33 research outputs found

    CNMD\0000175268

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    Scheda catalografica del manoscritto III.C.4. (Biblioteca centrale della Regione siciliana, Palermo, Manoscritti orientali

    Al di qua e al di là della colonia: satira come opposizione al regime coloniale in un racconto di 'Ali Mustafà al-Misrati

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    Italian scholars and Arabists have only recently started to pay attention towards Libya and this country's rich and fascinating literary production. Libyan writers are, in fact, still unknown to most people in Italy, where merely a few Italian translations of Libyan works and critical essays on Libyan literature have been published until now. Yet, Libya's contemporary literary scene features outstanding figures, such as the eclectic writer 'Ali Mustafà al-Misrati, whose novels, short stories and essays deal with significant historical, political and social themes. Starting from the analysis of one of author's tales focused on the Libyan opposition against Italian colonialism, this article provides some insights on the importance of satire as a tool of political opposition against the colonial regime, both in the colonized country and in the colonized one

    La Scienza e l'immaginario

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    L’attività di divulgazione della cultura scientifica ha un ruolo fondamentale sulla società, sia in termini di applicazioni innovative che di pianificazione dell’ambiente. I ricercatori dell’IAS-CNR di Capo Granitola operano da anni nell’ambito della diffusione della cultura scientifica, attraverso processi complessi e percorsi di divulgazione in partnership con istituti scolastici del territorio, realizzando attività seminariali, convegni direttamente nelle scuole, nonché visite didattiche guidate degli alunni nei laboratori dell’Istituto ed esperimenti interdisciplinari sull’ambiente marino. Tali processi divulgativi si sono sviluppati creando numerosi percorsi, in maniera per certi aspetti analoga a quella per cui dalla mescolanza dei tre colori fondamentali si è in grado di ottenere un numero pressoché illimitato di tinte diverse. Lo scopo di questa “mescolanza” è stato quello di ottenere un ventaglio di competenze e strumentazioni che consentissero di indagare i differenti aspetti dell’ecosistema marino da diversi punti di vista ed in maniera sinergica, tale da restituire un quadro il più ricco possibile di “tinte” e particolari. (Scienza e arte di Salvatore Mazzola) La Scienza e l'immaginario di Angela Cuttitta. Il progetto “La Scienza e l’Immaginario” nasce dalla collaborazione tra l’IAS - CNR di Capo Granitola e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, che attraverso un approccio multidisciplinare ha voluto sperimentare l’unione tra il mondo scientifico e quello artistico, mettendo i giovani artisti, attraverso proiezioni e seminari scientifici, nelle condizioni di scoprire il mondo dell’ambiente marino e degli ecosistemi in esso presenti. Il progetto è nato dalla consapevolezza di come sia necessario operare sul piano della diffusione e divulgazione della cultura scientifica nei più vasti contesti sociali, a partire dall’ambito scolastico. Le azioni divulgative mirano, infatti, a diffondere la conoscenza dei processi geologici, chimico-fisici, climatici e biologici in modo pervasivo, non limitato a singole categorie/settori. La funzione strategica di tali azioni è quella di stimolare idee ed iniziative nonché di sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti dei fenomeni che ci circondano, quale presupposto essenziale per una corretta programmazione politico-gestionale. Lo spirito che ha mosso tutte gli attori del progetto è stato quello di sensibilizzare gli studenti nei confronti della tutela delle risorse marine proprie del loro territorio e di sviluppare e promuovere la cultura come volano dello sviluppo sostenibile, della pace e dell’integrazione sociale, in armonia con quanto indicato dal Consiglio Europeo di Lisbona 2000. Grazie al lavoro di docenti e di ricercatori, l’arte come forma espressiva si è rivelata uno strumento valido e innovativo di divulgazione della cultura scientifica e ha portato alla creazione di suggestioni sui ragazzi che hanno percepito e realizzato forme e armonie espresse in questa mostra. L’impegno per questa manifestazione rappresenta, quindi, un appuntamento importante con le forze vive siciliane nel campo delle scienze del mare segnatamente ad esperti di biologia, chimica, fisica ed al mondo fantastico dell’arte, al fine di esprimere con le varie tecniche pittoriche un momento di riflessione culturale

    Il nucleo di manoscritti arabi provenienti da San Martino delle Scale e conservati presso la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana

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    Among the manuscripts located into the Central Library of the Sicilian Region “Alberto Bombace” in Palermo there is a nucleus of Arabic manuscripts coming from the Benedectine Monastery of San Martino delle Scale, as testified by the shelf-mark "S.M.", indicating that they used to belong to the Library of San Martino delle Scale’s Monastery. Through an in-depth philological and historical investigation, the author will try to give a general description of the documents providing a reconstruction of their arrival to San Martino delle Scale first and then to the Central Library of the Sicilian Region

    Paolo Branca, Barbara De Poli, Patrizia Zanelli, Il sorriso della mezzaluna. Umorismo, ironia e satira nella cultura araba (prefazione di Mario Scialoja), Carocci, Roma 2011, pp. 196.

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    Uno dei problemi principali sottesi all’insegnamento e, ancor prima, allo studio di discipline arabo-islamiche è la necessità di scardinare pregiudizi e stereotipi, tanto superficiali e generalizzanti quanto dilaganti e profondamente radicati nella mentalità e nell’opinione comuni occidentali. Nutrita da una visione eurocentrica e gerarchizzante del mondo e delle culture, che da secoli impera incontrastata contri- buendo a fomentare pregiudizi e diffidenze nei confronti dell’altro arabo e/o musulmano, l’immagine parziale e stereotipata di kamikaze, concubine e fondamentalisti ha progressivamente sostituito – sovrapponendosi ad essa – l’essenza caleidoscopica della cultura araba, negandone gli aspetti positivi o – nella migliore delle ipotesi – relegandoli in un passato remoto ormai irrimediabilmente perduto. In un siffatto contesto culturale, la stigmatizzazione di pratiche e comportamenti negativi riconducibili a singoli casi, fenomeni isolati all’interno del variegato e composito “mondo arabo-islamico”, ha generato, attraverso una arbitraria amplificazione sineddotica di matrice ideologica e di carattere mediatico, un sentimento di diffidenza e, talvolta, addirittura di disprezzo nei confronti della cultura arabo-islamica tout court. È ovvio che, in un simile contesto, parlare di umorismo arabo possa apparire alquanto strano agli occhi del lettore poco esperto. Fortunatamente, il saggio in questione costituisce un potente antidoto demistificatorio, in grado, grazie alla scorrevolezza dello stile narrativo e al potere catartico di proverbi, vignette e barzellette, che si susseguono copiosi all’interno del testo, di restituire alla cultura araba un po’ della sua leggerezza e positività

    L'Infedele / Ali Bader

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    L'Infedele è la storia di Fatima-Sophie, una giovane donna che vive a Bruxelles ma proviene da un imprecisato villaggio arabo situato ai bordi del deserto, dove la vita è segnata da numerosi episodi di sopraffazione maschilista e di fanatismo religioso. A Bruxelles inizia la vita "europea" della protagonista, che incontra Adrian, un giovane scandinavo, con alle spalle un passato assai misterioso. Alla fine l'incontro tra Sophie e Adrian finirà con l'essere una sorta di resa dei conti non solo di carattere personale, ma anche delle rispettive culture

    Raccontare e raccontarsi al di là dei "limiti": "Ṣamt al-nawāqīs" di Fatḥiyya Dabiš

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    Fatḥiyya Dabiš is a Tunisian novelist, poet, short story writer, translator and literary critic who was born in Mareth in 1969. She is best known for her debut novel, entitled “Mīlānīn” (Melanin) and published in 2019, which won the 6th edition (2020) of the prestigious “Katara Prize for Arabic Novel” (Ğā’izat Katārā li’l-riwāya al-‘arabiyya) in the category “Published Novels” (Fi’at al-riwāyāt al-manšūra). The present article focuses on her collection “Ṣamt al-nawāqīs” (The Silence of the Bells), which is a hybrid narrative work (mağmū‘a qiṣaṣiyya sardiyya hağīna) published in 2018. As the writer clarifies in the Introduction, it is not simply a short story collection but rather a selection of texts, halfway between narrative and thoughts (nuṣūṣ bayna al-qaṣṣ wa’l-ḫāṭir), written with the aim of crossing and breaking the boundaries/limits of literary genres. Starting from such a perspective, the author – through an in-depth critical analysis of some texts – examines the concept of “boundaries”, mostly perceived as “limits”, which concern both the content of texts (most of the stories deal with political imprisonments, physical and social violence, discrimination) and their external form (the author affirms that the adherence to a specific literary genre hinders the aesthetics of the text)

    Dalya Abudi, Mothers and Daughters in Arab Women's Literature. The family Frontier, Brill, Leiden-Boston 2011, pp. 335

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    Le dinamiche inter-relazionali all’interno della famiglia araba e, in particolare, il rapporto madre-figlia nella letteratura araba femminile nell’ultimo mezzo secolo sono le tematiche centrali dell’interessante studio di Dalya Abudi, Mothers and Daughters in Arab Women’s Literature. Il saggio in questione presenta molteplici spunti di riflessione e svariati motivi di interesse. In primis, la scelta del tema. Partendo dall’assunto che la famiglia araba rappresenta una sorta di microcosmo della società, l’analisi interdisciplinare delle dinamiche inter-familiari condotta dalla studiosa rigorosamente dall’interno, ha come immediata conseguenza la demistificazione degli stereotipi tradizionali legati alla rappresentazione dicotomica del rapporto madre-figlia e, sineddoticamente, la decostruzione della visione monolitica sottesa al rapporto tra famiglia e società arabe. Uno dei cliché in questione è costituito dall’immobilità cui il rapporto madre- figlia sembra incontrovertibilmente improntato. Lungi dalla fissità cristallizzante con cui viene sovente rappresentato soprattutto in ambito occidentale, tale rapporto è invece caratterizzato – all’interno del contesto arabo – da una natura dinamica, che risente delle variazioni legate al trascorrere del tempo e alle diverse fasi che scandiscono la vita di una donna, dall’infanzia all’adolescenza, all’età adulta, alla maturità, e che si modifica costantemente, subendo continue ridefinizioni in virtù delle suddette variazioni e in base ai diversi contesti storico-culturali
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