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    All’origine del progetto, paesaggio storico e patrimonio culturale. Percorsi, città e architetture nel versante ionico della Calabria meridionale

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    It is my opinion that the cultural inheritance of a land must be studied before any project or intervention in order to avoid destruction or alteration resulting from ignorance of the history of a landscape. Therefore, a weak area with a very significant cultural and environmental heritage of the Ionian side of Calabria belonging to the wide “Carafa State”, yet of historical importance, was carefully studied. In 1771 Vincenzo Maria Carafa, 8th Prince of Roccella, assigned to the regio ingegnero Tommaso Rajola the task of drawing up the topographical papers of his feuds. The assignment was concluded quickly, in three years, and after 10 years, in 1783, the final drawings were ready. This iconographic work is of great importance because it provides significant information, not just economical and bureaucratic, about Carafa's feuds at the end of XVIII century.  The territorial entities from this work with the reality of today, as well as the former situation of a few decades from the beginning of XVI century when the presence of the Carafas was stabilized in the south of Calabria Ultra, yet with solutions of continuity, were compared. The urban policy used between XVI and the end of XVIII century was examined to ascertain pathways and proceedings for every feud to regulate territories and city centres and to sustain religious orders, with special regard for the towns of Condojanni and Sant'Ilario. All’origine del progetto, paesaggio storico e patrimonio culturale. Percorsi, città e architetture nel versante ionico della Calabria meridionaleRitengo che l’interpretazione del paesaggio storico e del patrimonio culturale di un’area sia indispensabile prima di un qualsivoglia intervento progettuale, per evitare distruzioni e alterazioni connesse a mancata conoscenza della storia dei luoghi e delle loro memorie. Pertanto mi sono occupata di un’area del versante ionico della Calabria, “fragile” ma con patrimonio culturale e ambientale significativo e già appartenente al vasto “Stato Carafa”, di cui presento lo studio storico. Nel 1771 Vincenzo Maria Carafa, VIII Principe di Roccella, affidò al regio ingegnero Tommaso Rajola l’incarico di stesura delle carte topografiche dei suoi feudi. L’incarico fu assolto rapidamente, in un triennio le operazioni di rilievo erano concluse e dopo un decennio, nel 1783, fu completata la stesura definitiva di tutti i disegni. Questo corpus iconografico riveste un’importanza eccezionale, perché con notevole qualità grafica ci fornisce una miriade d’informazioni, non solo giuridiche ed economiche, sui feudi Carafa alla fine del XVIII secolo. Ho proiettato queste entità territoriali all’attualità e nello stesso tempo ho operato a ritroso, a quel XVI secolo nel quale, ad alcuni decenni dall’avvio, si stabilizzò la presenza Carafa nell’estremità meridionale della Calabria Ultra. Ho esaminato la politica urbanistica applicata tra il XVI e la fine del XVIII secolo, accertando per ciascun feudo la rete dei percorsi, gli interventi sul territorio e sui centri abitati e le azioni di sostegno agli Ordini religiosi, soffermandomi in particolare sui borghi di Condojanni e Sant’Ilario.Ritengo che l’interpretazione del paesaggio storico e del patrimonio culturale di un’area sia indispensabile prima di un qualsivoglia intervento progettuale, per evitare distruzioni e alterazioni connesse a mancata conoscenza della storia dei luoghi e delle loro memorie. Pertanto mi sono occupata di un’area del versante ionico della Calabria, “fragile” ma con patrimonio culturale e ambientale significativo e già appartenente al vasto “Stato Carafa”, di cui presento lo studio storico. Nel 1771 Vincenzo Maria Carafa, VIII Principe di Roccella, affidò al regio ingegnero Tommaso Rajola l’incarico di stesura delle carte topografiche dei suoi feudi. L’incarico fu assolto rapidamente, in un triennio le operazioni di rilievo erano concluse e dopo un decennio, nel 1783, fu completata la stesura definitiva di tutti i disegni. Questo corpus iconografico riveste un’importanza eccezionale, perché con notevole qualità grafica ci fornisce una miriade d’informazioni, non solo giuridiche ed economiche, sui feudi Carafa alla fine del XVIII secolo. Ho proiettato queste entità territoriali all’attualità e nello stesso tempo ho operato a ritroso, a quel XVI secolo nel quale, ad alcuni decenni dall’avvio, si stabilizzò la presenza Carafa nell’estremità meridionale della Calabria Ultra. Ho esaminato la politica urbanistica applicata tra il XVI e la fine del XVIII secolo, accertando per ciascun feudo la rete dei percorsi, gli interventi sul territorio e sui centri abitati e le azioni di sostegno agli Ordini religiosi, soffermandomi in particolare sui borghi di Condojanni e Sant’Ilario. Origins of the Project, Historical Landscape and Cultural Heritage. Paths, Cities and Architectures of the Ionian Side of South CalabriaIt is my opinion that the cultural inheritance of a land must be studied before any project or intervention in order to avoid destruction or alteration resulting from ignorance of the history of a landscape. Therefore, a weak area with a very significant cultural and environmental heritage of the Ionian side of Calabria belonging to the wide “Carafa State”, yet of historical importance, was carefully studied. In 1771 Vincenzo Maria Carafa, 8th Prince of Roccella, assigned to the regio ingegnero Tommaso Rajola the task of drawing up the topographical papers of his feuds. The assignment was concluded quickly, in three years, and after 10 years, in 1783, the final drawings were ready. This iconographic work is of great importance because it provides significant information, not just economical and bureaucratic, about Carafa's feuds at the end of XVIII century.  The territorial entities from this work with the reality of today, as well as the former situation of a few decades from the beginning of XVI century when the presence of the Carafas was stabilized in the south of Calabria Ultra, yet with solutions of continuity, were compared. The urban policy used between XVI and the end of XVIII century was examined to ascertain pathways and proceedings for every feud to regulate territories and city centres and to sustain religious orders, with special regard for the towns of Condojanni and Sant'Ilario

    Fortification plans in Calabria Ultra between the sixteenth and seventeenth centuries

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    [EN] The Crown of Spain acquired, as it is known, the kingdom of Naples in 1504, which as Viceregno it will be part of the Spanish empire for more than two centuries. The empire between the sixteenth and seventeenth centuries was faced with various challenges, both internal and boundary, particularly maritime, attacked by the Ottoman expansion. Urban and coastal fortification plans were prepared and put in place to defend the territory. Calabria was also a participant in this effort, which the Viceroys directed and followed from Naples, with the approval of Madrid. This study examines the projects and achievements implemented in the chronological period under consideration in Calabria Ultra, current provinces of Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro and Crotone. Particular attention is paid to coastal defense plans with the design of new towers, which combined with city walls and/or castles in state-owned or feudal cities, complement the defensive projects of the coasts. It is important to highlight how the types adopted are consistent with coherent implementations implemented in the extended territory of the empire, thus declaring widespread knowledge and cultural identity in the Europe of the time.Martorano, F. (2020). Piani di fortificazione in Calabria Ultra tra XVI e XVII secolo. Editorial Universitat Politècnica de València. 639-646. https://doi.org/10.4995/FORTMED2020.2020.11326OCS63964

    Fortificazioni vicereali in Calabria meridionale. I castelli di Oppido, Bovalino Superiore e Monasterace

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    From the early years of 16th century in Calabria it was inaugurated the research of new model of fortresses. In most cases they were interventions on medieval fortifications in which the new structures were added, simply juxtaposed to the pre-existing structures with an operation of addition without covering the original forms. Instead, in other cases the medieval structure was incorporated and it disappeared completely in the new facies of the castle. This occurred, for example, in Oppido (RC), but also in Bovalino (RC) and in Monasterace (RC) in southern Calabria. These three cases will be presented; they are very interesting because the chosen typology was the square plan with bastions at the corners, that is the typology who enjoyed greater favour in all the Viceroyalty. The state of preservation of the three fortifications is not homogeneous. Oppido e Bovalino are just monumental ruins, while the castle of Monasterace is completely intact, although the continued use has transformed its original forms

    L'architettura in Calabria dal 1945 ad oggi: selezione delle opere di rilevante interesse storico-artistico Interventi integrati via Rivocati, Cosenza

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    il progetto di riqualificazione del quartiere dei Rivocati si inserisce all'interno del Programma Integrato di Interventi voluto dall'Amministrazione per la riconversione di un'area centrale della città, caratterizzata da una architettura degradata e dalla presenza di un mercato. la scelta ricade su volumi compatti e geometrie primarie in mattoni

    Visibile e invisibile: percepire la città tra descrizioni e omissioni

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    Il congresso offre un’occasione per riflettere sulla complessità e l’ambiguità degli strumenti chiamati a descrivere la città e la sua storia. Attraverso coppie di opposti è possibile contrapporre una città visibile e una città invisibile, una ufficiale ed una non-ufficiale, una pubblica e una privata, una visione oggettiva e una soggettiva, una sistematica e un’impressionistica, una falsa e una vero-simile. Infine è possibile riferirsi ad una lettura che si struttura per “album” ed un’altra che si fonda su singoli frammenti. Al centro dell’attenzione vi sono le tante modalità con cui la città, nel corso dei secoli, è stata descritta, raccontata, ritratta, quantificata con parole, numeri e immagini. A partire dall’antichità e dal medio evo, le tecniche di descrizione e di rappresentazione ci offrono la possibilità di avviare un confronto tra città e contesti diversi, alla ricerca di differenti modi di percepire la compagine urbana in tutta la sua complessità. Questo non sarà che il punto di partenza, rispetto ai limiti oggettivi e soggettivi che il processo analitico porta con sé: da un lato vi è infatti tutto quanto è stato nel tempo omesso, occultato, ignorato soprattutto entro il perimetro di una città volutamente occultata (nella vita privata e sociale dietro le mura di ghetti, carceri, ospedali, case di tolleranza, conventi, case). Dall’altro vi è una città che sta sotto la superficie dell’evidenza fisica: la città degli scavi, delle infrastrutture sotterranee, dei sotto-servizi, degli edifici ipogei o sommersi. Oltre la consistenza fisica vi è poi una città immateriale costituita da reti, network e altre relazioni che vanno al di là delle “carte” e dei documenti ufficiali. Al di fuori delle descrizioni e delle rappresentazioni, vi è dunque una città taciuta e marginale la quale non è menzionata nei documenti, né è evidenziata; una realtà, in parte sommersa, che sfugge ai rilievi e che in parte corrisponde a tutto quanto è stato occultato nel corso del tempo. In questo caso entrano in gioco altri tipi di tecniche e di strategie, legate alla omissione di informazioni, alla mistificazione e alla propaganda. Vi sono infine da portare alla luce realtà diverse: le molteplici presenze residuali nella città, le condizioni di degrado, di sofferenza, ma anche le situazioni operose, non registrate ma non meno reali
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