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    Sexual Functioning and Opioid Maintenance Treatment in Women. Results From a Large Multicentre Study

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    Opioid maintenance treatment (OMT) is the most widespread therapy for both females and males opioid addicts. While many studies have evaluated the OMT impact on men’s sexuality, the data collected about the change in women’s sexual functioning is still limited despite the fact that it is now well-known that opioids - both endogenous and exogenous - affect the endocrine system and play an important role in sexual functioning. The present study aims to determine how OMT with buprenorphine (BUP) or methadone (MTD) affects sexual health in women; examining also any possible emerging correlation between sexual dysfunction (SD), type of opioid and patients’ mental health. This multi-center study case recruited 258 female volunteers attending Italian public Addiction Outpatients Centers that were stabilized with OMT for at least 3 months. SD was assessed with the Arizona Sexual Experience Scale. The twelve-item General Health Questionnaire was used to assess participants’ mental health conditions. The results show that 56.6% of women receiving OMT for at least 3 months presented SD without significant differences between MTD e BUP groups. The majority of the subjects with SD have a poorer quality of intimate relationships and worse mental health than the average. To the best of our knowledge, the present study is the largest report on the presence of SDs in women as a side effects of MTD and BUP used in OMT. Since SDs cause difficulties in intimate relationships, lower patients’ quality of life and interfere with OMT beneficial outcomes, we recommend that women undertaking an opioid therapy have routine screening for SD and we highlight the importance to better examine opioid-endocrine interactions in future studies in order to provide alternative potential treatments such as the choice of opioid, opioid dose reduction and hormone supplementation

    L’attività dei Centri Antifumo italiani tra problematiche e aree da potenziare: i risultati di un’indagine svolta attraverso un questionario on-line

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    Introduzione. In Italia sono 295 i Servizi per la cessazione dal fumo di tabacco (Centri Antifumo - CA) afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) censiti nel 2011 dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità. La presente indagine, condotta dall’OssFAD in collaborazione con i CA, è stata volta a rilevare alcune delle problematiche con le quali il personale dei CA si confronta per portare avanti la propria attività e le iniziative ritenute utili per migliorarla. Materiali e metodi. L’indagine è stata condotta dal 7 al 21 maggio 2012, mediante un questionario compilabile on-line composto da 5 brevi sezioni di domande con un totale di 38 items da completare. Il link al questionario on-line è stato inviato per e-mail a 322 indirizzi dei CA censiti nel 2011 dall’OssFAD. I dati raccolti sono stati elaborati statisticamente con il programma SPSS 20. Risultati. All’indagine hanno risposto 146 operatori dei CA (45,3%). Sebbene ci siano aspetti ormai consolidati dell’attività dei CA, sono ancora molte le criticità che gli operatori riscontrano nella loro attività. Le principali problematiche che influiscono in modo fondamentale/rilevante per la buona attività del centro sono le “Scarse o nulle risorse economiche” per il 60,7% del personale, “la mancanza di personale dedicato” per il 52,4% del personale; il “riconoscimento/mandato istituzionale del CA” per il 40,9% del personale. Tra le azioni ritenute più efficaci per facilitare l’accesso ai CA sono risultate la sensibilizzazione del personale sanitario (91%), in particolare dei medici di famiglia e l’inserimento delle prestazioni antitabagiche nei LEA (76,8%). Conclusioni. È auspicabile che l’attività dei CA riceva una maggiore attenzione, attraverso la dotazione di strutture, personale e finanziamenti adeguati a svolgere un importante ruolo nella tutela e promozione della salute
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