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La morte elusa e l’eroismo rifiutato
La morte del protagonista nel poema eroicomico è un evento decisamente inusuale. Anche considerando come parte di questa produzione il poema giocoso e le parodie dei miti classici, la lista degli eroi che cadono gloriosamente sul campo di battaglia rimane decisamente breve. E non si tratta di un caso: a parte i personaggi che scoppiano letteralmente dalle risate o che muoiono perché morsi da un piccolo granchio, gli eroi del poema eroicomico sono uomini pieni di paura, renitenti all’eroismo, desiderosi soprattutto di rimanere vivi per poter continuare a mangiare a crepapelle, a fare l’amore, a godersi l’esistenza. E l’idea stessa dell’eroismo è costantemente condannata e derisa. Questa rivendicazione per la vita contro l’obbligo del sacrificio – nella cultura Controriformistica – è più politica di quanto i critici abbiano in genere creduto. Uno sguardo alle opere di scrittori quali Aretino, Folengo, Tassoni, Lippi, de’ Bardi, Corsini, ma anche Traiano Boccalini, fornisce un’elo-quente prova dell’esistenza di una mentalità alternativa ai dogmi della civiltà aristocratica.The death of the main character in the mock-heroic poem is quite an unusual event: even considering such works as grotesque and ridiculous poems and the parodies of classical myths as part of this literary production, the list of the heroes who fall bravely on the battlefield remains quite short. It is not by chance: except for those characters who literally die bursting with laughter, or those who die from the pinch of a small crab, heroes of mock-heroic poems are cowards, reluctant to heroism, who, above all, aim to stay alive to keep bingeing on food, making love, and enjoying their lives. The very idea of heroism is constantly criticized and derided. This desire for life against the duty of self-sacrifice – in the Counter-Reformation culture – is more political than literary critics have generally thought. A look at the works of writers such as Aretino, Folengo, Tassoni, Lippi, de’ Bardi, Corsini, as well as Traiano Boccalini, provides the evidence of the existence, in Sixteenth-Seventeenth century culture, of a mentality alternative to the dogmas of aristocratic society
Comico, eroicomico, satirico, umoristico: forme, stili e pratiche dal moderno al contemporaneo
Un salutare "Risaotto al pomidauro" per l'avvelenata Italietta dannunziana
Il saggio fornisce l’edizione del Risaotto al pomidauro, un’anonima raccolta di testi lirici pubblicati sul «Giornale di Roma illustrato» nell’ottobre del 1886. La breve introduzione ricorda ai lettori il contesto di questa pubblicazione satirica che si rivela come una parodia dell’Isaotta Guttadauro, il poema preraffaellita di Gabriele D’Annunzio di imminente pubblicazione e del quale l’autore aveva anticipato alcune parti sui giornali. Scrittori coevi testimoniano che gli autori del Risaotto furono due giornalisti e critici letterari, Edoardo Scarfoglio e Giovanni Alfredo Cesareo: il breve commento che segue il testo del Risaotto, oltre a suggerire la probabile collaborazione di Matilde Serao all’opera, illustra i nessi che legano i contenuti della satira alle opinioni critiche espresse da Scarfoglio e da Cesareo sulla personalità e sui risultati letterari di D’Annunzio.
 The essays provides the edition of the Risaotto al pomidauro, an anonymous collection of lyrical texts published in the «Giornale di Roma illustrato» in october 1886. The short introduction reminds the readers the context of this satirical publication which proves to be the parody of the forthcoming, Pre-Raphaelite poem titled Isaotta Guttadauro by Gabriele D’Annunzio, who had anticipated parts of his new work in magazines. Contemporary writers witness that the authors of the Risaotto were two journalists and literary critics, Edoardo Scarfoglio and Giovanni Alfredo Cesareo: the brief commentary which follows the edition of the Risaotto, beyond suggesting the probable collaboration of Matilde Serao to the work, enlightens the links between the contents of the satire and the critical opinions expressed by Scarfoglio and Cesareo on D’Annunzio’s personality and literary achievements
[Recensione a:] Francesca Fedi, Itinerari del ‘Riccio rapito’. Satira e nuova scienza nell’Italia dei Lumi, Pisa, Pisa University Press, 2020
La «sobria e magistrale allusione alle scienze»: temi scientifici nella prima stagione delle 'Rime degli Arcadi'
La morte elusa e l’eroismo rifiutato
La morte del protagonista nel poema eroicomico è un evento decisamente inusuale. Anche considerando come parte di questa produzione il poema giocoso e le parodie dei miti classici, la lista degli eroi che cadono gloriosamente sul campo di battaglia rimane decisamente breve. E non si tratta di un caso: a parte i personaggi che scoppiano letteralmente dalle risate o che muoiono perché morsi da un piccolo granchio, gli eroi del poema eroicomico sono uomini pieni di paura, renitenti all’eroismo, desiderosi soprattutto di rimanere vivi per poter continuare a mangiare a crepapelle, a fare l’amore, a godersi l’esistenza. E l’idea stessa dell’eroismo è costantemente condannata e derisa. Questa rivendicazione per la vita contro l’obbligo del sacrificio – nella cultura Controriformistica – è più politica di quanto i critici abbiano in genere creduto. Uno sguardo alle opere di scrittori quali Aretino, Folengo, Tassoni, Lippi, de’ Bardi, Corsini, ma anche Traiano Boccalini, fornisce un’elo-quente prova dell’esistenza di una mentalità alternativa ai dogmi della civiltà aristocratica.</jats:p
[Recensione a:] Paolo Sarpi, Trattato di pace et accomodamento delli moti di guerra eccitati per causa d’Uscocchi tra il re Ferdinando di Austria e la Repubblica di Venezia, a cura di Valerio Vianello, Lecce, Argo, 2019
Un salutare "Risaotto al pomidauro" per l'avvelenata Italietta dannunziana
Il saggio fornisce l’edizione del Risaotto al pomidauro, un’anonima raccolta di testi lirici pubblicati sul «Giornale di Roma illustrato» nell’ottobre del 1886. La breve introduzione ricorda ai lettori il contesto di questa pubblicazione satirica che si rivela come una parodia dell’Isaotta Guttadauro, il poema preraffaellita di Gabriele D’Annunzio di imminente pubblicazione e del quale l’autore aveva anticipato alcune parti sui giornali. Scrittori coevi testimoniano che gli autori del Risaotto furono due giornalisti e critici letterari, Edoardo Scarfoglio e Giovanni Alfredo Cesareo: il breve commento che segue il testo del Risaotto, oltre a suggerire la probabile collaborazione di Matilde Serao all’opera, illustra i nessi che legano i contenuti della satira alle opinioni critiche espresse da Scarfoglio e da Cesareo sulla personalità e sui risultati letterari di D’Annunzio.
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