338 research outputs found

    A Bird’s Eye View of Human Language Evolution

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    Comparative studies of linguistic faculties in animals pose an evolutionary paradox: language involves certain perceptual and motor abilities, but it is not clear that this serves as more than an input–output channel for the externalization of language proper. Strikingly, the capability for auditory–vocal learning is not shared with our closest relatives, the apes, but is present in such remotely related groups as songbirds and marine mammals. There is increasing evidence for behavioral, neural, and genetic similarities between speech acquisition and birdsong learning. At the same time, researchers have applied formal linguistic analysis to the vocalizations of both primates and songbirds. What have all these studies taught us about the evolution of language? Is the comparative study of an apparently species-specific trait like language feasible? We argue that comparative analysis remains an important method for the evolutionary reconstruction and causal analysis of the mechanisms underlying language. On the one hand, common descent has been important in the evolution of the brain, such that avian and mammalian brains may be largely homologous, particularly in the case of brain regions involved in auditory perception, vocalization, and auditory memory. On the other hand, there has been convergent evolution of the capacity for auditory–vocal learning, and possibly for structuring of external vocalizations, such that apes lack the abilities that are shared between songbirds and humans. However, significant limitations to this comparative analysis remain. While all birdsong may be classified in terms of a particularly simple kind of concatenation system, the regular languages, there is no compelling evidence to date that birdsong matches the characteristic syntactic complexity of human language, arising from the composition of smaller forms like words and phrases into larger ones

    Sequential Predictions based on Algorithmic Complexity

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    This paper studies sequence prediction based on the monotone Kolmogorov complexity Km=-log m, i.e. based on universal deterministic/one-part MDL. m is extremely close to Solomonoff's universal prior M, the latter being an excellent predictor in deterministic as well as probabilistic environments, where performance is measured in terms of convergence of posteriors or losses. Despite this closeness to M, it is difficult to assess the prediction quality of m, since little is known about the closeness of their posteriors, which are the important quantities for prediction. We show that for deterministic computable environments, the "posterior" and losses of m converge, but rapid convergence could only be shown on-sequence; the off-sequence convergence can be slow. In probabilistic environments, neither the posterior nor the losses converge, in general.Comment: 26 pages, LaTe

    MORAL FREEDOM. FREE TO CHOOSE IN THE ALGORITHMIC ERA

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    Che cos\u2019\ue8 la libert\ue0 morale? Quali sono le sue condizioni di possibilit\ue0? Il progresso e, soprattutto, l\u2019uso esponenziale di tecnologie dell\u2019informazione e della comunicazione governate da algoritmi (ICTs digitali) la promuovono o la indeboliscono? Siamo di fronte a una nuova sfida etica? Se s\uec, come dovremmo rispondere a essa? Queste sono alcune delle domande principali che il presente lavoro intende affrontare. Questi interrogativi risultano sempre pi\uf9 ineludibili nelle nostre societ\ue0 informazionali contemporanee, dove le persone dipendono in misura crescente dalle ICTs digitali e, dunque, risultano inevitabilmente esposte al loro invisibile ma sempre pi\uf9 influente design algoritmico. \uc8 oggi infatti indiscutibile che gli algoritmi non solo mediano ogni aspetto della nostra vita, ma detengono un potenziale sia epistemologico che ontologico nel rimodellare in modo pervasivo, incessante e profondo il tessuto della nostra realt\ue0, il modo in cui percepiamo e dunque conosciamo e facciamo esperienza del mondo, degli altri e perfino di noi stessi, fondendosi e ridefinendo dall\u2019interno le nostre pratiche quotidiane, il modo in cui svolgiamo compiti, in cui prendiamo decisioni semplici e intuitive o compiamo scelte complesse e significative. L\u2019obiettivo della presente dissertazione \ue8 quello d\u2019indagare, alla luce di questo progresso e uso pervasivo delle ICTs algoritmiche, una delle questioni pi\uf9 cruciali nelle nostre societ\ue0 contemporanee: la questione della nostra libert\ue0 e, in particolare, della nostra libert\ue0 morale, vale a dire, della nostra libert\ue0 di diventare agenti morali autentici e, nello specifico, di sviluppare identit\ue0 morali autentiche, ovvero la nostra libert\ue0 di scegliere e agire secondo valori e ragioni che possiamo avallare come motivi delle nostre scelte e azioni, mantenendo cos\uec la nostra \u201cautorialit\ue0 morale\u201d su di esse. La tesi specifica che sostengo \ue8 che le ICTs basate su algoritmi possono mettere a repentaglio la nostra libert\ue0 morale, minando le condizioni di possibilit\ue0 che ne garantiscono l\u2019esercizio \u2013 almeno a una soglia minima. Al fine di argomentare la mia tesi, essendo la libert\ue0 morale una questione poco esplorata in autonomia, nel primo capitolo, elaboro un account sia positivo che negativo di libert\ue0 morale, traendo spunti dall\u2019analisi delle teorie che indagano la dimensione morale della libert\ue0 di scelta e azione in due dibattiti filosofici chiave, sebbene dal portato distinto, il dibattito sul libero arbitrio e quello sulla libert\ue0 sociale e politica. Nello specifico, indago la dimensione morale della scelta e dell\u2019agire umano soprattutto per ci\uf2 che concerne le condizioni di possibilit\ue0 (i.e., sine qua non) che ne consentono il libero esercizio \u2013 che sostengo essere: la disponibilit\ue0 di opzioni alternative moralmente eterogenee e l\u2019autonomia morale come autodeterminazione relazionale \u2013, e infine definisco la libert\ue0 morale come un valore etico-normativo che richiede di essere protetto da attuali o potenziali forme di impedimento. Nel secondo capitolo, vaglio se le ICTs algoritmiche stiano creando una nuova forma di impedimento alla nostra libert\ue0 morale, considerando nello specifico gli algoritmi di machine learning, con un focus particolare su tre tecniche algoritmiche di personalizzazione informazionale: la profilazione algoritmica, gli algoritmi di classificazione e filtro e, infine, i sistemi di raccomandazione (RS). A tal fine, pongo in luce come la governance algoritmica che sta emergendo nelle nostre societ\ue0 informazionali si stia strutturando in ci\uf2 che definisco architetture algoritmiche di scelta e ne argomento l\u2019azione non solo nel ristrutturare i contesti in cui scegliamo e agiamo, ma nell\u2019intaccare profondamente fino a compromettere le condizioni alla base dell\u2019esercizio della nostra libert\ue0 morale, dando origine sia a un impatto epistemologico sul soggetto le cui opzioni risultano pre-scelte algoritmicamente che, in alcuni casi, a una possibile sospensione dell\u2019autonomia morale (come approvazione o endorsement), mettendo cos\uec in discussione la nostra libert\ue0 morale. Nel terzo capitolo, infine, esploro come questo impatto algoritmico possa costringere la nostra libert\ue0 di scelta e azione come agenti morali autentici al punto tale da costituire un vero e proprio nuovo impedimento alla nostra libert\ue0 morale, o predeterminismo algoritmico, e ne delineo le conseguenze in alcuni domini sociali in cui le ICTs algoritmiche risultano oggi ampiamente applicate. Le ultime due sezioni del capitolo concludono sviluppando una possibile risposta alla sfida etica delineata, in primo luogo, attraverso l\u2019introduzione nel dibattito sulla privacy informazionale \u2013 quale strumento legale di tutela della nostra libert\ue0 \u2013 di una nuova lente concettuale, o privacy morale, declinata in tre assiomi volti a disegnare una zona di protezione specifica per la nostra libert\ue0 morale e, infine, nella definizione degli agenti sociali chiamati all\u2019operazionalizzazione tecnica e istituzionale dei criteri individuati al fine di prevenire la minaccia delineata e, dunque, di preservarci quali liberi di scegliere e agire come autentici agenti morali nelle societ\ue0 algoritmiche contemporane
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