37 research outputs found

    Theoretical description of phase coexistence in model C60

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    We have investigated the phase diagram of the Girifalco model of C60 fullerene in the framework provided by the MHNC and the SCOZA liquid state theories, and by a Perturbation Theory (PT), for the free energy of the solid phase. We present an extended assessment of such theories as set against a recent Monte Carlo study of the same model [D. Costa et al, J. Chem. Phys. 118:304 (2003)]. We have compared the theoretical predictions with the corresponding simulation results for several thermodynamic properties. Then we have determined the phase diagram of the model, by using either the SCOZA, or the MHNC, or the PT predictions for one of the coexisting phases, and the simulation data for the other phase, in order to separately ascertain the accuracy of each theory. It turns out that the overall appearance of the phase portrait is reproduced fairly well by all theories, with remarkable accuracy as for the melting line and the solid-vapor equilibrium. The MHNC and SCOZA results for the liquid-vapor coexistence, as well as for the corresponding critical points, are quite accurate. All results are discussed in terms of the basic assumptions underlying each theory. We have selected the MHNC for the fluid and the first-order PT for the solid phase, as the most accurate tools to investigate the phase behavior of the model in terms of purely theoretical approaches. The overall results appear as a robust benchmark for further theoretical investigations on higher order C(n>60) fullerenes, as well as on other fullerene-related materials, whose description can be based on a modelization similar to that adopted in this work.Comment: RevTeX4, 15 pages, 7 figures; submitted to Phys. Rev.

    Diamo parole al dolore. La percezione del disagio e della difficoltà nella vita quotidiana delle bambine e dei bambini

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    Perché "dare parole al dolore"? Se la concezione normale della vita è quella di provare a stare bene al mondo, realizzarsi, sperimentare la gioia e perseguire il benessere, queste dimensioni si conquistano nel corso di un'intera esistenza, anche incontrando il dolore, che è parte importante della realizzazione della vita emotiva di ognuno.Non si tratta solo del dolore fisico ma della difficoltà di vivere il quotidiano che tocca spesso anche i bambini. Da qui: ansia, paura, stress. Disturbi difficili da comprendere.Il dolore è una dimensione esistenziale che nella vita raggiunge tutti, ma i bambini sono troppo piccoli per prendere su se stessi, consapevolmente, la sofferenza e la difficoltà di vivere. L'infanzia ha troppa poca esperienza di sé e del mondo per affrontare da sola il dolore, per comprenderlo, elaborarlo, accettarlo e condividerlo, ed infine farlo diventare parte della propria storia, connotata anche dalla competenza a reggere la sofferenza.Questo libro raccoglie gli atti di un Convegno Nazionale organizzato dall'Assessorato all'Istruzione e alle Politiche per l'Infanzia, Autonomia Scolastica e Rapporti con l'Università del Comune di Modena, finalizzato all'elaborazione di una dimensione culturale e di un'azione educativa da parte delle figure che, in famiglia e nelle istituzioni, sono a contatto con il dolore dei bambini, in particolare le donne. Perché è quasi sempre delle donne - madri, educatrici, insegnanti, infermiere, ecc. - la cura del dolore e delle sofferenze dei bambini.Il tema del dolore nell'infanzia viene affrontato attraverso discipline diverse - pedagogia, psicologia, filosofia, ecc. - al fine di promuovere un possibile sostegno per coloro che, a vario titolo, si occupano dei bambini aiutandoli ad elaborare percorsi di accettazione positiva/superamento/ricomposizione delle loro esperienze di vita

    Analgesic Abuse In Chronic Headache Sufferers

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    Nociceptin/orphanin FQ prevents the antinociceptive action of paracetamol on the rat hot plate test.

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    Nociceptin/orphanin FQ (N/OFQ) is involved in many behavioural patterns; in particular, it exerts a modulating effect on nociception. Like other proposed antiopiates, nociceptin/orphanin FQ has been shown to have analgesic, hyperalgesic as well as antianalgesic properties. Among the various effects proposed on nociceptive sensitivity at supraspinal level, the antagonistic activity toward morphine analgesia seems to be of interest. Therefore, we decided to investigate whether nociceptin/orphanin FQ and [Arg14, Lys15] nociceptin/orphanin FQ (R-K, a nociceptin analogue) can have the same effect on the analgesia produced by nonopioid analgesics. In this study, we examined the antianalgesic effect of nociceptin/orphanin FQ and its analogue R-K on paracetamol-induced analgesia and evaluated by means of the hot plate test in rats. Nociceptin/orphanin FQ was intracerebroventricularly administered, and, after 5 min, a dose of 400 mg/kg paracetamol was injected intraperitoneally, 30 min before the hot plate test. Nociceptin/orphanin FQ and R-K showed a dose-dependent antagonism on the antinociceptive effect of paracetamol, and the activity of both drugs was significantly reduced by the antagonist [Nphe1] Arg14, Lys15-N/OFQ-NH2 (UFP-101). These data indicate that nociceptin/orphanin FQ and R-K have an antianalgesic effect on the analgesia produced by a nonopioid analgesic drug, like paracetamol, that seems to develop within the brain

    Nimodipine in otolaryngology : from past evidence to clinical perspectives

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    I canali del calcio di tipo L sono indispensabili alla normale contrattilit\ue0 del miocardio e della muscolatura liscia del sistema vascolare. In quanto tali, essi rappresentano uno specifico bersaglio terapeutico di una vasta famiglia di farmaci ad attivit\ue0 calcio-antagonista, che sono ampiamente usati per trattare l\u2019ipertensione, l\u2019ischemia miocardica e le aritmie. Tuttavia, i canali del calcio di tipo L svolgono un ruolo determinante anche nel normale funzionamento delle cellule sensoriali nell\u2019orecchio interno. Nelle cellule cigliate, infatti, sia della coclea che del labirinto, l\u2019ingresso del calcio all\u2019interno del citoplasma \ue8 il primo processo fisiologico che attiva un complesso di meccanismi intracellulari, ovvero una sequenza di attivazioni enzimatiche, il cui risultato finale \ue8 il rilascio dei neurotrasmettitori a livello delle sinapsi. Al contrario, una concentrazione eccessiva di ioni calcio nelle stesse cellule sensoriali, ad esempio come conseguenza di un malfunzionamento dei canali del calcio di tipo L, \ue8 responsabile dell\u2019attivazione delle fosfolipasi di tipo A2 e C, delle protein-chinasi II e C, dell\u2019ossido nitrico sintetasi che possono causare un danno alla membrana plasmatica e la stessa morte cellulare qualora i limiti funzionali dei sistemi tampone del citoplasma vengano superati. La nimodipina, un agente altamente lipofilo, appartenente alla famiglia delle 1-4 diidropiridinine, che attraversa facilmente la barriera emato-encefalica, \ue8 generalmente utilizzata per ridurre la gravit\ue0 dei deficit neurologici derivanti da vasospasmo nei pazienti con emorragia subaracnoidea. Inoltre, a causa della sua azione calcio-antagonista che si esplica selettivamente nei confronti dei canali del calcio di tipo L, viene suggerita come trattamento farmacologico efficace principalmente per quelle disfunzioni cocleari e vestibolari che vengono considerate delle \u201ccanalopatie\u201d. In effetti, i dati sperimentali ottenuti negli anfibi e in alcune specie di mammiferi indicano che nimodipina ha maggiore efficacia di altri calcioantagonisti (aminopiridina e nifedipina) nel bloccare le correnti di ioni calcio in ingresso nelle cellule ciliate e che \ue8 l\u2019unico calcio-antagonista a mantenere tale efficacia anche durante la loro depolarizzazione indotta da stimolo meccanico. Negli esseri umani l\u2019efficacia terapeutica della nimodipina \ue8 stata documentata nel trattamento della vertigine labirintica, dell\u2019ipoacusia neurosensoriale e dell\u2019acufene anche se riferibili ad una patologia complessa e non ancora del tutto chiarita come la malattia di M\ue9ni\ue8re. La nimodipina \ue8 inoltre considerata un valido approccio farmacologico nella profilassi dei danni neurali ai nervi facciali e cocleari causati dalla chirurgia ablativa dei tumori dell\u2019angolo ponto-cerebellare ed \ue8 stata recentemente indicata per accelerare il recupero funzionale delle lesioni del nervo ricorrente conseguenti alla chirurgia del cancro alla tiroide. Per verificare, infine, l\u2019efficacia della nimodipina nel trattamento delle vertigini di origine centrale, perlopi\uf9 associate ai disordini cerebrovascolari, e nel trattamento della vertigine emicranica, sono necessari ulteriori studi che confermino con maggiore rigore scientifico tali prospettive, peraltro gi\ue0 ampiamente riportate nella letteratura scientifica.As L-type voltage-gated calcium channels (VGCCs) control Ca2+ influx and depolarisation of cardiac and vascular smooth muscle, they represent a specific therapeutic target for calcium channel blockers (CCBs), which are approved and widely used to treat hypertension, myocardial ischaemia and arrhythmias. L-type currents also play a role in calcium entry in the sensory cells of the inner ear. In hair cells of both cochlea and labyrinth, calcium cytoplasmic influx is the first physiological process that activates complex intracellular enzymatic reactions resulting in neurotransmitter release. Excessive calcium ion entry into sensory cells, as a consequence of L-VGCCs malfunction is responsible for over-activation of phospholipase A2 and C, protein kinase II and C, nitric oxide synthase and both endonucleases and depolymerases, which can cause membrane damage and cellular death if the cytoplasmic buffering capacity is overcome. Nimodipine, a highly lipophilic 1-4 dihydropyridine that easily crosses the brain-blood barrier, is generally used to reduce the severity of neurological deficits resulting from vasospasm in patients with subarachnoid haemorrhage. Moreover, due to its selective blocking activity on L-channel calcium currents, nimodipine is also suggested to be an effective countermeasure for cochlear and vestibular dysfunctions known as channelopathies. Indeed, experimental data in amphibians and mammalians indicate that nimodipine has a stronger efficacy than other CCBs (aminopyridine, nifedipine) on voltage-dependent wholecell currents within hair cells at rest and it is the only agent that is also effective during their mechanically induced depolarisation. In humans, the efficacy of nimodipine is documented in the medical management of peripheral vestibular vertigo, sensorineural hearing loss and tinnitus, even in a pathology as complex as M\ue9ni\ue8re\u2019s disease. Nimodipine is also considered useful in the prophylaxis of damage to the facial and cochlear nerves caused by ablative surgery of cerebellopontine tumours; it has been recently hypothesised to accelerate functional recovery of recurrent nerve lesions during thyroid cancer surgery. Further trials with adequate study design are needed to test the efficacy of nimodipine in the treatment of vertigo due to cerebrovascular disease and vestibular migraine

    The genetics of chronic headaches

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    Genetic variation in CHRNA7 and CHRFAM7A is associated with nicotine dependence and response to varenicline treatment

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    The role of nicotinic acetylcholine receptors (nAChR) in nicotine dependence (ND) is well established; CHRNA7, encoding the \u3b17 subunit, has a still uncertain role in ND, although it is implicated in a wide range of neuropsychiatric conditions. CHRFAM7A, a hybrid gene containing a partial duplication of CHRNA7, is possibly involved in modulating \u3b17 nAChR function. The aim of this study was to investigate the role of CHRNA7 and CHRFAM7A genetic variants in ND and to test the hypothesis that \u3b17 nAChR variation may modulate the efficacy of varenicline treatment in smoking cessation. We assessed CHRNA7 and CHRFAM7A copy number, CHRFAM7A exon 6 062 bp polymorphism, and sequence variants in the CHRNA7 proximal promoter in an Italian sample of 408 treatment-seeking smokers. We conducted case-control and quantitative association analyses using two smoking measures (cigarettes per day, CPD, and Fagerstr\uf6m Test for Nicotine Dependence, FTND). Next, driven by the hypothesis that varenicline may exert some of its therapeutic effects through activation of \u3b17 nAChRs, we restricted the analysis to a subgroup of 142 smokers who received varenicline treatment. The CHRNA7 promoter variant rs28531779 showed association with both smoking quantitative measures (FNTD p = 0.026, \u3b2 = 0.89, 95% CI 0.11\u20131.67; CPD p = 0.006, \u3b2 = 4.82 95% CI 1.42\u20138.22). Moreover, in the varenicline-treated subgroup we observed association of CHRFAM7A copy number with 6 months smoking abstinence (p = 0.035, OR = 3.18, 95% CI = 1.09\u20139.30). Thus, our study points to a possible role of genetic variation in CHRNA7 and CHRFAM7A in tobacco addiction mechanisms and response to varenicline treatment
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