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Le scale in Sicilia in etĂ moderna: alcune osservazioni
Le scale in Sicilia possiedono una storia millenaria. Precoci
sono anche gli esempi dove un elemento di stretta
natura funzionale acquista prerogative simboliche. Si tratta certamente di un ambito opaco, che può apparire soggetto ad arbitrarie decifrazioni, ma gli indizi per formulare ipotesi non sono assenti, mentre appare palese che alcune scelte formali presuppongano l’esistenza di un pubblico e quindi di una ritualità .Il saggio intende ripercorrere, attraverso esempi esistenti o documentati, la storia delle scale a chiocciola in pietra a vista nella Sicilia d'età modern
Tecniche antisismiche nella Sicilia di etĂ moderna
Nella Sicilia d'etĂ moderna ricorrono spesso esempi dove le ragioni strutturali, in relazione ai dibattiti incentrati sugli effetti disastrosi di numerosi eventi sismici che hanno interessato l'isola in particolare dal Cinquecento al Settecento, condizionano e spiegano alcune scelte formali attuate nell'architettura monumentale
Un'ipotesi per la cattedrale di Iglesias
This article focuses on the 3D virtual reconstruction of the first restoration project of the cathedral of San Maria in Iglesias (first half of 16th century). A complex work of renovation of the old medieval temple, which likely was meant to radically transform the presbytery of the church and to replace the previous timber roof truss of the nave with a simple ribbed vaults, as several clues seem to suggest. In the absence of archival data, the virtual reconstruction allowed to verify some hypotheses originated from the observation of material traces, ascribable to the construction phase of the building here analysed. Indirect proofs seem to suggest that a collapse, happened in an unspecified date, interrupted this intervention, giving the chance for the further renovation of the coverage (since the 1570s), with the construction of the current star-shaped rib vaulting of the nave
Modica nel Cinquecento: le grandi fabbriche chiesastiche
Il presente volume intende promuovere la conoscenza della cittĂ siciliana di Modica attraverso lo studio dei cantieri di architettura. Il taglio documentario della ricerca intreccia le problematiche relative alla storia urbana, ai processi e alle consuetudini locali che stanno alla base del mondo della costruzione.
Si tratta di una modalità di approccio che vuole colmare vuoti e rendere meno approssimativo il quadro delle molteplici realtà che compongono l’isola, per generare nuove riflessioni sui protagonisti, sui saperi
costruttivi, sull’organizzazione delle fabbriche, sulle specificità dei luoghi
ARCHITETTURA E COSTRUZIONE IN ITALIA MERIDIONALE (XVI-XVII SEC.)
La ricerca presentata in questo volume intende tenere a qualche distanza il paradigma centro-periferia, o quello speculare della lingua e dei dialetti, che, con altri termini e pur dando dignità agli “sconfitti”, riconfermano e sclerotizzano la distanza tra centri egemonici e luoghi della ricezione e della traduzione. In che misura la produzione artistica del Meridione (di certo Meridione, naturalmente) nel Cinquecento è ascrivibile ad una categoria fissata una volta per tutte? Vale ancora questo parametro per le ricerche di natura costruttiva o per la pratica della stereotomia? Forse la permeabilità o l’indifferenza a determinate conquiste (quelle che oggi, dopo Vasari e dopo un secolo di studi sovente caratterizzati da un’intransigenza superiore a quella di Vasari, consideriamo tali) partono da ragioni diverse da quelle che suppongono una differenza strutturale.
La distanza è soprattutto misurabile a partire dalle esiguità delle ricerche, dalla differenza quantitativa di fonti e di documentazione reperibile, non ultimo, è drasticamente condizionata dallo stato attuale delle architetture. In Sicilia, come a Napoli o in Puglia, quasi sempre i monumenti del Cinquecento sono complicati palinsesti da decifrare.
Forse va tenuta in considerazione l’esistenza di un costante e larvato scetticismo per l’armonia e l’assenza di fedeltà a disegni duraturi; si tratta spesso di opere dove la sacralità del progetto iniziale, dell’istante in cui sono state concepite non ha inibito le modifiche, le aggiunte, le mutazioniIs it possible today to write about the architecture of
southern Italy and its islands, in an age rich in echoes
and studies about Italian history, while trying to avoid
any justification, the circularity of common places or
an excessive insistence on identity? Are there new paradigms
that can to some extent, lead us to a different
idea of the South and make us understand that the architecture
of that part of Italy that is often belittled is
not devoid of progress, that it had its own masters,
personal experimentation efforts, and debates, and that
it is not the place (or only the place) of inertia, tradition,
improvisation, fatalistic acceptance and backwardness?
Perhaps this is now possible today, with the
available materials and sources, if we renounce building
the narration on language, understood as style, and on
representation, by embedding alleged messages and allegories
for contemporaries and for posterity in the architectural
choices and arguments that have long had a
central place in traditional historiography. This study presents the final results of the Cosmed
Project. Its four chapters examine the special ties that
bind the construction of the vaults and domes of southern
Italy and its islands with a broader and more articulated
network especially in the sixteenth and
seventeenth centuries. The study reveals the existence
of a transcultural Mediterranean crossed by masters
with diverse skill sets who imported their experience,
blending it with other building traditions and achieving
results that transcend boundaries imposed by the historiography
of individual countries.
In particular, it addresses the topic of funeral mausoleums
placed in the choir of churches, the debate on
dome claddings with particular reference to the city of
Palermo, the search for vault solutions without ribs and
finally a survey of some apparently isolated and marginal
cases in southern Italy showing the ties and experiments
that actually inspired them
La Provincia di Sicilia
Il contributo intende ragionare sulla produzione sisciliana nell'ambito dell'architettura gesuitica sulla base delle recenti acquisizioni documentarie e storiografiche sull'argomento che, allo stato attuale degli studi, si presenta ancora vasto, ma frammentato e ricco di incongruenze.Rimangono infatti sospesi molteplici quesiti e alcuni episodi sembrano ancora celare storie che potrebbero illuminare l’intero
fenomeno.Un ulteriore schema di lettura da esplorare potrebbe basarsi sull’incontro tra il
linguaggio standard della Compagnia (il modo nostro promosso dall’Ordine e da
architetti che spesso si formano a Roma), e i criteri diffusi in ambito locale; mentre
può essere necessario e utile individuare i temi che finiscono col diventare esclusivi della produzione architettonica nella provincia siciliana, poiché anche l’architettura gesuitica contribuisce a fondare, rinsaldare e rinnovare la tradizione
La cattedrale di Alghero. Note e ipotesi sul primo progetto
The Cathedral of Alghero presents numerous unresolved historiographical problems. This essay proposes a recostruction of the building history from the first half of the sixteenth century and until it underwent a radical break around 1560. Starting from the surviving traces in the apsidal area and from the analysis of the context, the aurìthor proposes a recostruction of the first project and outlinesa plausible partecipation of architectural masters of Valenci
Rinascimento alla francese: Gabriele Licciardo, architettura e costruzione nel Salento della metĂ del Cinquecento
L’architettura salentina del XVI secolo offre ricchezza e profondità di riferimenti ma anche ostacoli posti contestualmente da una documentazione incompleta e priva di riscontri sicuri. Di questa labilità di assunti è intrisa la vicenda della personalità che viene considerata risolutiva, quella più nota alla storiografia architettonica: Gabriele Licciardo. Questo studio parte da una ricostruzione plausibile della biografia del maestro alla luce delle poche notizie esistenti e dell’architettura costruita. Per individuare aspetti utili ad inquadrare il caso Licciardo occorre osservare fabbriche del Salento che sono accomunate da sperimentazioni significative nel campo delle volte in pietra: l’abside (volta impostata su una geometria semi ennagonale e chiave pendente con figurazioni scultoree) della chiesa di Santa Croce a Lecce o il grande vano quadrato posto in corrispondenza dell’ala nord del castello di Cavallino (volta a spigoli vivi). Si tratta di soluzioni costruttive che non sembrano avere radici né nella tradizione costruttiva salentina né nella trattatistica italiana, mentre delineano gli esordi di una solida tradizione locale. I riferimenti possibili denunciano un milieu extra peninsulare e un bagaglio di conoscenze che hanno relazioni indirette con le soluzioni teorizzate da Philibert Delorme. Il mondo francese si affaccia quindi in Salento, rendendo all’improvviso problematici i paradigmi su cui si è basata la costruzione storiografica. Gli indizi sinora emersi e le riflessioni qui proposte obbligano a tirare conclusioni diverse da quelle sinora postulate in merito alla provenienza di Licciardo e soprattutto alla sua formazione
Le dinastie artigiane come problema storiografico per l'architettura della Sicilia sud-orientale del XVI secolo
The essay examines the case of the documented beginnings of a dynasty of master builders (in south-east Sicily in the mid 16th century): the Odierna family. The brevity and incompleteness of the sources lead to an initial, superficial interpretation; a simple artisan dimension with little real information. However, it requires an additional - deeper interpretation to grasp the true picture - of the first modern age of the Island. After the 1542 earthquake, a multi-disciplinary study of the surviving monuments, of the patrons and of the relations with the other artists reveal a moment of particular activity in the area, enriched by the still mysterious but talented “external” presences. Keywords: Sicily, master builders, 16tn century, Odierna familyIl saggio esamina il caso degli esordi documentabili (limitati alla parte centrale del Cinquecento) di una dinastia di maestri costruttori: gli Odierna, attivi in Sicilia sud orientale. La laconicità e lacunosità delle fonti costituiscono un ostacolo che può contribuire a rinsaldare la lettura più convenzionale della primà età moderna nell’Isola, appiattita in una dimensione artigianale e priva di reali novità . Lo studio intrecciato delle opere superstiti, della committenza e delle relazioni con altri maestri svelano in realtà un momento di particolare fermento nell’area, dopo il sisma del 1542, arricchita da ancora misteriose ma qualificate presenze “esterne”.Parole chiave: Sicilia, maestranze, XVI secolo, Odiern
Palermo e la Sicilia occidentale
A partir de la segunda mitad del siglo XV, la llegada a Palermo de escultores de formación toscana conlleva un reequilibrio en las relaciones de fuerza dentro de las obras de arquitectura. A los escultores (marmolistas) se les pide cada vez más a menudo la ejecución de altares, puertas, ventanas, columnas que emplean un lenguaje a la antigua. La formación de gremios (en 1487) puede interpretarse como una eficaz réplica del mundo gótico a las presiones del clasicismo; al mismo tiempo, la actividad y el éxito en la Sicilia occidental de importantes maestros (Carnilivari, Casada, Belguardo) confirman la vitalidad del último gótico y su capacidad de enfrentarse y entrelazarse con la historia y las tradiciones locales.
No faltan, sin embargo, a nivel local, numerosas tentativas de emulación del lenguaje renacentista; desde la tercera década del siglo XVI esta influencia se multiplica por las continuas peticiones de los comitentes. Mientras que las elecciones efectuadas por los últimos maestros de la tradición evolucionan por lo que se refiere a decantación del lenguaje, simplificación, racionalidad y eficacia constructiva, nuevas construcciones (moderadamente a la antigua) se inspiran abiertamente en proyectos y polémicas surgidas en obras góticas. Es el caso de las iglesias columnarias, realizadas en Palermo a principios del siglo XVI (en gran parte empezadas como respuesta a la obra de Santa Maria della Catena), y también de otros episodios significativos de la época
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