7 research outputs found

    Le texte caché racinien : doutes et hypothèses

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    L’articolo studia la funzione che in Britannicus e in Bajazet svolgono i riferimenti a personaggi storici o avvenimenti segnalati dalle fonti di cui si è servito Racine, cioè soprattutto Tacito e gli altri storici che hanno narrato i crimini di Nerone, nonché i vari viaggiatori e diplomatici francesi o inglesi che hanno descritto usi e costumi della Turchia nel Seicento. L’ipotesi è che vi sia un “criptotesto” decifrabile solo mediante la conoscenza di questi elementi intertestuali cui il commento deve quindi dare spazio adeguato. Il dubbio è fin dove possa o debba spingersi questo esercizio di integrazione del senso mediante elementi vari che sono pienamente presenti nel testo solo “in potenza” ma non in atto

    Sull’utilità e il danno della storia per il romanzo: Guerra, cronaca e costume nella “Recherche” di Proust

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    Abstract: Parafrasando il titolo di una delle Considerazioni inattuali di Nietzsche, in quest’articolo si mette in luce l’importanza della dimensione storica nella Recherche di Proust, ricordando gli avvenimenti che svolgono un ruolo importante nel romanzo e cercando di esplicitare il significato che essi “aggiungono”, per così dire, alla “fiction”. Nello stesso tempo si prende in esame anche l’ipotesi opposta, e cioè che, sulle orme di Schopenhauer, l’intenzione principale di Proust sia quella di negare qualsiasi valore non solo alla storia ma anche alla dimensione “Tempo”, incapace di modificare i dati essenziali della condizione umana

    Philosophie nouvelle ou fin de la philosophie dans Le Temps retrouvé

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    Questo intervento si sforza di collocare Proust all’interno del dibattito novecentesco illustrando le varie analogie e differenze rispetto ai punti di vista dei maggiori protagonisti della filosofia di quel secolo. In particolare si cerca di dimostrare che non sono sovrapponibili il percorso disegnato dalla “ricerca” del personaggio che dice “io” (il Narratore) e quello tracciato da Proust nel corso della sua vita a cavallo di due secoli. Questi due itinerari sono addirittura l’uno l’opposto dell’altro, perché la “formazione” del Narratore va dall’iniziale adesione all’oggettività dei valori “esterni” verso una progressiva disillusione che lo libera da questa che finirà per apparirgli “idolatria” e lo farà approdare ad un soggettivismo radicale. Al contrario, Proust ha aderito nella adolescenza e prima giovinezza al soggettivismo del pensiero negativo (decadentismo, simbolismo, Schopenhauer) ma ha recuperato gradualmente un rapporto più unitario e sintetico con le varie sfere della realtà

    La nostalgia del presente in Proust, Helleu e Boldini

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    Descrivendo in Le Côté de Guermantes un quadro del pittore immaginario Elstir, che corrisponde esattamente al celebre Dejeuner des canotiers di Renoir, Proust spiega che la “poetica dell’istante” caratteristica dell’impressionismo implica un “sensus finis” e quindi una nostalgia per il presente felice ma minacciato di morte. Questa chiave di lettura viene applicata anche al pittore francese Helleu (che per altri aspetti è anch’egli un modello di Elstir) e a Boldini, la cui “mondanità” è accompagnata da una percezione dolente della realtà
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