45 research outputs found
Tuning an Earthworm phase picker: some considerations on the pick_ew parameters
Although the Earthworm project started with the initial mission of replacing the old real time picker by Rex Allen, as developed by Jim Ellis [Allen, 1978; Allen, 1982; USGS et al., 2010], that picker is still in use
in many networks. The name of the procedure that implements the Allen’s algorithm is pick_ew. Despite its long-lived use, configuring this picker still seems not so immediate and easy. We discuss here a few simple rules to define some of the numerous (18) parameters of pick_ew, interpreting their physical meaning
Status of the Cylindical-GEM project for the KLOE-2 Inner Tracker
The status of the R&D on the Cylindrical-GEM (CGEM) detector foreseen as
Inner Tracker for KLOE-2, the upgrade of the KLOE experiment at the DAFNE
phi-factory, will be presented. The R&D includes several activities: i) the
construction and complete characterization of the full-size CGEM prototype,
equipped with 650 microns pitch 1-D longitudinal strips; ii) the study of the
2-D readout with XV patterned strips and operation in magnetic field (up to
1.5T), performed with small planar prototypes in a dedicated test at the H4-SPS
beam facility; iii) the characterization of the single-mask GEM technology for
the realization of large-area GEM foils.Comment: 4 pages, 10 figures, Presented at Vienna Conference on
Instrumentation (Feb 15-20, 2010, Vienna, Austria). Submitted to the
Proceeding
Integrated SEED data archive for temporary seismic experiments
One of the most valuable results achieved during
the work on S5 project is the implementation of a new temporary
network data management that allows the integration in the
National Data Center together with all other seismological data produced
by INGV. This makes all data gathered during temporary experiments immediately
available from the same source and in the same data format (SEED)
increasing the availability for processing and analysis. Moreover the data are distributed
to the scientific community using the EIDA (European Integrated Data Archive
http://eida.rm.ingv.it/).
The first application has been carried out for the Messina 1908-2008 experiment
(WP2.2) http://dpc-s5.rm.ingv.it/en/Database-MessinaFault.html where has been
achieved the complete integration of permanent networks (National Seismic Network,
MedNet and Peloritani Local Network), temporary deployments (INGV-CNT and INGVCT
mobile networks) and OBS data.
All the procedures were used and further improved during the L'Aquila sequence
(Task 4) where data was available for processing together with permanent
network data as soon as it was gathered from the field giving to the
scientific community the opportunity to study the evolution of the
seismic sequence with higher density of stations (WP4.2)
( h t t p : / / d p c - s 5 . r m . i n g v . i t / e n / D a t a b a s e -
AquilaFaultSystem.html).UnpublishedSede Ispra | Via Curtatone 7, Roma1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
First magnetic measurements of fast-ramping dipole DHPTB102 of BTF upgraded beam-lines
In the framework of the BTF upgrade, aimed at realizing two beam-lines serving two distinct experimental areas, the splitting of the beam coming from the Linac is realized by a dipole, labelled DPTB102, with a bending angle of 15° and a fast ramping (<100 ms) in order to optimize the duty-cycle. This note reports on the first dimensional checks and magnetic measurements, performed in DC, intended for verifying the basic parameters of the magnet, like the excitation curve, the maximum field, and field quality
MEDNET NETWORK: 2008 STATUS REPORT
La rete sismica MedNet (Mediterranean Network) nasce alla fine degli anni ’80 con due obiettivi principali:
migliorare la conoscenza della struttura tettonica del Mediterraneo attraverso lo studio della sorgente di terremoti forti e moderati e applicare queste conoscenze per la mitigazione del rischio sismico nella regione mediterranea. A questi obiettivi se ne aggiunge uno di carattere piĂą generale ma non per questo meno importante, la diffusione della cultura sismologica a larga banda nella regione.
Il progetto MedNet si proponeva inizialmente di installare 12-15 stazioni a larga banda con una spaziatura di
circa 1000 km. Nel 1988 il progetto è stato incorporato all’interno del World Laboratory di Losanna (Svizzera),
un’organizzazione che aveva come scopo quello di promuovere la scienza nei paesi in via di sviluppo. Il supporto
del World-Lab portò ad una rapida crescita della rete MedNet con la realizzazione di accordi scientifici con i paesi nord-africani e l’apertura di stazioni in Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto. Negli ultimi 15 anni il cambiamento
delle condizioni politiche, e l’impressionante sviluppo tecnologico ha portato ad un ampliamento delle prospettive del progetto MedNet, che, pur mantenendo invariati i due obbiettivi iniziali, ha espanso l’area di interesse alla
regione balcanica, un’area interessata da una forte sismicità e con una tradizione sismologica importante ma povera di stazioni sismiche a larga-banda.
Fin dall’inizio particolare enfasi è stata posta sulla scelta dei siti, ricercando miniere, gallerie abbandonate o
siti in luoghi molto remoti per esaltare le qualità del sismometro scelto, lo Streckeisen STS-1, il miglior sismometro a larghissima banda mai prodotto. Fino all’avvento dei sistemi di trasmissione in tempo reale per i dati sismici, i
dati erano esclusivamente registrati in sito su nastri magnetici e spediti via posta. Questo ha avuto il non
trascurabile effetto collaterale di rendere difficile la manutenzione della stazione, sia per la difficoltà (logistica ed economica) di raggiungimento del sito, sia perché spesso passavano mesi tra il guasto, il ricevimento del nastro
magnetico e l’identificazione del guasto stesso. Una connessione telefonica con la maggior parte dei siti garantiva la possibilità di scaricare dati “on demand” in caso di terremoto e la procedura automatica Muscles fornì nel 1997 una stima rapida della magnitudo del terremoto di Colfiorito dopo pochi minuti.
Oggi la trasmissione dati è assicurata da un robusto sistema in “real time” basato sul protocollo SeedLink,
uno standard de-facto per la trasmissione dati sviluppato nell’ambito del progetto europeo Meredian. Tale
protocollo garantisce la fruibilitĂ dei dati in tempo reale, la continuitĂ del dato archiviato e il monitoraggio in
tempo reale delle stazioni.
Il Progetto MedNet fin dagli albori si è integrato nella Federazione di reti digitali a larga banda (FDSN), è
partner di IRIS ed Orfeus e, distribuendo i dati alla comunitĂ internazionale in modo rapido e automatico, ha
contribuito e contribuisce allo studio della sismologia sia a scala globale che regionale e locale. Particolare enfasi si
è cercato di dare fin dall’inizio e con continuità alla fruibilità dei dati da parte dei partner stranieri ospitanti la
stazione al fine di contribuire con la stazione MedNet alla loro rete sismica locale e fornire così uno strumento in
piĂą per il monitoraggio e lo studio della sismicitĂ del loro paese.
Oggi la rete MedNet conta 28 stazioni installate, di cui 25 funzionanti, in 14 paesi. Le stazioni contribuiscono al monitoraggio in tempo reale dell’Italia e di tutti i paesi ospitant
Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attivitĂ del coordinamento Sismiko
Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e
Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di
magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in
provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”.
L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili,
2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la
penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle
prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di
magnitudo superiore a 5.0 il piĂą grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana
(fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di
circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del
2013.
In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di
emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012-
20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della
sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento
del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a
integrazione delle reti sismiche permanenti giĂ presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network
of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]).
Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unitĂ di rete sismica mobile delle
altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni
hanno dato la propria disponibilitĂ , in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di
emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra,
dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale
e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una
in real-time e una in configurazione stand-alone.
In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica
dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e
la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attivitĂ e una valutazione del dataset
acquisito
La sequenza sismica nel Montefeltro (Forlì - Cesena): l’intervento della rete sismica mobile
Il 24 maggio 2011, alle 12.40 UTC, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato un evento sismico di magnitudo (ML) 3.1 nel distretto sismico1 [Selvaggi et al., 1996] del Montefeltro (in provincia di Forlì-Cesena). Nelle successive due settimane sono stati localizzati dalla Sala di Sorveglianza Sismica della sede romana dell’INGV oltre 600 eventi di cui 13 di ML ≥ 3.0. Otto di questi eventi più energetici sono accaduti entro le prime 16 ore dalla prima scossa. L’evento di maggiore energia si è verificato la notte tra il 24 e il 25 maggio (ore 22.03 UTC del 24 maggio) con una magnitudo pari a ML 3.7 (Tabella 1).
Considerando la peculiare evoluzione della sequenza nelle prime 24 ore dal primo evento, la prossimità dell'area epicentrale all’Alta Val Tiberina (AVT nel seguito) dove è attualmente in corso un esperimento sismico passivo [Progetto NOVAT2; Cattaneo et al., 2011; D’Alema et al., 2011] e l’apprensione che stava diffondendosi tra la popolazione, è stato ritenuto opportuno attivare le procedure di risposta ad una emergenza sismica e predisporre un intervento volto a migliorare la copertura strumentale dell'area. Il 25 maggio, in accordo con i colleghi INGV della Sezione di Pisa, dell’Osservatorio di Arezzo [Braun, 2006], della sede di Ancona e della Fondazione Prato Ricerche3, si è proceduto con l'istallazione di una rete sismica temporanea ad integrazione delle stazioni permanenti già presenti in zona. Nella giornata del 27 maggio, due delle stazioni temporanee sono state predisposte per la trasmissione in tempo reale alla Sala di Sorveglianza Sismica di Roma dei dati acquisiti, per migliorare la precisione delle localizzazioni prodotte.
Nel contempo, sono stati curati dei comunicati informativi divulgati attraverso il sito web4 dell’Ente, parzialmente inclusi in questo lavoro, per dare una risposta alla popolazione interessata dalla sequenza e fortemente preoccupata dall’intensificarsi della sismicità.
Il presente lavoro, la cui redazione è stata completata mentre la sequenza è ancora in corso, vuole essenzialmente descrivere le procedure che vengono attivate all’INGV in risposta ad una emergenza sismica e fornire uno strumento tecnico di supporto alla successiva elaborazione della base dati raccolta nel corso dell'esperimento. Viene quindi presentata una breve introduzione sulle conoscenze sismologiche dell’area interessata dalla sequenza, vengono descritti i comunicati emessi dall’INGV per informare i cittadini e viene descritto l’intervento della rete sismica temporanea, ovvero la tempistica dell'istallazione, la strumentazione utilizzata, e i siti occupati.Published1-171.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope
L’esercitazione nazionale di protezione civile sul rischio sismico “Nord-Est 2013” (13-15 settembre 2013) e la partecipazione dell’INGV. Report finale
Nell’ambito delle commemorazioni per i 50 anni dalla frana del Vajont, il Dipartimento della
Protezione Civile (DPC), la Regione Veneto e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con il
coinvolgimento delle Province Autonome di Trento e Bolzano, hanno organizzato un’esercitazione sul
rischio sismico denominata “Nord-Est 2013” svoltasi dal 13 al 15 settembre 2013. Obiettivo primario
dell’iniziativa era verificare la capacità di risposta in situazioni di emergenza di tutte le componenti e le
strutture operative della Protezione Civile, a livello centrale e periferico, e della rete di collaborazioni ad essa
collegate.
L’esercitazione prevedeva la simulazione di un terremoto di magnitudo Richter (ML) 5.8 alle ore 7.30
locali con epicentro nel Comune di Tambre, in Provincia di Belluno, i cui effetti, in termini di popolazione
coinvolta in crolli, avrebbero interessato anche le Province di Treviso e Pordenone. Come terremoto di
riferimento per l’iniziativa, è stato scelto l’evento sismico di Bosco Cansiglio avvenuto il 18 ottobre 1936
alle 3:10 UTC (MW 5.8) (Figura 1 [Barbano et al., 1986]).
L’emergenza simulata era, ai fini dell’attività di protezione civile1, di tipo C ovvero di rilievo
nazionale (il tipo A si riferisce alle emergenze locali, gestibili su scala comunale; quelle di tipo B alle
emergenze che richiedono una risposta e risorse su scala provinciale o regionale).
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha partecipato attivamente all’esercitazione
“Nord-Est 2013” nella giornata di sabato 14 settembre (dalle 7.30 alle 17.30, ora locale), attivando le
procedure che sono disposte in caso di evento sismico come previsto dall’Allegato A2 dell’Accordo Quadro
2012-2021 della Convenzione esistente fra l’INGV e il Dipartimento della Protezione Civile (DPC).
Nel presente report sono descritte brevemente le azioni approntate dall’INGV sia nella fase di
pianificazione che durante l’esercitazione stessa; sebbene il risultato conseguito si possa ritenere più che
positivo, in questo lavoro si vogliono mettere in evidenza alcune criticitĂ osservate per le quali sarĂ
opportuno trovare delle soluzioni da adottare nella prossima emergenza.Published1-881.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope
La sequenza sismica nel Montefeltro (Forlì - Cesena): l’intervento della rete sismica mobile
Il 24 maggio 2011, alle 12.40 UTC, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato un evento sismico di magnitudo (ML) 3.1 nel distretto sismico1 [Selvaggi et al., 1996] del Montefeltro (in provincia di Forlì-Cesena). Nelle successive due settimane sono stati localizzati dalla Sala di Sorveglianza Sismica della sede romana dell’INGV oltre 600 eventi di cui 13 di ML ≥ 3.0. Otto di questi eventi più energetici sono accaduti entro le prime 16 ore dalla prima scossa. L’evento di maggiore energia si è verificato la notte tra il 24 e il 25 maggio (ore 22.03 UTC del 24 maggio) con una magnitudo pari a ML 3.7 (Tabella 1).
Considerando la peculiare evoluzione della sequenza nelle prime 24 ore dal primo evento, la prossimità dell'area epicentrale all’Alta Val Tiberina (AVT nel seguito) dove è attualmente in corso un esperimento sismico passivo [Progetto NOVAT2; Cattaneo et al., 2011; D’Alema et al., 2011] e l’apprensione che stava diffondendosi tra la popolazione, è stato ritenuto opportuno attivare le procedure di risposta ad una emergenza sismica e predisporre un intervento volto a migliorare la copertura strumentale dell'area. Il 25 maggio, in accordo con i colleghi INGV della Sezione di Pisa, dell’Osservatorio di Arezzo [Braun, 2006], della sede di Ancona e della Fondazione Prato Ricerche3, si è proceduto con l'istallazione di una rete sismica temporanea ad integrazione delle stazioni permanenti già presenti in zona. Nella giornata del 27 maggio, due delle stazioni temporanee sono state predisposte per la trasmissione in tempo reale alla Sala di Sorveglianza Sismica di Roma dei dati acquisiti, per migliorare la precisione delle localizzazioni prodotte.
Nel contempo, sono stati curati dei comunicati informativi divulgati attraverso il sito web4 dell’Ente, parzialmente inclusi in questo lavoro, per dare una risposta alla popolazione interessata dalla sequenza e fortemente preoccupata dall’intensificarsi della sismicità.
Il presente lavoro, la cui redazione è stata completata mentre la sequenza è ancora in corso, vuole essenzialmente descrivere le procedure che vengono attivate all’INGV in risposta ad una emergenza sismica e fornire uno strumento tecnico di supporto alla successiva elaborazione della base dati raccolta nel corso dell'esperimento. Viene quindi presentata una breve introduzione sulle conoscenze sismologiche dell’area interessata dalla sequenza, vengono descritti i comunicati emessi dall’INGV per informare i cittadini e viene descritto l’intervento della rete sismica temporanea, ovvero la tempistica dell'istallazione, la strumentazione utilizzata, e i siti occupati
Construction techniques and performances of a full size prototype Micromegas chamber for the ATLAS muon spectrometer upgrade
A full scale prototype of a Micromegas precision tracking chamber for the upgrade of the ATLAS detector at the LHC Collider has been built between October 2015 and April 2016. This paper describes in detail the procedures used in constructing the single modules of the chamber in various INFN laboratories and the final assembly at the Frascati National Laboratories (LNF). Results of the chamber exposure to the CERN H8 beam line in June 2016 are also presented. The performances achieved in the construction and the results of the test beam are compared with the requirements, which are imposed by the severe environment during the data-taking of the LHC foreseen for the next years