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    Prosodia e marcatori discorsivi: problemi di acquisizione in italiano L2

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    È risaputo che i parlanti possono riconoscere le lingue sulla base delle caratteristiche prosodiche e che i bambini nativi di una lingua acquisiscono queste caratteristiche prosodiche fin dai primi giorni di vita (Chini 2016:344). Senza dubbio, gli apprendenti di una lingua straniera incontrano molte difficoltà nell’acquisizione della prosodia per le interferenze derivanti dalla propria L1; queste difficoltà si accentuano nel caso degli apprendenti di lingue affini come l’italiano, il francese e lo spagnolo. L’influenza della lingua materna sulla lingua target è maggiore in questi casi e la percezione delle similitudini interviene in modo determinante nella creazione, da parte dell’apprendente, di strategie di acquisizione che corrono il rischio di fossilizzarsi a livello della stuttura prosodica (Romero Trillo 2002: 782). La prosodia può trasmettere sfumature di significato attraverso l’intonazione e l’accento, quindi, una conoscenza poco sufficiente della prosodia di una L2 può rendere difficoltosa la comprensione e l’interpretazione della produzione linguistica di un apprendente. Il livello prosodico di una lingua è quello maggiormente suscettibile alle interferenze della L1 e a fenomeni di fossilizzazione, tanto nella percezione che nella produzione; inoltre, questi transfers ed errori possono avere un forte impatto nella comprensione e nel giudizio di accettabilità da parte dei parlanti nativi. Per questo motivo, si considera necessario approfondire questo aspetto della linguistica acquisizionale che nel caso dell’italiano non ha ricevuto ancora sufficiente attenzione. L’obiettivo di questa tesi di dottorato è lo studio del processo acquisizionale della prosodia da parte di apprendenti ispanofoni e francofoni di italiano L2. Lo studio si limiterà all’analisi della realizzazione prosodica di tre marcatori del discorso: ma, perché, anche. Data l’importanza che la prosodia riveste nell’interazione conversazionale, abbiamo voluto dare un ulteriore contributo agli studi già esistenti su questo tema utilizzando l’analisi acustica e contrastiva di questi marcatori discorsivi prodotti dai nativi italiani e da apprendenti ispanofoni e francofoni..
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