94 research outputs found

    Le <i>Massae plumbae</i> di Adriano in Sardegna

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    Nello studio sulle Miniere sarde dei tempi antichi, apparso nell'ottavo volume del «Bullettino Archeologico Sardo» del 1862, Giovanni Spano rendeva nota la scoperta di una massa plumbea di Adriano nel sito di Carcinadas (Sardegna sudoccidentale). Nel presente intervento, l’autore traccia una storia delle ricerche delle massae plumbeae in Sardegna e delinea la politica mineraria di Adriano in base alla documentazione epigrafica di Metalla

    Macomades in Sardinia

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    Il tema della persistenza di componenti culturali preromane nell'ambito di regioni romanizzate ha suscitato, in anni recenti, numerosi interventi. In questa sede si intende esaminare la documentazione relativa a tre centri antichi della Sardegna caratterizzati da un medesimo toponimo: Magomadas, ricondotto, dalla quasi totalitĂ  degli autori, all'area linguistica semitica. Si tratterĂ  di verificare se la persistenza del toponimo punico, posteriormente al termine del dominio cartaginese in Sardegna (238/37 a.C.) costituisca o meno un indizio di una particolare resistenza alla romanizzazione

    1.: Cornus e la rivolta del 215 a.C. in Sardegna; 2.: Un vescovo di Cornus (Sardinia) del VII secolo

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    Questo studio esamina l'ultimo tentativo di Cartagine di riconquista della Sardegna, che si concretizzò nell'invio nell'Isola di una flotta di 60 navi con un esercito e si spense nelle due grandi battaglie campali del 215 a.C. e nell'estrema difesa della rocca di Cornus, espugnata infine da T. Manlius Torquatus

    Le Persistenze preromane nei poleonimi e negli antroponimi della <i>Sardinia</i>

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    Gli scrittori greci e latini non ci hanno lasciato, se non eccezionalmente, riferimenti diretti al sermo patrius o, forse meglio, ai sermones patrii della Sardinia, nonostante che per gli altri ambiti provinciali le fonti tramandino l'uso, ancora in età imperiale, delle diverse lingue preromane. La nostra ricerca non può prescindere dai diversi contributi che storici e linguisti hanno offerto al problema di questione. In questa sede si accennerà innanzitutto alle pagine che Ettore Pais dedicò alle «permanenze linguistiche edonomastiche» nella sua Storia della Sardegna e Corsica durante il dominio romano, mentre più di recente nel campo strettamente storico si sono registrati sull'argomento gli studi di Piero Meloni, Robert Rowland ed Attilio Mastino

    Lo Spazio marittimo del Mediterraneo occidentale in etĂ  romana: geografia storica ed economia

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    Il presente lavoro illustra, con riguardo alle insulae dell'Africa, la geografia storica delle rotte nel Mediterraneo occidentale arcaico, greco, fenicio e indigeno, scandito dalle isole, elementi insostituibili nella navigazione antica, come luoghi di sosta, distinti dalla terraferma e dai suoi pericoli, ma vicini alla costa e al mondo indigeno che gravita su di essa

    <i>Navibus longis ad Carales subductis</i>

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    Il lavoro analizza le vicende del bellum sardum del 215 a.C., soffermandosi sul ruolo decisivo che le naves longae, approdate nel portus di Carales, svolsero sia nella pronta adduzione delle forze legionarie e dei socii, sia nel contrasto in mare della flotta punica che aveva portato i rinforzi richiesti dai Sardi

    La Corsica romana

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    Questo volume tende ad una rivalutazione della cultura antica della Corsica, ad un accertamento piĂą oggettivo delle forme millenarie di popolamento misto (dall'area ligure o iberica o africana) e del rapporto tra civiltĂ  differenti, quella greca, quella etrusca, quella punica, quella romana, che si sono misurate con la cultura locale, espressione profonda di quella che le iscrizioni ricordano come la natio Corsicana, una vera e propria entitĂ  nazionale autonoma nell'ambito dell'impero romano

    L'<i>opus doliare</i> urbano in <i>Africa</i> ed in <i>Sardinia</i>

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    I fondamentali studi di M. Steinby sull'opus doliare urbano hanno contribuito a chiarire in maniera definitiva la necessità di distinguere un'area di mercato dell'opus doliare, coincidente parzialmente con l'area di produzione, da un'area di diffusione (o, per meglio dire, di dispersione) dello stesso opus doliare al di fuori del mercato urbano. L'elenco dei rinvenimenti in quest'area di dispersione, edito da M. Steinby nel volume miscellaneo «Merci, mercati e scambi nel Mediterraneo», consente di riconoscere esportazioni episodiche nella penisola italiana (naturalmente al di fuori dell'area di mercato) e nelle provinciae di Sicilia, della Narbonense, della Spagna e dell'Egitto per limitarci ai laterizi. Estendendo l'analisi alle altre classi dell'opus doliare si è verificata la rara presenza di dolia e mortaria in Campania, nel Piceno, in Sicilia, nella Gallia Narbonense, in Spagna, in Britannia e in provinciae dell'Europa centrale con le cospicue eccezioni di Pompei e del relitto del Capo Dramont. Si sono lasciate per ultime la Sardinia e le provinciae dell'Africa. Le piu recenti ricerche hanno dimostrato una presenza talora imponente di prodotti dell'opus doliare urbano in Sardegna che può paragonarsi, allo stato attuale delle nostre conoscenze, solamente con la situazione dell'Africa e in particolare di Cartagine

    <i>Aquae Lesitanae</i>

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    La localizzazione delle Aquae Lesitanae presso le terme di San Saturnino - Benetutti, piuttosto che sulle coordinate della Geographia di Tolomeo, unica nostra fonte per gli Ydata Lesitanà (Aquae Lesitanae), poiché in generale appaiono estremamente incerte per quel che concerne le poleis mesogeioi della Sardegna, può basarsi su una documentazione archeologica ed epigrafica che rivela l'esistenza nel sito di una stazione termale provvista di un luogo di culto di Aesculapius. In questo studio, si esaminano la topografia delle Aquae Lesitanae, il complesso termale e il culto di Esculapio

    Un Altare rupestre di <i>Iuppiter</i> nella <i>Barbaria</i> sarda

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    Nel mese di Agosto 1996 è stato individuato da un ricercatore locale, nell'agro di Bidonì, nella Sardegna centrale, un altare rupestre dotato di un'iscrizione latina, che lo qualifica consacrato ad Iuppiter, connesso ad un tempio raso al suolo. Si fornisce descrizione dettagliata dell'edificio monumentale e con l'ausilio dell'iscrizione latina si approfondisce il culto di Giove nell'area delle comunità organizzate dai Romani nella Barbaria sarda (civitates Barbariae)
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