23 research outputs found

    Verso una nuova "sensibilitĂ  sociale" nell'Unione economico-monetaria

    Get PDF
    Quale che sia l’opinione in merito alle teorie economiche dominanti in Europa sembra indubbio che le dinamiche del mercato unico e della governance economica abbiano inciso sul “modello sociale europeo” con ricadute sui diritti sociali nazionali. Ciò si è reso tanto più evidente in seno all’UEM dove, oltre alla moneta unica, vige un sistema rafforzato di sanzioni e di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio. Sulla base di questo scenario, il “dialogo tra le Corti”, che pure tanto ha fatto nella tutela multilivello dei diritti, ha poco o punto funzionato, non essendo – finora – riuscito a rinvenire adeguati ed efficaci strumenti di “contenimento” delle prioritarie finalità economico-finanziarie e dell’impatto sociale delle connesse misure rigoriste. Le Corti costituzionali nazionali si sono pertanto trovate sole, con l’imbarazzo di “bilanciare” grandezze economiche e fondamentali diritti sociali. Finalmente, però, qualcosa sembra si stia muovendo in seno all’UEM dove, soprattutto a partire dal 2015, la «social fairness» dei processi di governance economica ed un «european pillar of social rights» stanno divenendo le parole d’ordine di una nuova fase di “maturazione” tecnico-politica. L’obiettivo, messo in atto da recenti iniziative della Commissione, mira ad andare oltre il MAC, per integrare la dimensione sociale nel cuore dei processi di governance economica e riequilibrarne la posizione “deteriore” rispetto ai prevalenti valori “economicisti”

    Tra coordinamento informativo e livelli essenziali delle prestazioni: il caso del Fascicolo Sanitario Elettronico

    Get PDF
    Le recenti Linee Guida per l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), adottate con decreto del ministro della salute del 20 maggio 2022 previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni, sono finalizzate alla implementazione dei requisiti tecnici volti a consentire l’interoperabilità dei FSE regionali. In realtà, dietro il “velo” delle specifiche tecniche si celano scelte politiche e valoriali che, in quanto tali, coinvolgono sia un certo “livello” di realizzazione delle prestazioni che un certo “livello” di collaborazione tra Stato e regioni. Per questo, quando il decreto si limita a richiamare, a suo fondamento, il coordinamento informativo ex art. 117, c. 2, lett. r), Cost., sminuisce il ruolo assolto dal FSE, in un duplice senso. Sia per la sua essenziale strumentalità rispetto alla piena realizzazione del diritto fondamentale alla salute, che per il grado di collaborazione che si sarebbe dovuto conseguentemente instaurare tra lo Stato e le autonomie territoriali, secondo quanto richiesto dalla giurisprudenza costituzionale e dall’impostazione legislativa in materia di LE

    The effectiveness of social rights in the EU - Social inclusion and European Governance: a constitutional and methodological perspective

    Get PDF
    Increasing inequalities, social exclusion and poverty within the EU (although at a different scale between States) prove that the effectiveness of social rights falls behind their formal entitlements and their judicial enforceability. Beyond the classical way followed by legal studies in dealing with the issue, the focus would shift to experimental ways better able to cope with the current multifaceted implications of social exclusion, poverty and inequalities for the purpose of effective and improved social inclusion. Indeed, legacies stemming from developments at the European level (recent and less recent) are relevant not only for policy-makers and social scientists but for legal scholars too. These latter are expected to pick up and underline the main aspects of constitutional relevance implied in the process and steer it towards being constitutionally consistent. Against this background, our claim for an interdisciplinary dialogue with social sciences focuses on the constitutional implications underlying the use of social indicators within the European governance framework

    Una misura nazionale e strutturale di contrasto alla povertĂ : portata, iter e profili di rilievo costituzionale

    Get PDF
    La legge 15 marzo 2017, n. 33 ed il decreto legislativo attuativo n. 147 del 2017, dando seguito, a ben diciassette anni di distanza, all’art. 22, c. 2, lett. a), della legge n. 328 del 2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) che contempla, tra i livelli essenziali delle prestazioni (art. 2, c. 2), le “misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito e servizi di accompagnamento”, hanno introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento e con decorso dal primo gennaio 2018, il Reddito di Inclusione (ReI), costituito da una componente economica ed una di servizi (in cash and in kind benefits). Facendo seguito alla ricostruzione della portata complessiva e dell’iter dell’intervento normativo, sono stati isolati alcuni profili di particolare “impatto” costituzionale: da un lato, profili classici, relativi all’intersecarsi dell’intervento uniformatore nazionale con le competenze regionali ed alla connessa questione sostanziale relativa alla complessa tematica dei diritti sociali; dall’altro lato, profili di maggiore attualità, che vertono sul trinomio “universalità-selettività-condizionalità” nell’ambito dell’ampio dibattito intorno ai concetti di reddito minimo, reddito di base, reddito di cittadinanza, nonché relativi al binomio cittadinanza-residenza ai fini dell’accesso al beneficio ed alla titolarità individuale o meno del medesimo. Infine, non di minore impatto costituzionale è l’effettività dell’intervento normativo in termini (negativi) di riduzione delle disuguaglianza e (positivi) di promozione del pieno sviluppo della persona. Allo scopo è sembrato di poter individuare una lacuna nel difetto di inclusione dell’attività amministrativa di monitoraggio del ReI tra i livelli essenziali, in quanto strumentale, sia per il profilo oggettivo che soggettivo, alla concreta realizzazione del diritto fondamentale ad una esistenza libera e dignitos

    L’autodeterminazione popolare nell’era digitale: tra opportunità normative e tecnologiche

    Get PDF
    Abstract [IT]: Il contributo, dopo una breve introduzione sui rischi e le opportunità derivanti dal processo di trasformazione digitale rispetto al diritto di voto, si concentra su alcuni sviluppi legali (§ 4) e tecnologici (§ 3) al fine di comprendere in che termini si intersecano con gli scopi costituzionali che sottendono i referendum (cioè il rafforzamento dell'autodeterminazione popolare). A questo proposito, non si è di fronte a un nuovo diritto, bensì al potenziamento dei principi e dei diritti tradizionali attraverso ulteriori "qualificazioni" specifiche che mirano a rafforzare sia la consapevolezza che l'autonomia dell’elettore. Di conseguenza, la questione fondamentale riguarda l'attuazione di quei prerequisiti che sostengono la capacità dell’elettore di assumere decisioni “dirette” per la vita collettiva mediante strumenti tecnologici funzionali al suo potenziamento (a partire dalla doppia combinazione tra referendum e sistemi tecnologici come la blockchain e la gamification), così come mediante strumenti regolatori funzionali alla sua consapevolezza (a partire dall’indirizzo seguito da alcune iniziative europee che sostengono equità e trasparenza). Abstract [EN]: The paper, after a brief introduction of the risks and opportunities entailed by the digital transformation process in respect of the right to vote, focuses on some legal (§ 4) and technological (§ 3) developments in order to understand in which terms they intersect with the constitutional purposes that referendum underlie (i.e. the strengthening of popular selfdetermination). In this last respect, any new right is equested but rather the enhancement of traditional principles and rights by means of further specific “qualifications” that aims at reinforcing both, the awareness and empowerment of the voter. Consequently, the pivotal issue falls on the implementation of those prerequisites that support the voter's ability to take “direct decisions” for the collective life by means of technological tools functional to his empowerment (what we deem could be found in the double arrangement between referendum and technological systems like blockchain and gamification), as well as by means of regulatory tools functional to his awareness (what we deem could be found in the address followed by some European initiatives that support equity and transparency)

    The Effectiveness of Social Rights in the EU

    Get PDF
    "Increasing inequalities, social exclusion and poverty within the EU (although at a different scale between States) prove that the effectiveness of social rights falls behind their formal entitlements and their judicial enforceability. Beyond the classical way followed by legal studies in dealing with the issue, the focus would shift to experimental ways better able to cope with the current multifaceted implications of social exclusion, poverty and inequalities for the purpose of effective and improved social inclusion. Indeed, legacies stemming from developments at the European level (recent and less recent) are relevant not only for policy-makers and social scientists but for legal scholars too. These latter are expected to pick up and underline the main aspects of constitutional relevance implied in the process and steer it towards being constitutionally consistent. Against this background, our claim for an interdisciplinary dialogue with social sciences focuses on the constitutional implications underlying the use of social indicators within the European governance framework.

    I titoli abilitativi in edilizia (d.p.r. n. 380 del 2001) e la relativa competenza legislativa nel nuovo Titolo V della Costituzione

    No full text

    La multidimensionalità sociale del diritto all’istruzione nella giurisprudenza delle Corti europee e della Corte costituzionale italiana

    No full text
    Il “volto” sociale del diritto all’istruzione è venuto scomponendosi, seguendo l’argomentare delle giurisprudenze dei vari livelli, tra l’aspetto finalistico-funzionale, di stampo giuridico-valoriale e l’aspetto strumentale, attinente ai mezzi volti a renderlo effettivo. Quest’ultimi, solo per una parte hanno assunto uno status di fondamentalitàessenzialità, rimanendo, per la parte residua, variamente graduabili e condizionabili in democratico-economico e sociale, dando così piena attuazione alla funzione sociale assegnata al diritto medesimo. Il circolo potenzialmente virtuoso alimentabile dal diritto all’istruzione in relazione alla sua funzione sociale dipende quindi dalle modalità con le quali vengono intersecandosi le differenti dimensioni sociali presupposte al medesimo sulle quali ha inciso la prospettiva interpretativa offerta dalla tutela multilivello. Infatti, il collegamento sistematico tra le giurisprudenze delle varie Corti – europee e costituzionale italiana – nel porre in risalto le “sfaccettature” del diritto all’istruzione ha fatto emergere la sua multidimensionalità sociale attraverso la quale ha trovato scomposizione ed articolazione lo stesso principio di uguaglianza. ragione di esigenze e scelte di educational, social e economic policy conseguenti all’ulteriore dimensione sociale del diritto, quella di stampo spazio-temporale. Ed è proprio qui che si insinua il combinato disposto tra elementi quantitativi e qualitativi che caratterizzano il concreto esplicarsi del diritto all’istruzione sia in rapporto all’interesse individuale ad adeguatamente istruirsi che in rapporto all’interesse collettivo a che – in una visione solidaristica – tutti contribuiscano, anche grazie all’istruzione ricevuta, al progresso Con evidenze tanto più importanti ove si rammenti, per un verso, il fondarsi di tale diritto (come tutti i diritti fondamentali) sul valore della dignità umana, e, per altro verso, la sua basilarità rispetto al godimento di ogni altro diritto, inclusi gli stessi diritti sociali (in primis, quello al lavoro). E con l’altrettanto evidente conseguenza della sua interferenza sulla conformazione democratica-economica e sociale sia nazionale che europea. Il che equivale a descrivere il diritto all’istruzione quale filo rosso che contribuisce a congiungere, in un circolo potenzialmente virtuoso, “forma di Stato”, “forma di mercato” e “forma di integrazione europea”. In merito, va posto in evidenza come alle giurisprudenze dei vari livelli senta (particolarmente) caro sottolineare la natura finanziariamente condizionata del cuore più strettamente “sociale” del diritto all’istruzione e, nel far ciò, accedano ad una declinazione del principio di uguaglianza – in materia di istruzione – più formale che sostanziale, preservando il più possibile, da un lato, la sovranità statale in materia e, dall’altro lato, gli equilibri di bilancio rientranti negli indirizzi di politica governativ

    Il pluralismo religioso nela qualitĂ  dell'istruzione

    No full text
    l'articolo tratta del pluralismo religioso garantito dalla costituzione italiana e dalla costituzione belga, mettendo a confronto la giurisprudenza della corte costituzionale italiana con la recente sentenza della corte costituzionale belga (n. 34 del 2015) sulla libertĂ  negativa di "non scelta" tra corsi confessionali e morale non confessionale. Pone inoltre in evidenza come l'eventuale offerta formativa alternativa al corso di religione vada a toccare la piĂą ampia e complessa questione della qualitĂ  dell'istruzione, all'interno di un bilanciamento tanto piĂą difficile in tempi di vincoli (europei e costituzionali) di bilancio
    corecore