13 research outputs found

    Strategic Risk Management and Corporate Value Creation

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    Major corporate failures, periodic recessions, regional debt crises and volatile markets have intensified the focus on corporate risk management as the means to deal better with turbulent business conditions. Hence, the ability to respond effectively to the often dramatic environmental changes is considered an important source of competitive advantage. However, surprisingly little research has analyzed if the presumed advantages of effective risk management lead to superior performance or assessed important antecedents of effective risk management capabilities. Here we present a comprehensive study of risk management effectiveness and the relationship to corporate performance based on panel data for more than 3,400 firms accounting for over 33,500 annual observations during the turbulent period 1991- 2010. Determining effective risk management as the ability to reduce earnings and cash flow volatility, we find that it has significant positive relationships to lagged performance measures after controlling for industry effects and company size. We also find that availability of slack resources and investment commitments affect the risk management capabilities and their relationship to performance

    Risk Management and Value Creation

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    Corporate failures, periodic recessions, regional debt crises and volatile financial markets have intensified the focus on risk management as the means to deal with turbulent conditions. The ability to respond effectively to abrupt environmental impacts is considered an important source of competitive advantage. Yet, surprisingly little research has analyzed whether the presumed advantages of effective risk management are associated with superior outcomes. Here we present a comprehensive study of risk management effectiveness and the relationship to corporate performance based on more than 33,500 observations in 3,400 firms over the turbulent 20-year period 1991-2010. Determining effective risk management as the ability to reduce earnings and cash flow volatility, we find that both have significant positive relationships to lagged performance measures after controlling for industry effects, company size and financial leverage

    Risks, Deviations from Efficiency, and Financial Regulation: A Foreword

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    The increasing role taken by risk management in the financial literature, and at the same time, in banking management literature, cannot be only explained by the impact that the financial crisis has had on the imbalances of financial intermediaries. The crisis has certainly led to an acceleration and intensification of a process which began some time ago, and that could indeed be inherent in the nature of credit and financial companies. Particularly, the asymmetric information theory provides many clues not only for explaining the existence and the crucial role of banks in financial markets and in the economy as a whole, but also for explaining financial fluctuations and their recurring degeneration into serious, sometimes devastating, financial crises. The causal mechanisms, triggered by an increase in the interest rate producing a positive feedback with asymmetric information, are liable to trigger cumulative processes bringing about recurring fluctuations, and under particular circumstances, financial collapse

    Gli indici economico-finanziari per la previsione del default

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    L’impresa non può adempiere ai propri impegni finanziari a causa dell’indebolimento della forza competitiva o per ragioni di insostenibilità del debito. Il contenuto degli schemi di bilancio, delineato dalla disciplina civilistica, non è in grado di evidenziare grandezze patrimoniali e risultati economici che consentano una adeguata comprensione delle dinamiche aziendali. Il presente lavoro mostra come per risolvere tale problematica occorra calcolare degli indicatori attraverso riclassificazioni di bilancio: lo stato patrimoniale,in base al criterio della pertinenza alla gestione, delineando anche un prospetto di capitale investito e capitale raccolto e la riclassificazione di conto economico secondo lo schema della produzione e valore aggiunto. Viene posta attenzione alla misurazione della stabilità della forza competitiva, analizzando lo sviluppo dell’attività, il rendimento dei capitali. La prima mediante la misurazione della variazione del fatturato, delle immobilizzazioni tecniche, del grado di ammortamento delle immobilizzazioni e la variazione del capitale netto. La seconda attraverso la variazione del risultato ordinario, l’analisi dell’ebit e la variazione delle scorte in rapporto alla variazione del fatturato, la variazione del tasso di ammortamento e altri indicatori. Viene altresì misurata la sostenibilità del debito attraverso l’analisi di solidità, liquidità e la variazione dei tassi di interess

    Rischio di credito e pricing dei prestiti bancari

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    Il rischio di credito, nella prospettiva del soggetto finanziatore è definibile: il "rischio di qualunque prestito espresso espresso dalla probabilità che l'operazione non dia alcun contributo positivo alla redditività della azienda finanziatrice o addirittura incida sfavorevolmente sui risultati di esercizio" (Dell'Amore 1965). Più recentemente il rischio di credito è stato definito da Sironi (2005) come "l'eventualità che si verifichi una variazione inattesa del merito creditizio; variazione in grado di generare una modifica imprevista del valore del mercato della posizione creditoria. Entrambe le definizioni contengono i due elementi fondanti il rischio di credito: il rischio di insolvenza e il rischio di migrazione. Attraverso un nuovo approccio metodologico e interdisciplinare, nel paper vengono analizzati, secondo la prospettiva della finanza aziendale, del diritto e della economia aziendale (aspetti contabili) i due rischi appena citati, la quantificazione della perdita attesa (expected loss, EL) e la perdita inattesa (unespected loss, UL), la relazione tra perdita attesa e costo del debito, il valore della esposizione creditizia che ci si attende al momento del default (exposure at default, EAD), il tasso atteso di perdita attribuibile alla stessa esposizione creditizia (expected loss rate, ELR). In aggiunta, si definisce il tasso di perdita attesa come il prodotto di altri due fattori: la probabilità di insolvenza del debitore (probability of default, PD), il valore atteso della quota del credito non recuperabile in caso d'insolvenza (loss given default, LGD); e, la stima dell'esposizione al momento di default attraverso l'entità del fido utilizzato (drawn portion, DP), la quota inutilizzata al momento della valutazione (undrawn portion, DP), la percentuale di quota inutilizzata che si prevede sara dal debitore al momento dell'inoslvenza (usage given default, UGD). Nella parte finale si focalizza la ricerca sulla relazione tra perdita attesa e costo del debito inerenti il pricing del prestito al fine di impostare le politiche di differenziazione di tasso di interesse dei prestiti in base al rischio di credito ad essi correlato e si pone in evidenza come il costo del debito per l'impresa dipenda dalla probabilità di default della impresa stessa; che a sua volta dipende dalla situazione economico finanziaria attuale e prospettica della loss given defaul

    Il modello di valutazione del merito creditizio delle PMI: la nostra proposta

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    L’individuazione dell’evento creditizio da considerarsi come proxy del default costituisce una fase preliminare alla stima di un modello di rating; nella maggioranza degli studi scientifici è stato utilizzato un concetto di insolvenza assimilabile al fallimento giuridico dell’impresa. Il nostro modello della valutazione della probabilità di insolvenza è basato su un campione di imprese in default che presentano una situazione di insoluto come indicata in Basilea 2. Nello sviluppo della articolazione dei modelli abbiamo adottato un approccio industry-specific per stimare adeguatamente la probabilità di insolvenza; abbiamo riscontrato che le PMI oggetto di indagine presentano una struttura di bilancio collegata all’attività svolta e quindi alquanto eterogenea tra loro e quindi diviene necessaria l’indentificazione di indicatori rilevanti nei vari settori industriali che costituiscono le ‘leve’ gestionali sulle quali agire. Quindi la scelta di stimare modelli industry-specific si affianca alla significativa variabilità dei tassi di insolvenza reali tra differenti settori, ciò perché mettiamo in evidenza che un unico modello generale potrebbe sottostimare/sovrastimare la probability of defualt, a seconda dei settori industriali. La scelta di un modello settoriale è preferibile qualora si abbia una adeguata numerosità campionaria, ma anche attraverso una nostra scelta metodologica di aggregazione dei dati capace di superare il limite della numerosità campionaria senza abbandonare l’approccio industry-specific. Quindi come novità metodologica, sono stati aggregati all’interno di un medesimo campione, imprese provenienti da settori diversi (creando dei macro-settori). Tale campionamento è stato realizzarto aggregando codici d’attività economica (primi due digit del Codice Atecofin: in questo modo, sono stati creati cinque gruppi: tessile, meccanica, costruzioni, turismo e residuale, sulla base dei quali sono stati costituiti i modelli specifici ). Il processo di aggregazione è stato effettuato su sole basi qualitative, ossia tenendo conto della somiglianza in termini di profili di rischio e del trade-off esistente tra dimensione del campione e omogeneità delle imprese in esso incluse. Quindi campioni settoriali più ristretti e quindi maggiore omogeneità delle imprese in esso incluse, le quali dovrebbero garantire una maggiore performances dei modelli

    Managing Risk and Opportunity

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    xv, 185 hlm,; 25 c

    Editorial of the Selected Papers on Risk Measurement Presented at the 2012 IRM Conference on Global Standards for Risk Measurement, Management and Regulation

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    Editorial of the 2012 IRMC Conference "Global Standards for Risk Measurement, Management and Regulation", which presents five papers on financial stability selected among the several presented at conference.JRC.G.1-Scientific Support to Financial Analysi
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