266 research outputs found

    Paesaggio e insediamenti storici alpini: i borghi valdostani lungo la viabilità trasfrontaliera

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    Il saggio analizza il ruolo dei borghi alpini lungo la viabilità transfrontaliera del Ducato d'Aosta nella costruzione di una certa immagine di paesaggi

    GIS and Land History: the documentation of the ancient Aosta Dukedom

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    GIS technology has been recognised as one of the best instruments able to join and relate data coming from different disciplines involved in a documentation process of Cultural Heritage objects. The RecorDIM (Recording, Documentation and Information Management) project defined some general rules to be followed when GIS technology is used to share documentation results among all the possible users (e.g. conservators, restorers, land planners, etc.). The aim of the paper is to show a real application of the proposed rules inside an Interreg III-A (community initiative seeking to favour the harmonious and even development of European territory by encouraging cross-border cooperation) ALCOTRA (Alpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera) project managed by the Italian Valle d'Aosta Region. The Valle d'Aosta Region assigned to the Politecnico di Torino research group (teachers of the High School on Cultural Heritage and Landscape) the goal of placing the results of the archaeological and historical investigations inside a not structured GIS files. This particular approach will allow the integration of the collected data in the regional GIS used for land planning and land risk assessment. This approach required a planning of the recording strategies adopted by the different specialists involved in the project and the structuring of the collected data in a way that could allow the dissemination of the results among all the land planners at every scale (from regional scale up to urban scale). The proposed approach will allow an easy and direct access to the results of historical and archaeological investigations to the specialists involved in the plan of future landscapes and land uses

    Intorno a Leonardo: collezioni e divagazioni in mostra

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    La breve prefazione spiega le ragioni delle scelte operate nell'ambito della mostra, nel contesto più ampio delle attività torinesi per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, mettendo in luce l'apporto delle singole discipline e dei componenti del gruppo di ricerca nella selezione dei temi e degli oggetti da esporre

    In ricordo di Giovanni Maria Lupo

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    Il contributo traccia un profilo scientifico e accademico di Giovanni Maria Lupo, già docente di Storia dell'Urbanistica al Politecnico di Torino, in occasione della sua scomparsa, avvenuta a fine gennaio 2023

    Un patrimonio di documenti per la ricomposizione delle scelte architettoniche e dei palinsesti territoriali

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    Le carte dell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano permettono di tracciare la storia di questa secolare istituzione e, allo stesso tempo, conservano e tramandano la memoria dei modi e dei tempi con i quali lo stesso archivio è stato concepito e gestito nel corso dei secoli. Questo volume nasce con la finalità di colmare una lacuna, da tempo percepita, negli studi fino ad ora condotti all’interno dell’Archivio Storico sulla base dei documenti ivi conservati: le autrici dei contributi si sono qui concentrate sulla specificità del patrimonio documentario mauriziano, per analizzarne le origini, la struttura e la variegata natura, la gestione e le funzioni, al fine di offrire al pubblico un agile resoconto delle vicende che hanno condotto all’attuale conformazione di quello che è stato giustamente individuato come il “secondo Tesoro” dell’Ordine. Il contributo, in particolare, mostra sinteticamente le potenzialità per la lettura del territorio storico, l'interpretazione dei processi territoriali e lo studio dell'architettura (di carta, ossia non realizzata, come fisicamente presente) offerte da un corretto approccio a questo immenso patrimonio documentari

    Patrimonio

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    La sezione "Significante&significati" della rivista, curata da Carolina Giaimo, propone in ogni numero un paio di lemmi considerati fondamentali per il loro ruolo nella cultura nazionale e internazionale o per la loro estrema attualità. La voce viene redatta da soggetti ai quali sia riconosciuto - o per il loro ruolo istituzionale, o per la loro attività scientifica - particolare autorevolezza e/o capacità di sintesi critica, stante il numero molto esiguo di battute a disposizione

    Raffigurare territorio e città dello Stato nel "Theatrum Sabaudiae", un preludio (e un’alternativa) al catasto settecentesco // Depicting the territory and city of the State in the "Theatrum Sabaudiae", a prelude (and an alternative) to the eighteenth-century land registry

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    La grande impresa del Theatrum Sabaudiae rappresenta il punto d’arrivo di una ben precisa politica sabauda di esaltazione dinastica e di raffigurazione dei propri stati quale prova della legittimità del loro governo, seguendo il noto paradigma secondo cui "si rappresenta per dimostrare il controllo territoriale". Se il grande disegno si compie con Carlo Emanuele II, sono tuttavia la vedova Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda Reggente, e poi il figlio Vittorio Amedeo II, il grande riformatore dello Stato, sotto il quale si opererà il passaggio da Ducato a Regno, a raccogliere i frutti di questo straordinario "teatro delle terre". Non solo, quindi, immaginifica rappresentazione delle terre (Firpo), ma raffigurazione cartografica – e i due tomi di cui è composta l’opera si aprono con la rappresentazione dell’"al di qua" e dell’“al di là” del plesso alpino, le due parti fondamentali di quello Stato "tenuto in aperta sfida alla geografia" (Symcox) – dei propri possedimenti, raccolta di vedute a volo d’uccello di città e contadi, di residenze di loisir, di baluardi territoriali. Una raffigurazione che si fa ancora più pregnante laddove, per le motivazioni più disparate, la grande operazione della metà del Settecento (supportata a sua volta da accurate ricognizioni cartografiche), il catasto antico o sardo, non venga portata a termine. Il saggio analizza quindi due casi emblematici: quello della capitale, appunto, e poi quello della “piccola capitale” di un ducato da sempre appartenuto agli Stati Sardi, quel Ducato d’Aosta, che si considerava fille aînée, figlia primogenita delle terre sabaude, fedelissima alla dinastia, ma gelosissima nei confronti delle proprie specificità, particolarità ed esenzioni, a cominciare da quelle in materia fiscale. In entrambi i casi il Theatrum Sabaudiae rappresenta, quindi, uno strumento “alternativo” al catasto sardo settecentesco di strepitosa validità.

    Il progetto di ricostruzione del principale baluardo verso i valichi alpini valdostani: il forte di Bard

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    Tra i baluardi alpini di primo rilievo la fortezza di Bard ha sempre occupato una posizione di preminenza. Eppure, le mutate condizioni della guerra «à la moderna» prima, poi delle campagne napoleoniche, ne sanciscono un inarrestabile declino, cui i diversi ingegneri militari inviati dal duca di Savoia e poi dal re di Sardegna cercano di porre un freno con interventi di modernizzazione e di rinforzo. Spetterà al colonnello Antonio Olivero, entro il 1838, proporre un progetto di totale ricostruzione secondo le mutate esigenze militari

    Un ulteriore corso per la collana: studi e ricerche per il Castello di Govone

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    Breve introduzione al quarto volume della collana della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio, Herediu

    GLI SPAZI DEI MILITARI E L’URBANISTICA DELLA CITTÀ. L’ITALIA DEL NORD-OVEST (1815-1918)

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    Questo numero monografico della rivista «Storia dell’Urbanistica», in classe A-ANVUR, è dedicato a un tema che sta conoscendo in questi ultimi anni un notevole interesse: quello per le architetture militari, contenitori di vastissime dimensioni spesso dismessi o in dismissione, con processi di cosiddetta ‘restituzione alla città’. È esattamente questa restituzione che, tuttavia, il lavoro collettaneo, con oltre venti saggi e un ampio numero di schede di corredo e integrazione, non vuole indagare. Il post restituzione – seppure evidentemente di grande rilievo e impatto – non interessa in questo contesto che marginalmente, per far prevalere viceversa il prima e il durante, ossia la ragione e il persistere di alcune collocazioni, con le evidenti implicazioni a scala urbana e le conseguenti scelte di disegno urbano. Quindi certo i contenitori, ma anche le aree, i luoghi e i contesti; da qui il titolo scelto: gli spazi dei militari (e non le architetture militari) e l’urbanistica della città (non la città tout court)
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