Changes in high-intensity precipitation on the northern Apennines (Italy) as revealed by multidisciplinary data over the last 9000 years

Several record-breaking precipitation events have struck the mountainous area of the Emilia-Romagna region (northern Apennines, Italy) over the last 10 years. As a consequence, severe geomorphological processes such as debris avalanches and debris flows, shallow landslides, and overbank flooding have affected the territory, causing severe damage to human-made structures. The unusual intensity of these phenomena prompted an investigation into their frequency in the past, beyond instrumental time. In the quest for an understanding of whether these phenomena are unprecedented in the region, peat bog and lake deposits were analyzed to infer the frequency of extreme precipitation events that may have occurred in the past. We present the results of a dedicated field campaign performed in summer 2017 at Lake Moo in the northern Apennines, a 0.15 km2peat bog located at an altitude of 1130ma.s.l. During the extreme precipitation event of 13-14 September 2015, several debris flows generated by small streams affected the Lake Moo plain. In such a small drainage basin (<2 km2), high-density floods can be triggered only by high-intensity precipitation events. The sedimentary succession (ca. 13m thick) was studied through the drilling of two cores and one trench. The sequence, characterized by clusters of coarse-grained alluvial deposits interbedded with organic-rich silty clays and peat layers, was analyzed by combining sedimentological, pollen, microanthracological and pedological data with radiocarbon dating (AMS 14C) in an innovative multidisciplinary approach for this area. Original data acquired during the field campaign were also correlated with other specific paleoclimatic proxies available in the literature for the northern Apennines area. We discover that the increase in extreme paleoflooding, associated with coarse-grained deposits similar to the ones observed recently, correlates well with the warm phases of the Holocene Thermal Maximum and with the ongoing warming trend observed that started at the beginning of the last century

Highly Luminescent Europium(III) Complexes in Solution and PMMA-Doped Films for Bright Red Electroluminescent Devices

This paper reports the synthesis, structure, photophysical, and optoelectronic properties of five eight-coordinate Europium(III) ternary complexes, namely, [Eu(hth)3(L)2], bearing 4,4,5,5,6,6,6-heptafluoro-1-(2-thienyl)-1,3-hexanedione (hth) as a sensitizer and L = H2O (1), dpso (diphenyl sulphoxide, 2), dpsoCH3 (4,4′-dimethyl diphenyl sulfoxide, 3), dpsoCl (bis(4-chlorophenyl)sulphoxide, 4), and tppo (triphenylphosphine oxide, 5) as co-ligands. The NMR and the crystal structure analysis confirmed the eight-coordinate structures of the complexes in solution and in a solid state. Upon UV-excitation on the absorption band of the β-diketonate ligand hth, all complexes showed the characteristic bright red luminescence of the Europium ion. The tppo derivative (5) displayed the highest quantum yield (up to 66%). As a result, an organic light-emitting device, OLED, was fabricated with a multi-layered structure—ITO/MoO3/mCP/SF3PO:[complex 5] (10%)/TPBi:[complex 5] (10%)/TmPyPB/LiF/Al—using complex 5 as the emitting component

The Botanical Record of Archaeobotany Italian Network - BRAIN: a cooperative network, database and website

The BRAIN (Botanical Records of Archaeobotany Italian Network) database and network was developed by the cooperation of archaeobotanists working on Italian archaeological sites. Examples of recent research including pollen or other plant remains in analytical and synthetic papers are reported as an exemplar reference list. This paper retraces the main steps of the creation of BRAIN, from the scientific need for the first research cooperation to the website which has a free online access since 2015

The Botanical Record of Archaeobotany Italian Network - BRAIN: a cooperative network, database and website

The BRAIN (Botanical Records of Archaeobotany Italian Network) database and network was developed by the cooperation of archaeobotanists working on Italian archaeological sites. Examples of recent research including pollen or other plant remains in analytical and synthetic papers are reported as an exemplar reference list. This paper retraces the main steps of the creation of BRAIN, from the scientific need for the first research cooperation to the website which has a free online access since 2015

Testimonianze archeobotaniche.

Il libro approfondisce il tema della piantata, tipica forma di allevamento della vite che ha caratterizzato l'attività agricola dell'uomo dall'età del Ferro fino ai giorni nostri ed è da sempre al centro dell'economia agricola del nostro territorio fornendo vino, legna e fascami per il bestiame, prodotti indispensabili per il sostentamento e lo sviluppo dell'uomo. In particolare, il presente contributo è un ricco ed approfondito trattato sulle testimonianze archeobotaniche di vite rinvenute nei siti archeologici dell'Emilia Romagna durante il periodo Olocenico dal punto di vista carpologico (vinaccioli, bucce, pedicelli, vinacce, ecc.), antraco-xilologico (carboni e legni) e palinologico (pollini). Scopo del lavoro è dare un contributo alla conoscenza della diffusione della vite in Emilia Romagna, sottolineando l'importanza che essa ha avuto sul nostro territorio nel corso dei secoli fino ai giorni nostri

La ricerca archeobotanica in laguna di Venezia: ricostruzione del paesaggio vegetale naturale e antropico

Sintesi dei dati emersi dalle indagini archeobotaniche della laguna veneta in un arco cronologico compreso fra l'età veneta e l'età moderna. I reperti botanici macro e microscopici risultano ben conservati e hanno fornito utili indicazioni per ricostruire importanti aspetti del paesaggio vegetale e dell'antropizzazione del territorio

Il paesaggio vegetale e l’attività antropica

Ricostruzione del paesaggio vegetale in epoca villanoviana a Bologna attraverso le analisi polliniche. Il paesaggio vegetale risulta piuttosto aperto e costantemente frequentato. L'azione dell'uomo è particolarmente rilevante ed è caratterizzata da intensa attività agricola: coltivazioni di cereali, canapa, piante da frutto fra cui il gelso nero ed il gelso bianco e specie ortive

Il corpo di Cangrande della Scala: risultati delle indagini palinologiche

Le analisi palinologiche effettuate sui campioni esterni ed interni del corpo di Cangrande hanno permesso di evidenziare la presenza di un interessante e diversificato contenuto pollinico in grado di fornire preziose indicazioni relative al rituale funebre, all’utilizzo esterno di unguenti/medicamenti e all’assunzione di bevande/sostanze medicamentose nelle ultime fasi di vita del Principe. In tutti i campioni esterni del corpo sono stati rinvenuti granuli pollinici appartenenti a numerose e diversificate specie vegetali con proprietà terapeutiche che farebbero presupporre l’utilizzo di unguenti, preparati e soluzioni applicate in diverse zone del corpo per curare il Principe ammalato; in particolare, la maggiore concentrazione di queste piante è stata rinvenuta a livello dell’addome e del bacino, dove erano localizzate le zone doloranti di Cangrande. Fra le piante rinvenute all’interno del corpo, nell’emiaddome e nell’intestino, si segnalano reperti pollinici di camomilla, gelso nero, diverse felci e digitale: questo gruppo di piante indicherebbe la somministrazione al Principe di uno o più infusi/bevande medicamentose per alleviare coliche e crampi di stomaco e intestino. sulla base delle indagini effettuate grazie alla palinologia, sembrerebbe che la morte del Principe possa essere con buona probabilità imputata ad un sovradosaggio di digitale

I risultati delle indagini palinologiche

Durante le fasi di scavo del tumolo sono stati prelevati e poi studiati in laboratorio numerosi campioni pollinici, per ricostruire il paesaggio vegetale e l'ambiente circostante la sepoltura. Il paesaggio vegetale coevo alla sepoltura risulta aperto e caratterezzato da elementi tipici dei boschi di latifoglie decidue. buona è la presenza di specie tipiche delle zone umide. Rlevante risulta la concentrazione di granuli pollinici legata forse a offerte votive. La vegetazoone erbace è caratterizzata dalle piantre antropiche spontanee, accompagnate da numerose cicorioidee e graminacee spontanee. Sono presenti vicino al tumolo coltivazioni di cereali