as part of two prospective and consecutive treatment protocols. WLI 12 Gy for <14 years old and 15 Gy for ≥14 years old patients were applied at least eight weeks after BU-MEL. Toxicity, overall survival (OS), event-free survival (EFS) and pulmonary relapse-free survival (PRFS) were estimated and analyzed. Results: After WLI, grade 1–2 and grade 3 clinical toxicity was reported in 16.2% and 5.9% patients, respectively. The five-year OS, EFS and PRFS with 95% confidence interval (CI) were 69.8% (57.1–79.3), 61.2% (48.4–71.7) and 70.5% (56.3–80.8), respectively. Patients with good histological necrosis of the primary tumor after neoadjuvant chemotherapy showed a significant decreased risk of pulmonary relapse or death compared to patients with poor histological necrosis. Conclusions: WLI at recommended doses and time interval after BU-MEL is feasible and might contribute to the disease control in Ewing sarcoma with lung metastases and responsive disease. Further studies are needed to explore the treatment stratification based on the histological response of the primary tumor

    The power of video in science communication: the EDUlab media production

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    Avvicinare la scienza e la ricerca alle persone, in ogni aspetto, significa avvicinare il pubblico a temi complicati, inspirando buone norme comportamentali di rispetto e tutela ambientale ma anche avvicinare la scienza a chi ogni giorno è in grado di decidere, attraverso i finanziamenti, quali lavori scientifici supportare. Proprio in coscienza di questo, negli ultimi decenni la scienza ha smesso di essere autoreferenziale, comprendendo che divulgare contenuti altamente scientifici a ad un pubblico non specialistico è fondamentale. Divulgare vuol dire creare quell’anello di congiunzione tra la ricerca scientifica più avanzata e il pubblico, significa saper capire il linguaggio spesso criptico dei ricercatori e di adattarlo senza stravolgimenti in qualcosa di comprensibile alle persone comuni. Con questa mission, nel 2015 nasce ufficialmente il gruppo “EDULab dell’IAS-CNR di Capo Granitola”, ovvero un laboratorio creativo di divulgazione scientifica in cui ricercatori, tecnologi e tecnici di varie discipline che condividono la passione di divulgare la scienza e i risultati da essa prodotti nei propri ambiti di competenza. Nel tempo, l’attività del gruppo si è consolidata, portando a numerosi risultati e ad un numero ragguardevole di progetti e programmi. Tra gli innumerevoli prodotti divulgativi sviluppati, l’uso dei media, ed in particolare dei video, si è rivelato uno strumento eccezionale di “comunicazione empatica” attraverso cui il pubblico riesce ad “immergersi” letteralmente nei contenuti proposti, recependo e facendo propri contenuti anche molto complessi. Nell’era del web e dei social-media, infatti, i video sono ormai lo strumento più veloce ed efficace per veicolare informazioni ad un’ampia fetta di popolazione

    Buone pratiche nell’Università: stato dell’arte e prospettive

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    Il Progetto UN.I.RE. – Università IN Rete contro la violenza di genere – è un progetto nato nel 2018 dal desiderio di studiosi e studiose di diverse università italiane di contribuire, attraverso il proprio lavoro accademico, alla lotta contro la violenza di genere a partire da quello strumento giuridico fondamentale che è la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del 2011, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul. Questo trattato internazionale, promosso dal Consiglio d’Europa all’interno del proprio sistema di convenzioni basato sulla Convenzione Europea dei Diritti Umani, si propone di prevenire la violenza di genere, di favorire la protezione delle vittime e di impedire l’impunità dei colpevoli. L’Italia è stata tra i primi Paesi a firmarlo e la sua ratifica (avvenuta con la L. 77 del 2013) è stato il primo atto compiuto all’unanimità dalla Camera dei deputati nel giugno del 2013. Il carattere unanime di questa scelta va sottolineato con forza. In un momento in cui la polemica ideologica e la strumentalizzazione politica non avevano ancora cominciato ad operare maldestramente sul terreno della violenza sulle donne – come purtroppo oggi dobbiamo registrare in alcuni Paesi del continente europeo –, la Convenzione di Istanbul era apparsa a tutti, senza riserve, per ciò che è: uno dei migliori strumenti giuridici per combattere un fenomeno che non accenna, tragicamente, a diminuire e che, come la Convenzione insegna, non appartiene alla sfera della violenza privata, ma alla sfera delle violazioni dei diritti umani. Riconoscendo alla violenza sulle donne la natura di violenza contro l’umanità si sancisce la fine di ogni possibile giustificazione culturale o sociale di una tale violenza: non c’è rapporto tra i sessi o rapporti di potere tra le mura domestiche che possano anche solo alludere alla legittimità di un ricorso alla forza di coercizione per ristabilire un presunto ordine naturale, culturale o sociale. Di più: nemmeno la rottura di un eventuale ordine pattizio tra pari potrebbe giustificare un tale ricorso. La violenza viene riconosciuta come disumanizzante e perciò disumana

    Conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita

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    La conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro costituisce ancora un nodo irrisolto nel mondo occidentale. Per troppo tempo la sua soluzione si è prospettata attraverso conciliazioni individuali e non mediante il riconoscimento del diritto a una conciliazione di sistema. L'indagine, commissionata dalla Flaei-Cisl, e condotta per la prima volta in Italia presso sei aziende del settore elettrico, con un team di ricerca della Sapienza Università di Roma ha inteso verificare le condizioni di preclusione esistenti in questo settore produttivo
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