364 research outputs found

    The XII century towers, a benchmark of the Rome countryside almost cancelled. The safeguard plan by low cost uav and terrestrial DSM photogrammetry surveying and 3D Web GIS applications

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    “Giving a bird-fly look at the Rome countryside, throughout the Middle Age central period, it would show as if the multiple city towers has been widely spread around the territory” on a radial range of maximum thirty kilometers far from the Capitol Hill center (Carocci and Vendittelli, 2004). This is the consequence of the phenomenon identified with the “Incasalamento” neologism, described in depth in the following paper, intended as the general process of expansion of the urban society interests outside the downtown limits, started from the half of the XII and developed through all the XIII century, slowing down and ending in the following years. From the XIX century till today the architectural finds of this reality have raised the interest of many national and international scientists, which aimed to study and catalog them all to create a complete framework that, cause of its extension, didn’t allow yet attempting any element by element detailed analysis. From the described situation has started our plan of intervention, we will apply integrated survey methods and technologies of terrestrial and UAV near stereo-photogrammetry, by the use of low cost drones, more than action cameras and reflex on extensible rods, integrated and referenced with GPS and topographic survey. In the final project we intend to produce some 3D scaled and textured surface models of any artifact (almost two hundreds were firstly observed still standing), to singularly study the dimensions and structure, to analyze the building materials and details and to formulate an hypothesis about any function, based even on the position along the territory. These models, successively georeferenced, will be imported into a 2D and 3D WebGIS and organized in layers made visible on basemaps of reference, as much as on historical maps

    Un quartiere una città: Le Vallette a Torino

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    Mostra di architettura: esposizione dei lavori degli studenti del Politecnico di Torino. Una mostra presso il Mercato coperto "Le Verbene" nel quartiere Le Vallette (18-23 Marzo 2016), e una tavola rotonda, ospitata all’interno della Casa Vallette – Officine Caos (22 marzo 2016) per rilanciare il dibattito sulle prospettive future di uno dei quartieri più emblematici della ricostruzione italiana del secondo dopoguerra. Realizzato fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 a partire da un progetto ambizioso di autosufficienza e qualità dell'habitat - di cui sono testimonianza la grande varietà di spazi verdi aperti e le differenziate soluzioni architettoniche presenti - il quartiere Le Vallette a Torino ha, tuttavia, scontato sin dall’inizio l’assenza della grande struttura di servizi inizialmente immaginata al suo centro come cuore pulsante dell’insediamento: una struttura mai attuata e sostituita, nel tempo, dall’edificazione - quasi casuale - di parti-pezzi semplicemente giustapposti nell'area centrale, riempita di funzioni pubbliche primarie, ma svuotata di senso e rappresentatività. Un vuoto, dunque, semantico e simbolico, al quale si sono rivolte le sperimentazioni progettuali presentate nella mostra, sviluppate in alcuni laboratori di progettazione del Politecnico di Torino negli anni accademici 2014-15 e 2015-16. Incentrati sul ridisegno di quel "cuore pubblico" assente, i progetti, partendo dal riconoscimento degli aspetti più significativi dell’insediamento e delle sue attuali criticità, propongono una grande varietà di soluzioni, aggregando intorno alla nuova Casa di Quartiere (più grande di quella attuale e formalmente riconoscibile) funzioni diverse - pubbliche, culturali, commerciali - per un ampio e condiviso spazio di socializzazione. A partire dagli esiti di questa esperienza didattica e avvalendosi delle forze e delle risorse in gioco, la tavola rotonda intende porre un confronto allargato fra attori diversi - Politecnico, istituzioni politico-amministrative, associazioni, abitanti - per rilanciare una riflessione sulle attuabili possibilità d'intervento, nell'ottica di un'auspicabile ri-formulazione delle grandi potenzialità e opportunità presenti nel quartiere. La mostra ha avuto ampio risalto sui siti istituzionale (Urban Center e Centro Studi 5° Circoscrizione) e su "La Stampa" del 23 marzo 2016, con l'articolo di P. Coccorese, "Il progetto del Politecnico ridà cuore al quartiere. Di sera i banchi rionali lasceranno il posto a un cinema all'aperto"

    Un quartiere una città: Le Vallette a Torino

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    Mostra di architettura: esposizione dei lavori degli studenti del Politecnico di Torino. Una mostra presso il Mercato coperto "Le Verbene" nel quartiere Le Vallette (18-23 Marzo 2016), e una tavola rotonda, ospitata all’interno della Casa Vallette – Officine Caos (22 marzo 2016) per rilanciare il dibattito sulle prospettive future di uno dei quartieri più emblematici della ricostruzione italiana del secondo dopoguerra. Realizzato fra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 a partire da un progetto ambizioso di autosufficienza e qualità dell'habitat - di cui sono testimonianza la grande varietà di spazi verdi aperti e le differenziate soluzioni architettoniche presenti - il quartiere Le Vallette a Torino ha, tuttavia, scontato sin dall’inizio l’assenza della grande struttura di servizi inizialmente immaginata al suo centro come cuore pulsante dell’insediamento: una struttura mai attuata e sostituita, nel tempo, dall’edificazione - quasi casuale - di parti-pezzi semplicemente giustapposti nell'area centrale, riempita di funzioni pubbliche primarie, ma svuotata di senso e rappresentatività. Un vuoto, dunque, semantico e simbolico, al quale si sono rivolte le sperimentazioni progettuali presentate nella mostra, sviluppate in alcuni laboratori di progettazione del Politecnico di Torino negli anni accademici 2014-15 e 2015-16. Incentrati sul ridisegno di quel "cuore pubblico" assente, i progetti, partendo dal riconoscimento degli aspetti più significativi dell’insediamento e delle sue attuali criticità, propongono una grande varietà di soluzioni, aggregando intorno alla nuova Casa di Quartiere (più grande di quella attuale e formalmente riconoscibile) funzioni diverse - pubbliche, culturali, commerciali - per un ampio e condiviso spazio di socializzazione. A partire dagli esiti di questa esperienza didattica e avvalendosi delle forze e delle risorse in gioco, la tavola rotonda intende porre un confronto allargato fra attori diversi - Politecnico, istituzioni politico-amministrative, associazioni, abitanti - per rilanciare una riflessione sulle attuabili possibilità d'intervento, nell'ottica di un'auspicabile ri-formulazione delle grandi potenzialità e opportunità presenti nel quartiere. La mostra ha avuto ampio risalto sui siti istituzionale (Urban Center e Centro Studi 5° Circoscrizione) e su "La Stampa" del 23 marzo 2016, con l'articolo di P. Coccorese, "Il progetto del Politecnico ridà cuore al quartiere. Di sera i banchi rionali lasceranno il posto a un cinema all'aperto"

    Exact Random Walk Distributions using Noncommutative Geometry

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    Using the results obtained by the non commutative geometry techniques applied to the Harper equation, we derive the areas distribution of random walks of length N N on a two-dimensional square lattice for large N N , taking into account finite size contributions.Comment: Latex, 3 pages, 1 figure, to be published in J. Phys. A : Math. Ge

    Robustness of equilibrium in the Kyle model of informed speculation

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    We analyze a static Kyle (1983) model in which a risk-neutral informed trader can use arbitrary (linear or non-linear) deterministic strategies, and a nite number of market makers can use arbitrary pricing rules. We establish a strong sense in which the linear Kyle equilibrium is robust: the rst variation in any agent's expected payo with respect to a small variation in his conjecture about the strategies of others vanishes at equilibrium. Thus, small errors in a market maker's beliefs about the informed speculator's trading strategy do not reduce his expected payo s. Therefore, the original equilibrium strategies remain optimal and still constitute an equilibrium (neglecting the higher-order terms.) We also establish that if a non-linear equilibrium exists, then it is not robust

    Quantum Computation of a Complex System : the Kicked Harper Model

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    The simulation of complex quantum systems on a quantum computer is studied, taking the kicked Harper model as an example. This well-studied system has a rich variety of dynamical behavior depending on parameters, displays interesting phenomena such as fractal spectra, mixed phase space, dynamical localization, anomalous diffusion, or partial delocalization, and can describe electrons in a magnetic field. Three different quantum algorithms are presented and analyzed, enabling to simulate efficiently the evolution operator of this system with different precision using different resources. Depending on the parameters chosen, the system is near-integrable, localized, or partially delocalized. In each case we identify transport or spectral quantities which can be obtained more efficiently on a quantum computer than on a classical one. In most cases, a polynomial gain compared to classical algorithms is obtained, which can be quadratic or less depending on the parameter regime. We also present the effects of static imperfections on the quantities selected, and show that depending on the regime of parameters, very different behaviors are observed. Some quantities can be obtained reliably with moderate levels of imperfection, whereas others are exponentially sensitive to imperfection strength. In particular, the imperfection threshold for delocalization becomes exponentially small in the partially delocalized regime. Our results show that interesting behavior can be observed with as little as 7-8 qubits, and can be reliably measured in presence of moderate levels of internal imperfections

    Self-Organized Nanogratings for Large-Area Surface Plasmon Polariton Excitation and Surface-Enhanced Raman Spectroscopy Sensing

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    Surface plasmon polaritons (SPP) are exploited due to their intriguing properties for the fabrication and miniaturization of photonic circuits, for surface-enhanced spectroscopy and imaging beyond the diffraction limit. However, excitation of these plasmonic modes by direct illumination is forbidden by energy/momentum conservation rules. One strategy to overcome this limitation relies on diffraction gratings to match the wavevector of the incoming photons with that of propagating SPP excitations. The main limit of the approaches so far reported in the literature is that they rely on highly ordered diffraction gratings fabricated by means of demanding nanolithographic processes. In this work, we demonstrate that an innovative, fully self-organized method based on wrinkling-assisted ion-beam sputtering can be exploited to fabricate large-area (cm2 scale) nanorippled soda lime templates, which conformally support ultrathin Au films deposited by physical deposition. The self-organized patterns act as quasi-one-dimensional (1D) gratings characterized by a remarkably high spatial order, which properly matches the transverse photon coherence length. The gratings can thus enable the excitation of hybrid SPP modes confined at the Au/dielectric interfaces, with a resonant wavelength that can be tuned by modifying the grating period, photon incidence angle, or, potentially, the choice of the thin-film conductive material. Surface-enhanced Raman scattering experiments show promising gains in the range of 103, which are competitive, even before a systematic optimization of the sample fabrication parameters, with state-of-the art lithographic systems, demonstrating the potential of such templates for a broad range of optoelectronic applications aiming at plasmon-enhanced photon harvesting for molecular or biosensing

    "Qui abito. A partire dalla scuola: storie di famiglie e di quartiere per immaginare il futuro della comunità": Progetto vincente del Bando pubblico "AxTO" (Azioni per le periferie torinesi).

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    QUI ABITO. A partire dalla scuola: storie di famiglie e di quartiere per immaginare il futuro della comunità è un progetto destinato al quartiere Vallette per favorire la partecipazione di residenti diversi per origine e generazione che ha come protagonista l’Istituto comprensivo M.D. Turoldo, l’unico esistente sul territorio. Con il coinvolgimento di studenti e insegnanti, e la valorizzazione della loro attività, si intende inoltre contribuire al superamento della crisi dell’Istituto che da anni registra l’esodo di alunni verso altri quartieri, fatto che provoca un ulteriore senso di marginalizzazione nella comunità. Premessa del progetto è invece che la scuola debba svolgere un ruolo centrale nel consolidamento del tessuto sociale e comunitario. L’impegno dei ragazzi, con i loro insegnanti, nella conoscenza del passato, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie e degli anziani, è fondamentale per una progettualità rivolta al futuro. Essenziali saranno le risorse culturali e sociali del territorio (il Centro di Documentazione Storica ed Ecomuseo della Circoscrizione 5, con il suo ricco patrimonio di conoscenza storica; il Tavolo di Quartiere, con la sua fitta rete di soggetti; la Casa di Quartiere, come spazio di attività; l’Associazione Manal, con l’esperienza nel modo dell’immigrazione e della scuola) oltre alle professionalità garantite dal Politecnico di Torino M.L. Barelli e P. Gregory) e da Cliomedia Public History. Fra le attività previste: formazione per insegnanti e attività di laboratorio degli studenti (in classe e nel quartiere); formazione post laurea di 2 giovani del territorio per supporto alle varie attività; creazione di un sito internet, di un percorso espositivo e di un ebook; un evento anche conviviale con cibo e musica; un evento finale di Public History

    Exploring the boundaries in an interdisciplinary context through the Family Resemblance Approach: The Dialogue Between Physics and Mathematics

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    Among the relevant aspects of the family resemblance approach (FRA), our study focuses on the potential of the approach to elaborate on disciplinary identities in an interdisciplinary context, specifically regarding the interplay between physics and mathematics. We present and discuss how the FRA wheel can be used and intertwined with the framework of boundary objects and boundary crossing mechanisms (Akkerman & Bakker, Review of Educational Research, 81, 132–169, 2011), which is well-known in STEM education for dealing with interdisciplinarity. The role of the FRA discussed in the article is dual: both practical and theoretical. It is practical in that we show how its use, in combination with the Akkerman and Bakker framework, appears effective in fostering productive discussions among prospective teachers on disciplinary identities and interdisciplinarity in historical cases. It is theoretical in that the combination of the two frameworks provides the vocabulary to characterise the ‘ambiguous nature’ of interdisciplinarity: like boundaries, interdisciplinarity both separates disciplines, making their identities emerge, and connects them, fostering mechanisms of crossing and transgressing the boundaries. This empirical study reveals how the theoretical elaboration took advantage of the prospective teachers’ contributions. We initially presented the FRA to characterise disciplinary identities, but the prospective teachers highlighted its potential to characterise also the boundary zone and the dialogue between physics and mathematics. The data analysis showed that the combination of the two frameworks shaped a complex learning space where there was room for very different epistemic demands of the prospective teachers: from those who feel better within the identity cores of the disciplines, to those who like to inhabit the boundary zone and others who like to re-shape boundary spaces and move dynamically across them

    Double butterfly spectrum for two interacting particles in the Harper model

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    We study the effect of interparticle interaction UU on the spectrum of the Harper model and show that it leads to a pure-point component arising from the multifractal spectrum of non interacting problem. Our numerical studies allow to understand the global structure of the spectrum. Analytical approach developed permits to understand the origin of localized states in the limit of strong interaction UU and fine spectral structure for small UU.Comment: revtex, 4 pages, 5 figure
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