9 research outputs found

    Late adoptions:Attachment security and emotional availability in mother-child and father-child dyads

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    A growing body of research suggests that a history of neglect, abuse and institutionalization can negatively affect late-adopted children's attachment representations, and that adoptive parents can play a key role in enabling adopted children to earn secure attachments. Still, only a few studies have explored the quality of caregiver-child interaction in adoptive families. The present study aimed at verifying both the concordance of attachment in adoptive dyads (mother-children and father-children) and the relationship between attachment representations and parent-child interaction. The research involved 20 adoptive families in which the child's arrival had occurred between 12 to 36 months before the assessment, and where children were aged between 4.5 and 8.5 years. Attachment was assessed through the Adult Attachment Interview for parents and through the Manchester Child Attachment Story Task for children. The emotional quality of parent-child interaction was assessed trough the Emotional Availability Scales. Our results pointed out the presence of a relation between attachment representations of late-adopted children and their adoptive mothers (75%, K = 0.50, p =.025). In addition, we found that both insecure children and mothers showed lower levels of EA than secure ones. Some explanations are presented about why, in the early post-adoption period, child attachment patterns and dyadic emotional availability seem to be arranged on different frameworks for the two parental figures

    Legame adottivo e nuovi attaccamenti nel post-inserimento: dati preliminari.

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    LEGAME ADOTTIVO E NUOVI ATTACCAMENTI NEL POST-INSERIMENTO: DATI PRELIMINARI Autori: Piermattei Claudia (1), Tambelli Renata (1) (1) Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica, Università Sapienza di Roma Introduzione: la ricerca in tema di adozioni ha messo in luce la funzione riparativa dell’esperienza adottiva per i bambini che hanno subito abbandoni, abusi o maltrattamenti, evidenziando il ruolo svolto dalle rappresentazioni mentali dei genitori sui pattern di attaccamento dei loro bambini (Steele et al. 2008). La letteratura avvalora le possibilità di revisione dei pattern infantili anche a breve distanza dal collocamento in famiglia, ma mostra anche come non sempre l’associazione tra le rappresentazioni dei genitori e quelle dei loro figli risulti significativa (Pace et al. 2012). Il presente studio si propone di approfondire il tema della trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento nelle late-adoption, in una fase precoce della formazione della relazione genitore-bambino. Metodo: il campione è composto da 15 famiglie adottive con adozione internazionale, età dei bambini compresa tra 4,5 e 8,5 anni e periodo di tempo trascorso nella famiglia adottiva compreso tra 12 e 36 mesi. Sono state raccolte le seguenti misure: attaccamento adulto (AAI), attaccamento infantile (MCAST). Risultati: il 60% dei genitori presenta un modello di attaccamento sicuro e il 40% di tipo insicuro; il 46,7% dei bambini presenta un attaccamento sicuro con almeno un genitore, il 26,7% presenta un attaccamento insicuro e il 26,7% un attaccamento disorganizzato con almeno un genitore. Nonostante non sia stata riscontrata una relazione significativa tra le rappresentazioni dei genitori e quelle dei loro figli, i bambini con attaccamento sicuro hanno prevalentemente un genitore sicuro. Conclusioni: si osserva come l’adozione tardiva possa consentire ai bambini di rielaborare le precoci rappresentazioni dell’attaccamento di tipo insicuro o disorganizzato, nonostante le avversità del passato possano persistere significativamente nelle loro rappresentazioni

    Co-costruire l’attaccamento: la qualità emotiva dell’interazione genitore-bambino in una famiglia adottiva

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    La ricerca in tema di adozioni ha messo in luce le potenzialità dell’esperienza adottiva come fattore di protezione con una funzione riparativa per i bambini che hanno subito abbandoni, abusi o maltrattamenti (Van Ijzendoorn e Juffer, 2006). L’adozione rappresenta infatti un’opportunità per sperimentare un nuovo ambiente relazionale adeguato e stabile, all’interno del quale rielaborare le precoci rappresentazioni dell’attaccamento di tipo insicuro o disorganizzato (Pace, Zavattini, D’Alessio 2012). La costruzione di un rapporto di attaccamento sicuro si realizza attraverso gli scambi emotivi che si verificano tra bambino e genitore, quando questi sono caratterizzati non solo dalla capacità dell’adulto di rispondere ai bisogni di sicurezza e protezione del bambino, ma anche dalla sua capacità di cogliere e rispondere in maniera pronta ed adeguata ai segnali affettivi del bambino attraverso uno scambio interattivo adeguato (Tronick, 2007; Beebe e Lachmann, 2003). La natura diadica del costrutto della disponibilità emotiva (Emde, 1980; Biringen, Robinson e Emde, 1998), che affonda le sue radici negli sugli studi sullo sviluppo dell’intersoggettività (Trevarthen e Aitken 2001), si fonda sul riconoscimento della natura bidirezionale della relazione genitore-bambino e del ruolo attivo del bambino nella sua regolazione, mettendo in luce come per la comprensione del grado di disponibilità emotiva del genitore sia necessario mettere in relazione il suo comportamento con quello del bambino. Il presente studio, realizzato in una famiglia con una bambina late adopted di 6 anni collocata in adozione da 1.5 anni, si propone di verificare se il costrutto della disponibilità emotiva diadica possa essere utilizzato per cogliere operativamente le caratteristiche della relazione genitore-bambino che consentono la formazione di un attaccamento sicuro e una rappresentazione interna di sé come efficace e del genitore come disponibile. Sono state raccolte le seguenti misure: presenza di sintomatologia depressiva (SCL-90, Derogatis et al. 1994; Conti, 2001; EPDS, Benvenuti, Ferrara, Niccolai, Valoriani, Cox 1999; CES-D, Radloff 1977; Fava 1983); problemi emotivo-comportamentali del bambino (CBCL, Achenbach e Rescorla 2001); stress nella relazione genitore-bambino (PSI-SF, Abidin 1995, Guarino et al. 2008); modelli di attaccamento adulto (AAI, George, Kaplan e Main 1985), vocabolario recettivo infantile (P.P.V.T.-R, M. Dunn e M. Dunn 2000); attaccamento infantile (MCAST, Green et al. 2000); rappresentazioni familiari (DdF, Corman 1967); qualità della relazione diadica (EAS, Biringen, Robinson e Emde 1998)

    Paternità e adozione: uno studio esplorativo su attaccamento e disponibilità emotiva nella costruzione della relazione con il bambino.

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    Titolo: Paternità e adozione: uno studio esplorativo su attaccamento e disponibilità emotiva nella costruzione della relazione con il bambino. Autori e Affiliazioni: Piermattei* C., Odorisio* F., Patruno* C. *Università Sapienza di Roma, Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica Email del primo autore: [email protected] Introduzione: Molti studi hanno rivelato il ruolo dell’adozione come fattore protettivo per lo sviluppo dei bambini, ma poche ricerche si sono fin ora focalizzate sulla transizione alla genitorialità adottiva. Scopo del presente contributo è quello di approfondire la conoscenza dell’adattamento paterno alla transizione alla genitorialità nel caso delle “late-adoptions” internazionali, in una precoce fase della costruzione della relazione con il bambino. Metodo: Hanno partecipato allo studio 10 diadi padre-bambino residenti nella Regione Lazio. I bambini hanno un’età compresa tra 4,5 e 8,5 anni e il periodo di tempo da loro trascorso all’interno della famiglia adottiva varia tra 7 e 18 mesi. Sono state raccolte le seguenti misure: attaccamento adulto (AAI), attaccamento infantile verso la figura paterna (MCAST), disponibilità emotiva diadica (EAS), stress nella relazione genitore-bambino (PSI/SF), benessere psicologico del genitore (SCL-90, CES-D). Risultati: Il 40% dei padri presenta un modello di attaccamento sicuro e il 60% di tipo insicuro; il 20% dei bambini mostra un pattern di attaccamento di tipo sicuro, il 50% di tipo insicuro e il 30% di tipo disorganizzato. Le scale della disponibilità emotiva, nonostante i dati non siano statisticamente significativi, mostrano nei padri sicuri una sensibilità maggiore (X=5,6) e una maggior capacità di strutturazione (X=5,4) rispetto ai padri insicuri (X=5,0 e X=4,8). I bambini sicuri si caratterizzano per una maggior responsività (X=6) e coinvolgimento (X=5,5) sia rispetto ai bambini insicuri (X=5,4; X=5,2) che disorganizzati (X=4,3; X=4,3). Nei padri non sono presenti elementi psicopatologici significativi e non sono state rilevate relazioni genitore-bambino sottoposte a un livello di stress clinicamente significativo. Discussione: Nonostante gli elementi stressanti aggiuntivi legati alla genitorialità adottiva, tutti i padri della ricerca, in misura maggiore quelli con un modello di attaccamento sicuro, mostrano un buon adattamento in questa precoce fase di costruzione delle capacità genitoriali, sia rispetto al loro benessere psicologico individuale, sia rispetto alla sensibilità nei confronti dei loro bambini

    Il trattamento topico delle ulcere vascolari infette degli arti inferiori nel paziente anziano con spray a base di ac. ialuronico e argento colloidale

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    Introduzione. Gli Autori riportano la propria esperienza svolta presso l’ambulatorio di Vulnologia del Dipartimento di Chirurgia “F. Durante” nel periodo che va dal 2008 al 2010 nel trattamento delle ulcere infette degli arti inferiori nei pazienti ultrasettantenni. A causa dell’aumento della vita media è sempre maggiore il numero dei casi di portatori di ulcera cronica degli arti inferiori che giungono all’osservazione degli operatori nell’ambiente chirurgico. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di analizzare i fattori alla base della cronicizzazione delle lesioni e studiare la terapia più idonea alla guarigione delle ferite

    Elevation bias due to penetration of spaceborne radar signal on Grosser Aletschgletscher, Switzerland

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    Digital elevation models (DEMs) from the spaceborne interferometric radar mission TanDEM-X (TDX) hold a large potential for glacier elevation change assessments and monitoring. However, a bias is potentially introduced through the penetration of the X-band signal into snow and firn. To improve our understanding of radar penetration on glaciers, we compare DEMs derived from almost synchronous acquisition of TDX and Pléiades optical stereo-images of Grosser Aletschgletscher in March 2021. We found that the elevation bias - averaged per elevation bin - can reach up to 8 m in the accumulation area. Concurrent in-situ measurements (ground penetrating radar, snow cores, snow pits) reveal that the signal is not obstructed by the last summer horizon but reaches into perennial firn. Because of volume scattering, the TDX surface is determined by the scattering phase centre and does not coincide with a specific firn layer. We show that the bias corresponds to more than half of the decadal ice loss rate. To minimise the radar penetration bias, TDX DEMs are recommended to be selected from the same season and over long observation periods. An assessment and correction of the radar penetration bias is recommended, especially when combining optical and TDX DEMs

    Rigenerare Corviale - Concorso internazionale di progettazione

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    La trasformazione di Corviale obbliga a riflettere sul ruolo che il simbolo che esso rappresenta può assumere come centro attrattivo di nuove attività e di innovazione tecnologica. Gli obiettivi (ricomposizione del tessuto urbano, restituzione di una centralità al quartiere) e i criteri (flessibilità delle scelte progettuali, gerarchizzazione delle percorrenze, unitarietà del disegno complessivo, articolazione per fasi) adottati nella proposta, trasformano l'attuale desolazione in luoghi carichi di significato e ad avviare un processo di rigenerazione con la partecipazione e condivisione delle scelte con i residenti

    What’s beyond BRCA Mutational Status in High Grade Serous Ovarian Cancer? The Impact of Hormone Receptor Expression in a Large BRCA-Profiled Ovarian Cancer Patient Series: A Retrospective Cohort Study

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    Several studies have explored the prognostic role of hormone receptor status in high-grade serous ovarian cancer (HGSOC) patients. However, few reports have investigated their expression according to BRCA mutational status. The aim of this single-center, observational, retrospective study was to explore the hormone receptor pattern and its potential prognostic role in a cohort of 207 HGSOC women stratified for BRCA mutational status. To this end, ERα, ERβ1, ERβ2, ERβ5, PR, and AR expression were assessed by immunohistochemistry in 135 BRCA-wild type (BRCA-wt) and 72 BRCA1/2 mutation carriers (BRCA-mut). No significant difference emerged in hormone receptor expression between the two sub-samples, except for a significantly lower ERα expression observed in pre-menopausal BRCA1/2-mut as compared to BRCA-wt patients (p = 0.02). None of the examined hormone receptors has revealed a significant prognostic role in the whole sample, apart from the ratio ERα/ERβ5 nuclear, for which higher values disclosed a positive role on the outcome in BRCA-wt subgroup (HR 0.77; CI 0.61–0.96; p = 0.019). Conversely, it negatively affected overall survival in the presence of BRCA1/2-mut (HR 1.41; CI 1.06–1.87; p = 0.020). Finally, higher PR levels were associated with platinum sensitivity in the whole sample (p = 0.019). Our data, though needing further validation, suggest a potential role of oestrogen-mediated pathways in BRCA1/2-associated HGSOC tumorigenesis, thus revealing a possible therapeutic potential for targeting this interaction
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