2,421 research outputs found

    Per la ripresa del dialogo tra Economia ed Etica

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    Quale tipo di relazione esiste tra economia e etica? Entrambe le discipline si occupano del comportamento umano, ma con diversita' di intenti: l'economista e' alla ricerca di quei principi che spiegano le interazioni di soggetti che vivono in societa' e che riguardano la produzione, lo scambio, il consumo, etc. di beni e servizi (con tutto cio' che questo implica); l'eticista si occupa dei principi capaci di giustificare perche' certi modi di interazione, piuttosto che altri, sono giusti, benefici o desiderabili. Ne deriva che se e' vero che le spiegazioni dell'economista non ci dicono se il comportamento umano che egli studia e' eticamente giustificabile, del pari vero e' che le giustificazioni dell'eticista non ci dicono se il comportamento che egli studia e' economicamente esplicabile. Si deve allora concludere che tra economia e etica non c'e' collegamento alcuno, come non pochi degli studiosi di entrambi i campi ancor'oggi ritengono? Non proprio - si sostiene -perche' entrambe le discipline, in quanto interessate al comportamento di agenti razionali, fanno appello alla categoria di razionalita'.economia; etica; dialogo; sistemi di enforcement; possibilita' di scelta; capacita' di scelta

    Gopīnāth Kavirāj e la scienza solare

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    This paper outlines the richness and complexity of Gopīnāth Kavirāj’s (1887-1976) contribution to the Indological studies, in particular in the field of Tantric studies. Kavirāj was at the same time an important academic scholar acknowledged both in India and in the West, a traditional paṇḍit and a Tantric sādhaka. These three experiences were inextricably connected: for him the only valuable knowledge was the one that allows spiritual achievements. The focus is in particular on sūrya-vijñāna (solar science), a nearly unkown technique to materialize objects seemingly from nothing, strictly connected to Kavirāj’s guru, Viśuddhānand Paramhaṃs. In my opinion Kavirāj’s treatment of sūrya-vijñāna is an interesting example of the link between sādhanā world and critical thought in his work

    Horacio Salas, uno scrittore multiculturale

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    L’Autrice ripercorre alcuni significativi momenti della vita e dell’opera dello scrittore e giornalista argentino Horacio Salas: la passione per la poesia e per il tango, l’incontro con personaggi significativi del mondo letterario latinoamericano e spagnolo, l’esilio e la storia politica argentina

    Spunti di riflessione su geopolitica e metodo: storia, analisi, giudizio

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    La geopolitica conosce un successo straordinario nel linguaggio giornalistico e sempre più si va diffondendo anche in ambito accademico, pur non avendo una chiara definizione disciplinare. Questo saggio si propone di discutere i presupposti per una fondazione scientifica della geopolitica, tentando di unire all’interno dello stesso problema di ricerca la storia della disciplina, l’analisi dei casi concreti e il giudizio su di essi. La geopolitica sarà scientifica solo se saprà risvegliarsi alla migliore tradizione della sua origine di pensiero, cioè come critica della frammentazione del sapere e della separazione tra scienza e politica

    Gandhi: la società non violenta.

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    Il 2 ottobre 1869, a Portbandar nell’India occidentale, nasce Mohandas Karamchand Gandhi, considerato il paladino della non-violenza, colui che riesce a piegare l’Impero britannico, diventando un’importante guida politica e spirituale per il suo Paese. Soprannominato con il nome di “Mahatma”, cioè grande anima, Gandhi cresce in una famiglia privilegiata, caratterizzata da un’intensa religiosità ed appartenente alla terza casta più importante delle quattro esistenti. A soli 13 anni, secondo la tradizione indiana, è obbligato a sposare la coetanea Kasturbai. Dal 1888 al 1891 vive a Londra, dove pratica uno stile di vita occidentale e consegue la laurea in Giurisprudenza. Tornato in patria, accetta una proposta di lavoro in Sud Africa, dove conosce e vive in prima persona la segregazione e le discriminazioni razziali nei confronti dei residenti indiani. Gandhi ci rimane oltre vent'anni, diventando il leader del movimento di protesta per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e il promotore della satyagraha (= forza della verità). Una volta nuovamente in India, inizia la sua carriera politica con una serie di campagne non-violente. Il 15 agosto 1947 l’India ottiene l’indipendenza, anche se priva di quei territori che compongono il nuovo stato del Pakistan e questo per il Mahatma è un’amara sconfitta. Il 30 gennaio del 1948, l’estremista indù Nathuram Godse, lo uccide. Gandhi ha una concezione rivoluzionaria di tipo socialista, caratterizzata dalla non-violenza e dalla satyagraha. La non-violenza significa sofferenza cosciente e tramite la non-collaborazione ha come obiettivo il bene dell’India. Il satyagraha è uno dei metodi più potenti di azione diretta, riesce infatti a reprimere la violenza dell’oppositore ed a far emergere le sue qualità più umane. Per il Mahatma un satyagrahai deve possedere quattro importanti requisiti: la castità, la povertà volontaria, la fermezza ed il coraggio. La violenza è incompatibile con qualsiasi principio della democrazia, poiché limita l’essere umano alla visione del bianco o del nero, non permettendogli di osservare le sfumature di cui è composta la verità. Egli disprezza la società europea, che si basa principalmente sull’economia, sacrificando il progresso morale. Prima che questa modernità meccanica e materialistica si sviluppasse, secondo lui i popoli di Oriente ed Occidente avevano tanto in comune. Gandhi considera ingiusto il capitalismo, che tutela gli interessi del più forte, portando all’esaurimento dell’uomo e condannandolo sempre più distante da se stesso e dai suoi simili, vincolandolo ad un abominevole mondo del profitto. Egli crede inoltre nell’ahimsa (= non nuocere), che è il supremo valore ideale alla base di qualsiasi attività e proprio per questo la ribellione pacifica è per lui un diritto inalienabile di ogni cittadino. “Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore”.On 2 October 1869, in Portbandar in western India, Mohandas Karamchand Gandhi was born, considered the protector of non-violence, the one who managed to bend the British Empire, becoming an important political and spiritual guide for his country. Nicknamed with the name of "Mahatma", that is, great soul, Gandhi grew up in a privileged family, characterized by an intense religiosity and belonging to the third most important caste of the four existing. At the age of 13, according to Indian tradition, he is forced to marry his peer Kasturbai. From 1888 to 1891 he lived in London, where he practiced a western lifestyle and obtained a degree in law. Back home, he accepts a job offer in South Africa, where he knows and experiences firsthand the segregation and racial discrimination against Indian residents. Gandhi remained there for over twenty years, becoming the leader of the protest movement for the recognition of the rights of his compatriots and the promoter of satyagraha (= force of truth). Once back in India, he begins his political career with a series of non-violent campaigns. On 15 August 1947, India gains independence, even if it lacks the territories that make up the new state of Pakistan and this is a bitter defeat for the Mahatma. On 30 January 1948, the Hindu extremist Nathuram Godse kills him. Gandhi has a revolutionary conception of a socialist type, characterized by non-violence and satyagraha. Non-violence means conscious suffering and through non-collaboration it aims at the good of India. Satyagraha is one of the most powerful methods of direct action, in fact it manages to repress the opponent's violence and bring out the most human qualities of him. For the Mahatma a satyagrahai must possess four important requisites: chastity, voluntary poverty, steadfastness and courage. Violence is incompatible with any principle of democracy, since it limits the human being to the vision of white or black, not allowing him to observe the nuances that make up the truth. He despises European society, which is mainly based on the economy, sacrificing moral progress. Before this mechanical and materialistic modernity developed, according to him the peoples of East and West had much in common. Gandhi considers capitalism to be unfair, which protects the interests of the strongest, leading to the exhaustion of man and condemning him increasingly distant from himself and his fellow men, binding him to an abominable world of profit. He also believes in ahimsa (= do no harm), which is the supreme ideal value at the basis of any activity and for this reason peaceful rebellion is for him an inalienable right of every citizen. “Mankind can only get rid of violence by resorting to non-violence. Hate can only be defeated with love"

    Manzoni e il dominio pubblico: per una teoresi sociale del medium letterario

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    La dimensione dimenticata nella comprensione di Hahnemann

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