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Uncertainty in Seismic Capacity of Masonry Buildings
Seismic assessment of masonry structures is plagued by both inherent randomness and model uncertainty. The former is referred to as aleatory uncertainty, the latter as epistemic uncertainty because it depends on the knowledge level. Pioneering studies on reinforced concrete buildings have revealed a significant influence of modeling parameters on seismic vulnerability. However, confidence in mechanical properties of existing masonry buildings is much lower than in the case of reinforcing steel and concrete. This paper is aimed at assessing whether and how uncertainty propagates from material properties to seismic capacity of an entire masonry structure. A typical two-story unreinforced masonry building is analyzed. Based on previous statistical characterization of mechanical properties of existing masonry types, the following random variables have been considered in this study: unit weight, uniaxial compressive strength, shear strength at zero confining stress, Young's modulus, shear modulus, and available ductility in shear. Probability density functions were implemented to generate a significant number of realizations and static pushover analysis of the case-study building was performed for each vector of realizations, load combination and lateral load pattern. Analysis results show a large dispersion in displacement capacity and lower dispersion in spectral acceleration capacity. This can directly affect decision-making because both design and retrofit solutions depend on seismic capacity predictions. Therefore, engineering judgment should always be used when assessing structural safety of existing masonry constructions against design earthquakes, based on a series of seismic analyses under uncertain parameters
A complex idea of human Being : The contribution of neuroscience and ecological social and human approach in the construction of competent and inclusive educational context
According to the current lines of contemporary research, the aim of the framework of inclusive education is to respond to the diversity and learning differences of all students, through a different environmental organization for everyone. Brain development is largely a process that depends on experience, in both positive and negative terms (Oliviero, 2017). According to the principle of neuronal plasticity, the brain modifies its structure on the basis of environmental stimuli: in fact, it is environmental and interpersonal experiences that modify our brain structures. In the educational field, it is therefore essential to structure contexts and learning opportunities that generate interest, curiosity, and participation, in heterogeneous environments such as that of today’s school, but respecting the development of each student. The contribution of contemporary neuroscience allows, today, embody the idea of a complex being human. The relationships and the mediators that are used at school, are the signs that students received. That can stimulate the perceptive apparatus and support the development of identity and the relationship between similar (inter-objectivity). In this work we will present, through the perspective of the principles of Universal Design (Rose and Meyer, 2002) how an active, multi-perspective and varied learning, stimulating learning, participation, and a development of soft skills, through the design of educational contexts and using a different methods that enhance diversity
Inclusive design of school contexts and a curriculum according to the Universal Design for Learning approach
Children’s rights serve primarily the protection and development of children with respect to their
physical, mental, emotional, social, moral, and economic care (AkyĂĽz, 2000). A school culture
movement based on children’s rights is necessary for these rights to be fully implemented (Lansdown,
Jimerson, & Shahroozi, 2014). In this context, it has been observed in recent years that there is a great
deal of interest in the education of children about their rights and responsibilities in school programs
(Howe & Covell, 2010; Covell, Howe, & Polegate, 2011). The school, in particular the classroom
environment, appears to be the preferred context in which to intervene to encourage the process of
physical and psychological growth of the child, the development of transversal skills for life, and the
inclusion of all students. In this respect, the practices implemented by the teachers play a crucial role
in the quality of children’s rights education. In this new perspective, the international approach of
Universal Design for Learning (CAST 2011; 2018; Savia 2016) allows to underline individual variability.
In this contribution, we will present doctoral research based on the application of the principles of
Universal Design for Learning for the creation of participatory and inclusive contexts. Through the
methodology of action research, we will test the construction of an inclusive curriculum and the
students' perception of the application of this model investigating areas of increasing well-being,
participation, motivation and learning levels. A particular focus will be on the inclusion of pupils with
disabilities in the classes participating in the research
Progettazione inclusiva di contesti scolastici e di un curricolo inclusivo secondo l’approccio dell’Universal Design for Learning
Progettazione inclusiva di contesti scolastici e di un curricolo inclusivo secondo
l’approccio dell’Universal Design for Learning
L’educazione Inclusiva è un modello teorico di riferimento in materia di istruzione e
educazione, che ha come obiettivo quello di rispondere alle diversitĂ dei bisogni dei
singoli studenti con dei sistemi scolastici capaci di accogliere tutti e tutte e di articolarsi
in maniera flessibile in relazione alle esigenze di ciascuno. La Didattica Inclusiva nasce
da questa prospettiva, essa risiede nella comprensione, valorizzazione e nella
celebrazione delle differenze individuali e dove grazie all’approccio socio-ecologico e
multisistemico permette di ripensare la disabilitĂ attraverso le modalitĂ secondo le quali
la persona interagisce con l’ambiente, al modo in cui il contesto è progettato, in cui
vengono organizzati e progettati i percorsi educativi e formativi e alle modalitĂ in cui i
suoi attori si interfacciano con le persone con disabilità . In particolare, l’approccio
dell’Universal Design for Learning (CAST 1995; 2008; 2011; 2018; Savia 2016) come
modello per una didattica inclusiva, prevede la creazione di un curricolo flessibile e
inclusivo per soddisfare la variabilitĂ individuale e della diversitĂ (adatto a rispondere
alle esigenze di tutti) attraverso una progettazione e una pianificazione di attivitĂ
educative e di apprendimento ampie e flessibili, rivolte a tutti e a tutte ognuno con le
proprie caratteristiche. Il presente contributo presenta un disegno di ricerca empirica
quali-quantitativo che ha l’obiettivo di progettare e sperimentare un curricolo inclusivo
attraverso la prospettiva dell’Universal Design for Learning, che tiene conto delle
differenze degli alunni e delle alunne, compresi gli alunni con disabilitĂ .
La ricerca, parte dall’analisi della letteratura italiana e straniera di ricerche in contesti
dove l’approccio UDL è stato sperimentato, individuando quattro dimensioni che
saranno indagate: benessere, partecipazione, motivazione, aumento dei livelli di
apprendimento. Attraverso l’approccio della ricerca-azione si progetterà un curricolo
inclusivo, flessibile e accessibile attraverso le cinque dimensioni che lo compongono
(Savia, 2016): obiettivi, metodologie, materiali, spazi e valutazione; in due contesti
scolastici territoriali differenti di scuola primaria.
La presente ricerca vuole essere un contributo nell’ambito dell’educazione e della
didattica inclusiva; grazie all’applicazione e ala sperimentazione del modello
dell’Universal Design for Learning con l’obiettivo di accrescere le dimensioni sopra
descritte, emerse dall’analisi della letteratura, che caratterizzano i processi di
inclusione. Inoltre, vuole sottolineare come l’applicazione di questo modello di didattica
inclusiva, sia una possibile e reale risposta alla complessitĂ delle classi odierne, e ai
processi di inclusione necessari nella realtĂ scolastica e educativa
“Non giudicare a prima vista”: un percorso di educazione inclusiva e interculturale
“Non giudicare a prima vista”: un percorso di educazione inclusiva e interculturale
La scuola rappresenta un luogo relazionale di fondamentale importanza e la classe è il microcosmo che rispecchia la diversità nella società e del territorio in cui si colloca la scuola (Pastori, 2015). Le migliori esperienze pedagogiche e didattiche mostrano, infatti, che l’integrazione degli stranieri costituisce un’occasione insuperabile di diversificazione delle strategie didattiche, ampliamento culturale e apertura della classe (Santerini, 2001). Ma non solo, quando la complessità delle scuole odierne, interseca la dimensione della disabilità è necessario avviare un processo di educazione inclusiva come «processo di trasformazione dei sistemi educativi e della cultura di base che consenta a tutti gli studenti di partecipare pienamente ed equamente ai processi di apprendimento che avvengono nelle istituzioni scolastiche» (D'Alessio, 2008).
La proposta didattica qui presentata si è posta un duplice obiettivo: la progettazione e lo sviluppo di apprendimenti in un’ottica di interdisciplinarietà , ma soprattutto la promozione di una cultura del rispetto, della solidarietà e della conoscenza reciproca fra allievi per favorire un clima di accoglienza e di inclusione. “Non giudicare a prima vista” è un progetto a classi aperte fra una classe quarta e una quinta di una scuola primaria della provincia di Reggio Emilia, sviluppato poi in un evento pubblico in collaborazione con il territorio, in un contesto a forte processo migratorio e con la presenza di diversi alunni/e con bisogni educativi speciali. La complessità linguistica, educativa e didattica di queste classi, ha portato le insegnanti a sperimentare nuove modalità didattiche per l’insegnamento della lingua italiana, e soprattutto a sperimentare strumenti di mediazione didattica per promuovere un approccio transculturale e inclusivo. Le classi che hanno partecipato a questo percorso erano infatti caratterizzate dalla presenza di alunni e alunne di diversa nazionalità e cultura, ma anche con differenti disabilità .
In questo contributo si illustrerà la sperimentazione di un percorso interdisciplinare che ha coinvolto diverse discipline, come italiano, storia, educazione civica, ed è poi proseguito nella creazione di un percorso teatrale, in rete con le associazioni del territorio e il comune nel quale è inserito l’Istituto Comprensivo. Partendo da un’attività di brainstorming, dove sono stati utilizzati alcuni oggetti come mediatori culturali ed educativi, le due classi sono stati divisi in cinque gruppi e ad ognuno è stato assegnato il compito di scrivere una parte di una storia che avesse come tema “il viaggio”. Ciascun
gruppo eterogeneo, era formato da alunni e alunni delle due diverse classi, e ognuno si è occupato di una parte della struttura del racconto. Le insegnanti hanno progettato l’attività secondo un approccio di cooperative learning, dando a ciascun componente un ruolo all’interno del gruppo. Dal racconto elaborato a classi aperte, è stato prodotto un video realizzato attraverso la tecnica dello stop-motion. La realizzazione degli oggetti concreti, della scenografia, degli artefatti e l’uso delle tecnologie ha permesso di realizzare un’attività inclusiva, che ha stimolato e promosso un pieno e diretto coinvolgimento degli alunni e delle alunne, in tutte le sue fasi. Materiali efficaci consentono infatti, agli studenti di diventare proattivi ed essi stessi ideatori e creatori di materiale da presentare ai docenti e compagni (Meyer, Rose, Gordon, 2014). Grazie alla collaborazione con il territorio dove la scuola è collocata, si è deciso di sviluppare ulteriormente questo progetto, ideando uno spettacolo teatrale utilizzando il testo e il video realizzato dai bambini e dalle bambine. “Via Emilia Aperta” è un evento culturale organizzato dal Comune di Rubiera, che coinvolge enti, associazioni e cooperative, e ha come obiettivo la promozione di una visione della società tollerante e attenta al dialogo fra le culture. In questa cornice istituzionale, è stata strutturata la narrazione del racconto sottoforma di narrazione interattiva utilizzando il testo ideato, il video realizzato e utilizzando gli oggetti come filo conduttore durante tutto lo spettacolo teatrale. Gli oggetti utilizzati sono stati utilizzati come mediatori che forniscono sostegno e che si collegano l’uno all’altro (Canevaro, 2008) permettendo un incontro con l’altro e un collegamento lungo tutto il percorso. I risultati positivi del percorso educativo e didattico sono stati caratterizzati dalla piena partecipazione dei bambini e delle bambine, dal rispetto reciproco, dalla collaborazione e dalla qualità delle relazioni instaurate in tutte le fasi del progetto. Il pluralismo culturale e linguistico e l’ottica dell’educazione inclusiva, provoca la scuola nel ribadire la sua vera identità e il suo ruolo di apertura a tutte le differenze, di provenienza, genere, personalità , livello sociale, storia scolastica. Per questo risulta sempre più emergente la necessità di progettare percorsi educativi e didattici che educhino all’accoglienza, al pieno rispetto delle differenze individuali e all’eliminazione di ogni forma di discriminazione interpersonale
Servizi educativi 0-6 e progettazione educativa inclusiva su base ecologica e sociale. Dal Piano educativo individualizzato (PEI) alla progettazione UDL secondo tre ambiti innovativi. Un’indagine esplorativa con i servizi 0-6 del Comune di Cesena
This paper describes some of the results of a research-training course, from December 2021 to February 2023, for educators, teachers and pedagogists of early childhood education of Cesena. This research conducted using a mix-methods methodology and an ecological-social approach of phenomenological, metacognitivecritical - reflective type, has the goal of investigating the present resources, needs, and criticalities, about the design to the inclusion for early childhood and children with disabilities or uncomfortable conditions. Despite some critical issues, the research shows that the launch of targeted and specific programs to improve the quality of learning for all children, a training path and support for all educators and teachers, and the support towards a universal design according to the UDL approach, using three innovative areas, allows to improve the quality of relations within the operating group, with parents and to raise the quality levels of the education and training system
Nuovi dati archeologici dallo scavo di Classe
Analisi dei materiali ceramici provenienti dallo scavo del porto di Classe (RA), campagne 2001-2003. Un inquadramento topografico \ue8 seguito dall'analisi quantitativa e qualitativa del dato ceramico, da riferire ai secoli V-VII, epoca della massima fioritura del porto. Vengono inoltre presentati i risultati delle analisi minero-geochimiche condotte su un gruppo di lucerne provenienti da scavi precedenti e pi\uf9 recenti. Il quadro delle importazioni a Classe in et\ue0 tardoantica risulta dopo questo studio puntualizzato, e in parte piuttosto differente da quanto finora gi\ue0 noto
A model for pushover analysis of confined masonry structures : implementation and validation
Confined masonry (CM) is a typical building technique in Latin American countries. This technique, due to its simplicity of construction and similarity with traditional practices of reinforced concrete building, presents a potential of use in European regions with moderate-to-high seismicity. However, most of the procedures for seismic design in codes for Latin America are force-based, which appears to be inadequate due to the high dissipative response observed for CM. This paper presents a simplified numerical-analytical approach to model CM structures using pushover analysis, aiming to apply performance-based design procedures. First, a data mining process is performed on a database of experimental results collected from lateral tests on CM walls to adjust prediction models for the wall shear strength and to determine the input relevance through a sensitivity analysis. Then, an analytical model of CM structures for pushover analysis is proposed with basis on a wide-column approach that employs an adaptive shear load-displacement constitutive relation. The proposed method is compared with a discrete element model that represents explicitly the confinements-masonry interaction, against the experimental results obtained in a quasi-static test of a full-scale tridimensional CM structure. The accuracy of the predictions from both methods is very satisfactory, allowing to capture the base shear-displacement envelope and also the damage patterns of the structure, thus, demonstrating the ability of the methods to be used in performance-based seismic assessment and design of CM buildings.The first author acknowledges the financial support from the Portuguese Foundation for Science and Technology (FCT) through the Ph.D. Grant SFRH/BD/41221/2007
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