26 research outputs found

    Los factores socioculturales: clave de internacionalizaciĂłn de la empresa occidental en el mercado chino.

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    China se ha convertido en uno de los principales mercados del mundo para las exportaciones occidentales y para su localización de joint ventures y filiales. Sin embargo, China es un país con una cultura muy diferente basada principalmente en el confucianismo y taoísmo, junto con una historia que ha moldeado tanto su sociedad como la cultura de los negocios. De hecho, uno de los aspectos más importantes para tener éxito en China reside en los factores socioculturales y en la forma de adaptarse a ellos y gestionarlos. Esta tesis doctoral busca identificar, explicar y analizar los valores socioculturales más importantes en el mundo de los negocios en China. Esta investigación consiste en una profunda revisión bibliográfica y un trabajo de campo de dieciséis entrevistas realizadas a profesionales españoles muy cualificados en hacer negocios en China y conocedores de la cultura china. Los resultados muestran la importancia de los valores socioculturales, las normas de relación más significativas a considerar en los negocios en China. Además también se averigua como el grado de importancia de los valores socioculturales varía en función de la edad de los empresarios y ejecutivos chinos. La cultura de cada nación afecta a los usos, costumbres, hábitos y valores de su sociedad, pero también a la forma de hacer negocios. Mientras en Occidente la confianza en los negocios está respaldada por la confianza en las instituciones y en el sistema legal, en cambio en China la confianza en los negocios reside en la confianza personal. Dentro de ese contexto la importancia de las relaciones personales (guanxi), la reputación del individuo (mianzi), su credibilidad personal, su rango jerárquico y un conjunto de normas sociales, de relación y de comportamiento incrustadas en su sociedad determinan si los negocios tienen éxito o no. Los valores socioculturales más importantes en China son el guanxi, el mianzi, la confianza personal (xinren), el renqing, la armonía, la jerarquía y el colectivismo. De todos ellos se realiza un análisis de su significado, características y de cómo influyen en el mundo de los negocios en China. Por medio de la metodología cualitativa empleada en este trabajo de investigación se logra averiguar que la importancia de los valores socioculturales analizados en los negocios en China es relativa en función de la edad de los ejecutivos o empresarios chinos. Además se explican los aspectos más importantes a tener en cuenta en cada valor sociocultural y los factores de adaptación socioculturales más importantes para que las empresas occidentales puedan tener éxito en los negocios en China.Administración y Dirección de Empresa

    La Cina nel mercato globale

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    Questo libro è nato nell’ambito dell’insegnamento di Economia dell’Innovazione nel corso di laurea triennale Lingue Mercati Culture dell’Asia - LMCA presso il Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Moderne - LILEC dell’Università di Bologna, ed esamina diversi aspetti dell’impatto dell’innovazione sulla crescita economica della Cina nel mercato globale come un caso studio. Si compone di un capitolo introduttivo e di quattro parti: 1) Open the Door: la globalizzazione in entrata; 2) Indigenous Innovation: globalizzazione in uscita; 3) Climbing the Ladder; 4)Variabile estensione del mercato: Globale – Regionale. Vengono analizzati i seguenti temi/settori: Innovation Policy, Global Value Chains, Intellectual Property Rights e Standard Setting; R&D; Fotovoltaico, Veicoli Elettrici, Startup, eCommerce e Fintech, Intelligenza Artificiale, Guerra commerciale USA-Cina, Belt and Road Initiative

    INTERNATIONAL ACCOUNTING: IL SISTEMA CONTABILE CINESE E L’ARMONIZZAZIONE CON GLI IFRS. EVIDENZE EMPIRICHE SULLE IFRS POLICY CHOICES IN CINA

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    “Accounting is the process of identifying, measuring and communicating economic information to permit informed judgments and decisions by users of the information”. Riportando la definizione di Accounting data da American Accounting Association nel 1966 si evince come le funzioni demandate alla contabilità siano quelle di misurare e informare sull’andamento economico aziendale al fine di rendere edotti e consapevoli nei loro giudizi gli utilizzatori di tali informazioni. Il documento attraverso cui si realizza questo processo informativo è il Bilancio di Esercizio che rappresenta il canale principale preposto all’ottenimento degli scopi citati. Il primo stadio di soddisfazione di un fabbisogno informativo, risiede banalmente nella comprensione del significato associato al messaggio che inviamo e/o riceviamo sia che si tratti di un linguaggio numerico che letterale. Questa semplice considerazione può essere riportata, su scala internazionale, come la base di partenza della necessità avvertita da parte degli studiosi di economia aziendale di studiare le differenze contabili esistenti in campo internazionale e le problematiche connesse alla possibilità e opportunità di perseguire l’armonizzazione delle prassi ragionieristiche. Detto ciò però, la domanda sorge spontanea, ovvero - Quale è stata la causa scatenante la necessità di studiare le diversità esistenti tra le varie prassi e norme contabili ed, ancor più, perché si ricercano possibilità e opportunità nella realizzazione di un comune linguaggio contabile?-. Intuitivamente la riposta è molto semplice, ovvero lo sviluppo delle economie mondiali, dei loro mercati finanziari, la creazione e la crescita di gruppi di imprese multinazionali hanno sì consentito di superare le barriere geografiche ma di per sé non hanno, ovviamente, realizzato un’uniformità di linguaggio nel campo delle discipline economico aziendali, anzi hanno semmai sviluppato e reso manifesto un crescente bisogno di comparabilità dei dati economico-finanziari delle imprese. Questi elementi possono essere indicati come le cause che hanno condotto a partire dagli anni Sessanta allo sviluppo dell’International Accounting (o Ragioneria Internazionale) come disciplina autonoma. Nel corso degli anni gli studiosi in International Accounting si sono impegnati nello studio delle differenze contabili esistenti tra Paese e Paese, nel raccogliere elementi di comunanza utili alla comprensione di diversi linguaggi contabili. Tali attività hanno svolto un ruolo cruciale nel processo avviato da istituzioni nazionali e internazionali volto a rendere maggiormente intelligibili i bilanci delle aziende su scala mondiale. La difficoltà nell’interpretazione di linguaggi contabili diversi a livello internazionale è “drammaticamente” avvertita verso le economie in forte sviluppo ove i tempi accelerati del percorso di crescita affiancato magari da una cultura contabile differente e/o scarsa rendono difficoltoso l’ingresso ad imprese che vogliono lanciarsi nella sfida dell’internazionalizzazione e/o in generale l’ingresso di capitali stranieri interessati ad investire risorse nel Paese. Anche la Cina, cui il presente lavoro è dedicato, nel momento in cui ha intrapreso il suo percorso di trasformazione da Paese a economia pianificata a quello ad economia socialista di mercato ha avvertito fortemente la necessità di internazionalizzare il proprio sistema contabile per attrarre investimenti esteri. Per queste aspirazioni, il governo cinese ha intrapreso un percorso, concretizzatosi in una serie di riforme, che, visto il fine ultimo di espandere la propria economia, ha operato nell’ottica di uniformare il linguaggio contabile cinese a quello degli altri Paesi maggiormente industrializzati. Tale sforzo è stato compiuto nell’arco di circa un ventennio a partire dalla fine dell’epoca maoista. A livello contabile le riforme più salienti sono state avviate a partire dal 1992 anno in cui sono stati introdotti i primi ASBE (Accounting Standards for Business Enterprises), e si sono concluse nel 2006-2007 quando è stata realizzata, e soprattutto riconosciuta da parte dello IASB, la sostanziale convergenza dei principi cinesi con i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Correlatamente a questa riforma è venuto meno l’obbligo per le imprese cinesi emittenti azioni acquistabili da investitori stranieri (B shares) di redigere il proprio bilancio secondo i principi IFRS (cosa ancora possibile le società quotate ad Hong Kong). Quindi, l’emanazione degli Accounting Standards for Business Enterprises (ASBE) rappresenta la chiave di volta per la pratica contabile in Cina, rappresentando da un punto di vista contabile, il ponte di collegamento al mondo occidentale. Le radici della storia contabile cinese sono fortemente radicate nell'antichità, infatti le prime applicazioni della pratica contabile risalgono alla Dinastia Zhou Occidentale (1100–771 AC). Nonostante queste antichissime origini lo sviluppo dell’accounting in Cina è avvenuto molto lentamente nel corso del tempo ed è stato largamente influenzato dall'avvicendarsi degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la storia di questo Paese. La storia moderna in Cina viene fatta risalire dagli storici alla Guerra dell'Oppio (1840) anche se da un punto di vista contabile la vera fase di modernizzazione si avvia solo a seguito delle politiche atte da Deng Xiaoping a partire dal 1978, anno in cui la Cina avvia il processo di internazionalizzazione della propria economia. Con le riforma connesse alla Open Door Policy si avvia infatti il processo di trasformazione da economia pianificata ad economia socialista di mercato per la Cina a cui seguiranno le sopracitate riforme degli Accounting Standards for Business Enterprises a partire dal 1992. Correlatamente a dette riforme, anche lo studio dell’accounting in Cina e le ricerche di International accounting con oggetto la Cina ne hanno beneficiato, avviando, sotto questo ultimo aspetto, una fase di interesse da parte di studiosi occidentali, cosa impensabile e impraticabile anche solo fino a qualche decennio precedente. La chiusura verso il mondo occidentale, l’arretratezza economica del Paese e lo scarso uso (per non dire assente) della lingua inglese, oltre che una impostazione contabile di base differente rispetto a quella occidentale, hanno fatto sì che la Cina restasse esclusa dai principali studi classificatori di International accounting, in particolare quelli basati su ricerche empiriche (classificazioni di tipo induttivo). Nell’ambito degli studi di International accounting nuovi spunti sono sopraggiunti con l’introduzione da parte di molti Paesi dei principi IFRS. L’utilizzo a livello internazionale di tali standards ha permesso, infatti, di omogeneizzare il linguaggio contabile di società appartenenti a giurisdizioni diverse, superando i localismi derivanti dai principi nazionali e quindi anche le differenze che gli studiosi di International accounting avevano rilevato in precedenza nelle loro classificazioni. Tuttavia, nonostante questo sforzo verso la creazione di un comune linguaggio contabile mondiale, alcune differenze continuano a permanere, come evidenziato da autorevoli studi (Kvall, E., e Nobes, C.W., 2010, 2012; Nobes, C.W., 2006, 2011, 2013; Nobes, C.W., e Stadler, C., 2013). Tali differenze sono state identificate nell’osservazione nelle cosiddette policy options che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio. Come riscontrato da questi studi all’interno del comune linguaggio contabile alcune peculiarità continuano ad emergere e le stesse possono essere ricondotte ad una serie di fattori, quali il sistema legale, il grado di sviluppo dei mercati finanziari o ancora aspetti legati alla lingua e a particolari background culturali. Tali differenze (e analogie), anche nell’ambito di questi ultimi studi, riportano all’emersione di due macro-gruppi distinti a cui corrispondono impostazioni contabili differenti. Tali gruppi, già individuati nell’ambito dei primi studi classificatori, sono l’area Anglo-Saxon e l’area Continental-European. Il persistere di differenze nel financial reporting internazionale nonostante l’adozione degli IFRS rappresenta un interessante aspetto in particolare nelle economie in iper-sviluppo per le quali l’adesione ai principi IFRS rappresenta una sorta di “biglietto da visita” per dare maggiore credibilità ai bilanci delle proprie aziende sul piano internazionale. L’analisi delle modalità di applicazione degli IFRS da parte delle aziende di questi paesi consente inoltre una riflessione circa le modalità con cui gli standards sono materialmente applicati, su eventuali effetti nella qualità delle informazioni nonché sulla flessibilità ed apertura verso pratiche contabili nuove. Ciò rappresenta un punto di vista interessante in considerazione del fatto che le economie in iper–sviluppo sono generalmente prive di una forte cultura contabile che devono, tuttavia, necessariamente colmare per poter competere nella sfida dell’internazionalizzazione. Oggetto del presente lavoro è l’illustrazione e l’analisi del percorso di evoluzione contabile compiuto in Cina sino all’armonizzazione con i principi IFRS (Capitoli 2 e 3) e le modalità di applicazione di detti principi in considerazione delle IFRS policy choices, cioè le scelte che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio sia in termini di modalità di presentazione dei risultati che di valutazione e misurazione di alcune poste contabili. Attraverso l’analisi di tale scelte è possibile effettuare alcune osservazioni circa il persistere di differenze internazionali nonostante l’applicazione di standards comuni nonché classificare la Cina secondo il modello elaborato da Nobes, C.W., (1998b, 2011) che ha distinto le aree contabili internazionali in due grandi blocchi: Area Anglo-Saxon e l’area Continental European. Tutto il presente lavoro si sviluppa attorno ad un unico filo conduttore che sono l’insieme delle teorie classificatorie sviluppate nell’ambito della disciplina di International Accounting (Capitolo 1) riproposte anche nell’ambito dell’applicazione dei principi IFRS (Capitolo 4) con il sopracitato modello di Nobes (1998b, 2011). L’utilizzo dei principi IFRS in Cina è terminato nel 2006, anno in cui il Ministero delle Finanze cinese (MOF) ha emanato l’ultima riforma dei propri principi contabili nazionali (PRC GAAP), a seguito della quale questi sono stati riconosciuti sostanzialmente convergenti con gli IFRS. Alla luce degli studi classificatori in International accounting, trattati nel primo Capitolo e ripresi come detto nel quarto, l’applicazione degli IFRS in Cina, seppur oggi non più consentita alle imprese quotate ai listini della Mainland China, ha rappresentato un’occasione per analizzare i seguenti aspetti: 1. Applicazione dei principi IFRS in Cina in relazione a 16 IFRS overt option attraverso l’analisi descrittiva dei risultati e attraverso pair-binomial tests con quanto operato da Australia, UK, Germania, Spagna e Francia sulla base delle prescrizioni dei local GAAP cinesi (PRC GAAP) vigenti al tempo (2005/2006); 2. Classificazione della Cina nell’ambito del modello classificatorio internazionale proposto da Nobes (2011) nell’ipotesi di appartenenza al gruppo Continental European attraverso tre tipologie di analisi statistiche multivariate (principal component analysis, multidimensional scaling e cluster analysis); 3. Classificazione della Cina sia nell’ambito di quanto proposto da Nobes (2011) che da un recente studio che ha riguardato anche gli altri paesi BRICS (Lourenco, et al., 2014) e che ha identificato l’emersione di un “Emerging Cluster”. Per questo tipo di analisi sono state effettuate le stesse elaborazioni statistiche di cui al punto 2)

    Lingua cinese: variazioni sul tema

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    Il volume consiste in una raccolta di dieci saggi,di argomento linguistico in senso lato, che mirano a illustrare peculiarità e connotazioni proprie della lingua cinese in ambiti settoriali e modalità di utilizzo differenti. Scritti da sinologi il cui campo di specializzazione spazia dalla linguistica alla critica letteraria, dai cultural studies ai processi comunicativi, i contributi intendono mettere a fuoco alcuni importanti aspetti del variegato declinarsi degli usi linguistici nella cultura cinese. Il lavoro è suddiviso in quattro sezioni – Lingua e linguistica, Lingua e letteratura, Lingua e media, Lingua e modelli socio-culturali, a raccogliere ognuna saggi riferiti a un comune ambito di ricerca, così da contribuire a comporre, da ottiche diverse, il complesso mosaico di conoscenze indispensabili per comprendere la Cina e la sua civiltà

    East to East. Dinamiche domestico-internazionali, obiettivi bidirezionali e strategie economiche nelle relazioni fra Asia Orientale ed Europa centro-orientale

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    The research studies the economic relationship between Central Eastern Europe and East Asia, in particular the foreing trade and the foreign direct investments, by analyzing their political influences and implications. The research is divided in two parts. The first part involves the relationship between the two regions after the second world war until the events of 1989. The cold war and the sino-soviet split affected the economic bilateral ties in that period. The growth or the decrease of the foreign trade were the consequence of the choices made in the foreign policy field. The vents of 1989, however, definitely changed the relationship between Central Eastern Europe and East Asia. The second part of the research involves the bilateral trade and foreign investmens made after the 1989. During the Nineties the trade exchanges decreased because the crisis that affected the Central Eastern Europe countries. During 2000s the relationship has become stronger than before thanks to the foreign direct investments made in Europe by Japanese, Korean and, recently, Chinese investors. The future of the relationship between Central Eastern Europe and East Asia is uncertain, because the relevant differences between them, and depends from the choices the Asian giants will make next years

    Enforcement & Law-Making of the EU Trade Policy

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    The digital open access volume is the first publication realized within the Jean Monnet Module “Reforming the Global Economic Governance: The EU for SDGs in International Economic Law (Re-Globe)”, coordinated by Professor Elisa Baroncini. It presents the approach of the European Union to the reform processes for new substantive and procedural rules for the governance of the global economy, and the EU articulated and innovative strategy to contribute, through its trade policy, to the achievement of the Sustainable Development Goals (SDGs) of the UN 2030 Agenda. The e-book therefore considers the role of the EU within the multilateral and regional dispute settlement mechanisms of International Economic Law, the participation of civil society in the definition, implementation and enforcement of the EU trade policy tools, and the promotion of the principle of sustainable development through the new generation of EU Free Trade Agreements (FTAs) and the proposed EU autonomous instruments like the Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). The volume devotes particular attention to the EU / China relations and the highly interesting case law developed within the EU FTAs systems dealing with trade and sustainability complaints

    Travel to Learn: the influence of cultural distance on competence development in educational travel

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    Innovations in transport and information communication technology have led to an ever expanding global perspective and playing field, for both business and citizens. Educational institutes play an important role in preparing students for this new reality. One way of doing this is for students to engage in educational travel experiences. Indeed, over the past two decades increasing numbers of students participated in study abroad programs, study tours, international internships and relatively new short-term programs such as international research projects. Yet, at the same time, globalization seems to have reduced some of the traditional benefits of educational travel, as the challenge of adapting to a different cultural environment has become easier than it has been in the past. Equally, there is a need to reconsider the competencies that educational travel should develop, as there is a noticeable shift towards pointing out the professional relevance of these experiences. The aim of this research was to work towards a competence framework and investigate how the learning of competencies was related to overcoming cultural distance. Based on these findings, implications for learning programs were formulated

    Determinants of Continuance Intention to Use Mobile Payments in China

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    Mobile payments as a critical service supporting mobile businesses have received significant attention from enterprises. The rapid spread of COVID-19 resulted in the closure of many restaurants, shopping malls, and supermarkets. Meanwhile, mobile payments directly replace cash payment (Yin, Gong, and Pan 2019) and change people’s consumption habits (Yin et al. 2019). Thus, it played an important role during the COVID-19 pandemic period when isolation measures were encouraged. With the booming mobile payments, the Chinese market has cultivated two giants and other mobile payments providers. In the competitive market environment, how to understand users’ requirements, enhance users’ product experience and enhance users’ stickiness is the key for enterprises to gain competitive advantages. The commercial value of mobile payments depends on the participation of more users and more using. Retaining existing mobile payment users would be subject to more attention from academic researchers and practitioners in this field. This research aims to apply the value-based adoption model (VAM), expectation-confirmation theory (ECM), and habit theory to investigate the factors affecting the usage continuance of mobile payments in China. A mixed-method approach, which combined qualitative and quantitative research, is selected for this study. Qualitative research employed the critical incident technique (CIT) method in exploratory analysis to explore the dimensions and connotations of the perceived value of mobile payments. From the perspective of user-perceived benefits, it contains five dimensions: utilitarian value, hedonic value, social value, ecological value and health value. From the perspective of user-perceived sacrifices, it includes three dimensions: risk cost, based on mobile and low-level pain of payment. Quantitative research employed structural equation modelling (SEM) to identify the factors affecting the mobile payments continuance use in China under different constructs, both habit-related factors and product-related factors (i.e., utilitarian, hedonic, social and health). Results showed that the significant factors directly affecting the intention to continue to use mobile payment services are habit and perceived utilitarian value. The findings also show that perceived hedonic value, perceived social value, and perceived health value all boost consumers’ desire to continue using mobile payments indirectly via the mediation of customers’ habits. These findings provide a direction for companies and developers of mobile payment services to encourage users’ continuance intention. The theoretical, methodological and practical contributions of this study, the generalisation aspects and limitation of this study, and the contexts of future research are discussed

    Environment, Trade and Society in Southeast Asia

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    This title is available online in its entirety in Open Access. In Environment, Trade and Society in Southeast Asia: A Longue Du

    Le emergenze umanitarie complesse

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    The main contemporary crisis situations concern ecology, public health, markets, technology and war. They now manifest themselves not simply as sectoral crisis (of the economy, finance, environment, and so on), but as complex humanitarian emergencies. This volume examines these issues from the perspective of two theoretical categories: that of tragic choices (which escape the negotiation logic of the more-or-less, tending to the violent logic of all-or-nothing) and that of global collective action (which aims to build or safeguard non-excludable goods that cross borders and generations). The goal is to make the reader think about the multiple but complementary ways in which these emergencies can be faced "by transforming the terms of the tragic choices and encouraging the emergence of global collective actions"
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