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    LA FARMACOGENOMICA NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA CHEMIOTERAPIA: POLIMORFISMI GENICI E 5-FLUOROURACILE NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO

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    Introduzione: Il 5-fluorouracile (5-FU) ed il suo profarmaco capecitabina, attivo per via orale, è usato nel trattamento di numerosi tumori solidi, tra cui carcinomi mammari, colo-rettali e della regione testa-collo. Nonostante la sua efficacia, a suo carico sono stati associati fenomeni di grave tossicità correlati all’enzima diidropirimidina deidrogenasi (DPD), responsabile del suo metabolismo,la cui carenza determina un profondo ritardo nell’eliminazione dell’agente chemioterapico.Pertanto la presenza di polimorfismi nella regione codificante del gene DPYD può determinare lo sviluppo di gravi tossicità di III-IV grado, come: nausea, vomito, diarrea, stomatiti, leucopenia, neutropenia, piastrinopenia, anemia e sindrome mano-piede

    Pseudocisti pancreatiche infette: Note di tecnica

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    Introduction. Starting from the observation of 9 cases of giant infected pancreatic cysts, which occurred from 1994 to 2004 at the Department of Oncological and Surgical Studies, the Authors' aim has been to evaluate whether a more thorough necrosectomy, carried-out under videoendoscopic control, associated with a nose-gastro-cavity tube, which ensures a continuous cleansing of the newly-formed cavity, and an appropriate positioning of the drainages, could reduce the morbility and allow a shorter recovery of the infected psuodocysts. Patients and methods. Of 73 cases of acute pancreatitis, observed from 1994 to 2004, 9 showed severe and acute pancreatitis, which included giant pseudocysts, as revealed by the abdomen angio-TC. Our nine septic patients underwent cysto-gastro-anastomosis, necrosectomy, intraoperative cleansing of the cavity with an antibiotic solution and positioning of multiple drainages. Three of these patients also underwent a thorough and targeted nectrosectomy, assisted by a trans-anastomotic videoendoscopy. A nose-gastro-cavity tube has been placed in all the patients. Results. The disappearance of the septic state in our three patients who underwent a targeted video-assisted necrosectomy occurred after three days of treatment; moreover, the abdomen angio-TC on the 5th postoperative day showed the disappearance of the necrotic areas. The recovery of these three patients was significantly shorter, compared to those undergoing traditional treatment (cysto-gastro-anastomosis, standard necrosectomy and positioning of abdominal drainages). Conclusions. Our surgical video-assisted technique demonstrated that, with a slight increase in the operative time, a better control over sepsis may be accomplished, as well as a reduction of he post-operative morbidity, which leads to shorter hospitalisation of patients with infected pancreatic pseudocysts

    Adherence issues related to sublingual immunotherapy as perceived by allergists

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    Objectives: Sublingual immunotherapy (SLIT) is a viable alternative to subcutaneous immunotherapy to treat allergic rhinitis and asthma, and is widely used in clinical practice in many European countries. The clinical efficacy of SLIT has been established in a number of clinical trials and meta-analyses. However, because SLIT is self-administered by patients without medical supervision, the degree of patient adherence with treatment is still a concern. The objective of this study was to evaluate the perception by allergists of issues related to SLIT adherence. Methods: We performed a questionnaire-based survey of 296 Italian allergists, based on the adherence issues known from previous studies. The perception of importance of each item was assessed by a VAS scale ranging from 0 to 10. Results: Patient perception of clinical efficacy was considered the most important factor (ranked 1 by 54% of allergists), followed by the possibility of reimbursement (ranked 1 by 34%), and by the absence of side effects (ranked 1 by 21%). Patient education, regular follow-up, and ease of use of SLIT were ranked first by less than 20% of allergists. Conclusion: These findings indicate that clinical efficacy, cost, and side effects are perceived as the major issues influencing patient adherence to SLIT, and that further improvement of adherence is likely to be achieved by improving the patient information provided by prescribers. © 2010 Scurati et al, publisher and licensee Dove Medical Press Ltd

    Il ruolo della manometria intraoperatoria nel trattamento chirurgico dell’acalasia esofagea

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    Gli Autori riportano i risultati della loro esperienza sul ruolo della manometria intraoperatoria (MI) nel trattamento chirurgico dell’acalasia. Pazienti e metodi. Sono stati presi in considerazione 239 pazienti affetti da acalasia osservati dal 1994 al 2006; solo 79 hanno continuato l’iter diagnostico-terapeutico e 31 sono stati sottoposti ad intervento chirurgico di miotomia longitudinale secondo Heller, associando in 25 una plastica antireflusso secondo Dor e in 6 una plastica antireflusso secondo Nissen. In 24 pazienti su 31 è stata eseguita una MI con la individuazione delle zone di alta pressione (HPZ). Risultati. I pazienti sottoposti ad intervento di Heller con controllo manometrico delle zone di sezione delle fibre muscolari dello stomaco hanno riferito tutti la scomparsa della disfagia. Tre dei pazienti operati senza l’ausilio della MI hanno lamentato la persistenza di disfagia lieve indipendentemente dalla tecnica chirurgica antireflusso utilizzata. Conclusioni. I risultati ottenuti confermano che la cardiomiotomia extramucosa è il trattamento di scelta per l’acalasia esofagea e suggeriscono che la utilizzazione della MI consente una miotomia completa soprattutto sul versante gastrico, ove le fibre arciformi assumono un ruolo importante nel mantenimento delle zone di alta pressione

    Un caso di incidentaloma surrenalico: sintesi delle indicazioni e limiti della terapia chirurgica

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    Con il termine di “incidental mass” si identifica qualsiasi massa, scoperta occasionalmente con tecniche di imaging, in assenza di una sintomatologia specifica. Nel 1982 il termine di “incidentaloma” venne introdotto per indicare le lesioni surrenaliche di riscontro occasionale. Le percentuali di incidenza variano dal 10% ed al 25% di tutti i pazienti sottoposti ad ecotomografia, TC e RMN. È indubbia l’opportunità di formulare un adeguato protocollo diagnostico che, in considerazione dell’incerto inquadramento fisiopatologico, renda agevoli l’identificazione ed il trattamento precoce delle lesioni funzionanti e di quelle maligne o potenzialmente tali. Gli incidentalomi con un diametro inferiore a 1 cm sembrano non avere significato patologico e sono considerati come una manifestazione dell’involuzione della ghiandola in soggetti di età avanzata e possono restare per molto tempo misconosciuti. L’uso di tecniche diagnostiche per immagini ha reso possibile l’identificazione di queste masse, anche se di piccole dimensioni, nel corso di indagini diagnostiche effettuate con indicazioni diverse. Le dimensioni della massa sono un parametro ritenuto fondamentale per discriminare le lesioni benigne da quelle maligne. La maggior parte degli Autori ritiene assai sospette di malignità le masse di dimensioni superiori a 5-6 cm, mentre considera benigne quelle di diametro inferiore ai 3 cm. Restano mal definibili tutte le altre che vengono valutate e trattate secondo criteri non perfettamente codificati

    Pseudocisti pancreatiche infette: note di tecnica

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    Prendendo spunto dall’osservazione di 9 casi di cisti pancreatiche giganti infette, giunti all’osservazione nel periodo 1994- 2004, nel Dipartimento di Discipline Chirurgiche e Oncologiche, gli Autori si propongono di valutare se una più completa necrosectomia, eseguita sotto visione videoendoscopica e associata all’utilizzo di un sondino naso-gastro-cavitario, in grado di assicurare una detersione continua della cavità neoformata, e al corretto posizionamento di drenaggi, riduca la morbilità e i tempi di guarigione delle pseudocisti infette. Pazienti e metodi. Su 73 casi di pancreatiti acute osservate tra il 1994 e il 2004, 9 presentavano tra i 40 e i 180 giorni dall’esordio un quadro di pancreatite acuta grave con presenza di pseudocisti giganti evidenziate dalla TC addominale con mezzo di contrasto (mdc). I nove pazienti settici sono stati sottoposti a cisto-gastro-anastomosi, necrosectomia, lavaggio intraoperatorio con soluzione antibiotica e posizionamento di drenaggi multipli. In tre di essi si è quindi eseguita una necrosectomia completa e mirata, assistita da videoendoscopia transanastomotica. In tutti è stato posizionato un sondino naso-gastro-cavitario. Risultati. La risoluzione dello stato settico nei tre pazienti sottoposti a necrosectomia mirata videoassistita è avvenuta in III giornata; la TC addominale con mdc, ripetuta in V giornata, ha confermato la scomparsa delle aree necrotiche. I tempi di guarigione in questi tre pazienti sono stati significativamente più brevi rispetto ai pazienti sottoposti al trattamento tradizionale (cisto-gastro-anastomosi, necrosectomia standard non assistita, posizionamento di drenaggi addominali). Conclusioni. La tecnica chirurgica utilizzata sembra renda possibile, seppur con un minimo aumento dei tempi operatori, un miglior controllo della sepsi, una riduzione della morbilità postoperatoria e conseguentemente una riduzione dei tempi di degenza nei pazienti con pseudocisti pancreatica infett

    Ethosomes for skin delivery of ammonium glycyrrhizinate: in vitro percutaneous permeation through human skin and in vivo anti-inflammatory activity on human volunteers J. Controlled Rel.

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    The aim of this work was the evaluation of various ethosomal suspensions made up of water, phospholipids and ethanol at various concentrations for their potential application in dermal administration of ammonium glycyrrhizinate, a useful drug for the treatment of various inflammatory-based skin diseases. Physicochemical characterization of ethosomes was carried out by photon correlation spectroscopy and freeze fracture electron microscopy. The percutaneous permeation of ammonium glycyrrhizinate/ethosomes was evaluated in vitro through human stratum corneum and epidermis membranes by using Franz’s cells and compared with the permeation profiles of drug solutions either in water or in a water–ethanol mixture. Reflectance spectrophotometry was used as a non-invasive technique to evaluate the carrier toxicity, the drug permeation and the anti-inflammatory activity of ammonium glycyrrhizinate in a model of skin erythema in vivo on human volunteers. Ethosomal suspensions had mean sizes ranging from 350 nm to 100 nm as a function of ethanol and lecithin quantities, i.e., high amounts of ethanol and a low lecithin concentration provided ethosome suspensions with a mean size of ~100 nm and a narrow size distribution. In vitro and in vivo experiments were carried out by using an ethosome formulation made up of ethanol 45% (v/v) and lecithin 2% (w/v). The ethosome suspension showed a very good skin tolerability in human volunteers, also when applied for a long period (48 h). Ethosomes elicited an increase of the in vitro percutaneous permeation of both methylnicotinate and ammonium glycyrrhizinate. Ethosomes were able to significantly enhance the anti-inflammatory activity of ammonium glycyrrhizinate compared to the ethanolic or aqueous solutions of this drug. Somein vivo experiments also showed the ability of ethosome to ensure a skin accumulation and a sustained release of the ammonium glycyrrhizinate. D 2005 Elsevier B.V. All rights reserved. Keywords: Ethosomes; In vitro percutaneous permeation; Methyl nicotinate; Ammonium glycyrrhizinate; In vivo evaluatio
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