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    Storia naturale dell'infezione cronica da HBV in paziente HBeAg negativo e anti-HBe positivo a bassa replicazione virale

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    PREMESSA: La maggioranza dei portatori di infezione cronica da HBV presenti attualmente nella nostra area presenta un profilo virologico caratterizzato dalla negatività dell’antigene “e” (HBeAg) e dalla positività dell’anticorpo omologo (anti-HBe). I portatori HBeAg negativi possono presentare differenti quadri clinici, dall’epatite cronica (chronic hepatitis B, CHB, con HBV-DNA >20000 IU/mL e transaminasi alterate), allo stato di portatore inattivo (inactive carrier, IC, con HBV-DNA persistentemente ≤2000 IU/mL e transaminasi normali); alcuni soggetti, infine, definiti portatori attivi a bassa replica (low viremic active carrier, LV-AC) presentano una condizione intermedia caratterizzata dalla presenza di livelli di HBV-DNA compresi fra 2000 e 20000 IU/mL e di valori di transaminasi normali. SCOPO DEL LAVORO: Studiare la storia naturale dell’infezione da HBV nella fase HBeAg negativa in una coorte di 153 portatori cronici con viremia 20000 IU/mL e transaminasi nella norma alla prima osservazione, seguiti prospetticamente. E’ stato valutato il comportamento virologico e clinico nel lungo termine per identificare i fattori associati alla transizione: - da infezione conclamata ad occulta (perdita dell’HBsAg sierico con o senza sviluppo di anti-HBs), - da infezione attiva a bassa replica (viremia sempre ≤20000 IU/mL) ad inattiva (viremia sempre ≤2000 IU/mL) - da infezione inattiva ad attiva (riattivazione). RISULTATI: I portatori sono stati sottoposti ad un monitoraggio trimestrale di 12 mesi per caratterizzare la fase di infezione e quindi ad un successivo follow-up per valutarne la storia naturale. Nei primi 12 mesi: - 20 (13.1%) hanno sviluppato una riattivazione epatitica; - 87 (56.9%) sono stati classificati come IC: nel corso del successivo follow-up 19 (21.8%) hanno perso l’HBsAg (10 con sieroconversione anti-HBs), mentre 3 (3.4%) hanno presentato transizione a LV-AC; - 46 (30.0%) sono stati classificati come LV-AC: 20 (43.5%) sono successivamente diventati IC (2 con progressiva perdita dell’HBsAg), mentre solo 1 (2.2%) ha presentato riattivazione epatitica (CHB). Dei 20 portatori con riattivazione nei primi 12 mesi di caratterizzazione virologica, al basale 16 avevano HBV-DNA >2000 IU/mL e gli altri 4 presentavano livelli di HBV-DNA ≤2000 IU/mL ma HbsAg >1000 IU/mL; nessuno di essi aveva livelli basali di HBV-DNA e HBsAg rispettivamente <2000 IU/mL e <1000 IU/mL. Analizzando il sottogruppo dei portatori inattivi (IC), la perdita di HBsAg è risultata indipendentemente associata ai livelli basali di HBsAg (P=0.009), alla loro riduzione annuale (P=0.010) e alla durata del follow-up (P=0.031). Il genotipo virale diverso dal D (P=0.038) e l’origine non italiana (P=0.049) risultavano associati a livelli di HBsAg più elevati (>1000 IU/mL). Nei LV-AC la presenza di livelli basali di HBsAg ≤2000 IU/mL è risultata l’unico parametro indipendentemente associato al raggiungimento di un più efficace controllo dell’infezione (passaggio ad IC) (P=0.003). CONCLUSIONI: I risultati dello studio confermano la necessità di caratterizzare i portatori di HBsAg HBeAg negativi che alla prima osservazione presentano bassi livelli viremici (HBV-DNA <20000 IU/mL) e transaminasi normali per il rischio di non diagnosticare una sottostante epatite cronica B in fase di transitoria remissione. La combinazione al basale di HBV-DNA ≤2000 IU/mL e HBsAg ≤1000 IU/mL permette di identificare con elevata accuratezza i portatori che non andranno incontro a riattivazione epatitica (valore predittivo negativo, PPN 100%), mentre un monitoraggio virologico e biochimico trimestrale per almeno 12 mesi dopo la prima osservazione permette di identificare la stragrande maggioranza dei portatori che svilupperanno un quadro di epatite B. Nel portatore inattivo, ma con elevati livelli di HBsAg (>1000 IU/mL), occorre tener conto delle variabili legate alle caratteristiche del virus (genotipo), dell'infezione e dell'ospite che possono giustificare elevati livelli dell’antigene anche in presenza di un efficace controllo della replicazione. L’osservazione nel tempo dei portatori con bassi livelli di HBV-DNA al basale ha permesso di dimostrare che: - i soggetti che mantengono livelli viremici ≤20000 IU/mL per 12 mesi hanno un rischio di riattivazione molto basso; - coloro che sono stati classificati come LV-AC hanno elevata probabilità di diventare IC nel corso del monitoraggio, in particolare se presentano livelli basali di HBsAg <2000 IU/mL; - il 20% degli IC va incontro alla perdita dell'HBsAg nell’arco di 5 anni, transitando nella fase di infezione occulta

    Upper G.I hemorrage from glass fragments&apos; ingestion in a patimento with jejunal diverticula. Case report

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    AbstractIntroductionAcute upper gastrointestinal bleeding is a common emergency. The ingestion of foreign bodies represents a less frequent cause of bleeding, but it is equally life-threatening, especially if the patient does not report the incident.Presentation of caseWe are reporting the case of a 77-year-old patient with a bleeding caused by ingestion of glass fragments with co-existing jejunal diverticula.DiscussionThe ingestion of foreign bodies is a rare, mostly accidental event. Another possible source of upper G.I. bleeding is jejunal diverticula; in this case, the examination of the specimens showed evidence of glass ingestion fragments as the likely cause of bleeding.ConclusionSurgeons should be aware that patients may fail to report correctly on the possible causes of bleeding, misleading the diagnosis, and delaying the diagnostic routes

    Toxicity and morbility after isolated lower limb perfusion in 242 chemo-hyperthermal treatments for cutaneous melanoma: The experience of the Tuscan Reference Centre

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>The aim of this retrospective study was to assess the results concerning the regional and systemic toxicity and complications in 242 chemo-hyperthermal treatments (HILPs) for lower limb melanoma.</p> <p>Patients and methods</p> <p>60 HILPs (G-A) were performed with mild HT plus L-PAM (10 mg/lt) ± D-actimomycin; 74 HILPs (G-B) with true HT (40–41.8°C) plus L-PAM (10 mg/lt) ± D-act; 108 HILPs (G-C) with true HT plus L-PAM (10 mg/lt) ± D-act plus L-PAM (5 mg/lt) additional bolus.</p> <p>Results</p> <p>Limb toxicity was very low in G-A and in G-B; increasing toxicity (grade III = 37%) in G-C; no grade IV statistical difference was registered in all three groups, with percentage values among 1.6% and 2.7%. Systemic toxicity showed itself only in the haemopoietic parameters. No differences were registered in G-B vs G-A group. In G-C vs G-B a significative increase of systemic toxicity was seen in grade 3 (p < 0.05). Postoperative complications were acceptable. Local and systemic side-effects were transient; no permanent neurological limb deficit was registered. The postoperative mortality was recorded in 3/182 HILPs (1.6%) of the G-B and G-C groups.</p> <p>Conclusion</p> <p>These data suggested that the technical implementations reduced the occurrence and the severity of the side effects and complications. The essential requirement for HILP is the quality assurance of the procedures. Although higher regional and systemic toxicity were observed in the G-C group caused by L-PAM additional bolus, the safeness of the procedures under the true hyperthermal regimen and the time increase of the high L-PAM concentration have assured the treatment reliability along with the increased clinical efficacy expectations of the treatments.</p

    Impure Public Goods and Technological Interdependencies

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    Impure public goods represent an important group of goods. Almost every public good exerts not only effects which are public to all but also effects which are private to the producer of this good. What is often omitted in the analysis of impure public goods is the fact that – regularly – these private effects can also be generated independently of the public good. In our analysis we focus on the effects alternative technologies – independently generating the private effects of the public good – may have on the provision of impure public goods. After the investigation in an analytical impure public good model, we numerically simulate the effects of alternative technologies in a parameterized model for climate policy in Germany

    Cartel Stability under an Optimal Sharing Rule

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    Bargaining with Non-Monolithic Players

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    What are the Effects of Contamination Risks on Commercial and Industrial Properties? Evidence from Baltimore, Maryland

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    Urban Environmental Health and Sensitive Populations: How Much are the Italians Willing to Pay to Reduce Their Risks?

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    Emissions Trading, CDM, JI, and More - The Climate Strategy of the EU

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