83 research outputs found

    Un educatore di frontiera: intuizioni, contributi e sfide interculturali

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    L’educatore di frontiera, nei termini e significati che di seguito si svilupperanno, è l’immagine emergente da una rilettura della teoresi di Claudio Desinan, ma è anche paradigma delle funzioni e dei compiti di un educatore che oggi operi in prospettiva interculturale. Questo già dice dell’attualità costituita dal contributo di questo Autore, che qui mi propongo di tratteggiare, in effetti, non secondo un esaustivo ordine storico, quanto piuttosto nella prospettiva della sua “attuabilità” nel contesto e nelle sfide interculturali contemporanee. Per cercare di svolgere tale intento nel modo migliore, farò ampio recupero dei testi e delle parole dello stesso Autore, “liberamente” annodate e tessute tra di loro intrecciando diversi contributi, periodi di produzione e tematiche. Il libero percorso così intrapreso, va subito detto, molto è costretto a lasciare al margine del proprio passaggio, ma certo per lo scrivente, il breve itinerario scelto è di sicura suggestione e importanza. Un ultimo criterio espositivo è annunciato nella seconda parte del titolo, in relazione ai tre tempi del presente contributo: 1) intuizioni (significato), 2) contributi (insegnamenti), 3) sfide interculturali (impegno)

    EDUCAZIONE INTERCULURALE E SOCIETA' POSTMODERNA RICERCA ETNOGRAFICA NEL QUOTIDIANO SCOLASTICO

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    2002/2003XVI Ciclo1974Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea

    Il lavoro educativo residenziale con gli adolescenti

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    The contribution analyses the peculiarities of the residential educational work with teenagers.Starting from a service case study, the needs leading to the residential solution are considered examining how they enter a delicate phase of growth for the person: the adolescence. In this regard,the focal aspects that must characterize the quality of the service are then discussed, namely the clarity of the pedagogical project and the congruence of the educational one, the special continuity of the educational relationship within everyday life, and two instruments represented by the design methodology, and by the educational equipe.Il contributo analizza le specificità del lavoro educativo di carattere residenziale con gli adolescenti.A partire dal caso di un servizio, vengono considerate le necessità che portano alla soluzione residenziale e come tali necessità si innestino in una delicata fase di crescita per la persona: l’adolescenza.In relazione a ciò, vengono quindi discussi gli aspetti focali che devono caratterizzare la qualità del servizio, vale a dire la chiarezza del progetto pedagogico e la congruenza di quello educativo, la speciale continuità della relazione educativa nel tempo della quotidianità e due strumenti rappresentati dalla metodologia progettuale e dall’equipe educativa

    Oltre il velo: l’intercultura che fa scuola

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    Il contributo muove dalla constatazione critica di un diffuso immaginario “velante” la diversità culturale, e di come (ingenuamente) tanta pedagogia e pratica scolastica abbiano solo saluto opporre antitetiche immagini di diversità, senza accorgersi che il terreno (di superficie) sulle quale esse agivano è parte sostanziale del problema.A partire da una postazione epistemologica è però possibile riguadagnare un’intercultura intesa come progetto trasformativo a responsabilità pedagogica, potendo così uscire dalle secche tanto della retorica quanto dell’azione didattico-educativa incapace di incidere nella pratica. Per far ciò, sono tre le condizioni che vengono sviluppate nel contributo: “svelare” la realtà (conoscendolae abitandola), chiarire le indispensabili direzioni di senso e, infine, tracciare le possibilità di un concreto percorso educativo nel quale l’intercultura si trasforma da evento laterale a innervatura profonda della pratica scolastica ad ogni suo livello. Perché l’intercultura non si aggiunge, ma fa la scuola di oggi

    La pratica educativa con i minori stranieri non accompagnati

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    This paper focuses on the educational practice with unaccompanied migrant children. In order to avoid triviality the article opens by telling three stories of foreign minors who came to Italy alone and then drafts some aspects of the pedagogical framework towards a residential-care system.With respect to this issue, two results of a research-action in an residential-care structure are proposed: the first refers to the necessary width of the pedagogical project in order to avoid the risk of a functionalist approach. The second result gives voice to the interviewed educators who – on the basis of a reflective path – try to outline some of their most effective educational practices.Il presente contributo affronta il tema della pratica educativa con i minori stranierinon accompagnati. Per non scadere in generalizzazioni ingenue, il contributo si aprecercando di mostrare tre volti di minori giunti in Italia soli e tracciando poi il quadroteorico per la loro presa in carico sociale ed educativa. Rispetto a tale questione,vengono proposti due risultati di una ricerca-azione svolta all’interno di una struttura educativa residenziale: il primo concerne la necessaria ampiezza del progetto pedagogico per poter evitare il rischio ad una accoglienza meramente funzionalistica. Il secondo risultato dà voce agli educatori intervistati che – sulla base di un percorso riflessivo – provano a delineare alcune le pratiche educative ritenute più efficaci

    Note dei curatori

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    Note dei curator

    Recensioni

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    - Carla Callegari, La Shoah dei disabili. Implicazioni storico-pedagogiche e progettualità educative, Milano, FrancoAngeli, 2011, pp. 121 di Emma Gasperi;- Marco Milella, La formazione oltre lo specchio dell’imitazione, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2012, pp. 149 di Giuseppe Moscati;- Giancarlo Gola, Con lo sguardo di chi insegna. La visione dell’insegnante sulle pratiche didattiche, Milano, FrancoAngeli, 2012, pp. 111 di Luca Agostinetto

    Interculturalism facing real problems. Educational research, otherness, conceptions and skin colour

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    This paper stands in line with educational research on children’s conception of otherness through skin colour. The first part focuses on the epistemological context: it can be referred to the complexity paradigm and to a pragmatic approach of investigation, both aimed at confronting real problems such as the connection between colourism and racism. After considering some of the main research directions in this field, the second part articulates the construct of  conception as the basis of the research framework. Finally, the third part describes the research design, the steps that led to the text stimulus outline, and what is in progress, looking for a constructive dialogue with other active processes in the national scientific community

    Recensioni

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    - Giuliano Minichiello, L’obbedienza, Torino, Sei, 2013, pp. 170 di Margherita Cestaro;- Margherita Cestaro, Educare “stando nel mezzo”. Mediazione interculturale tra ricerca e formazione, Padova, Cleup, 2013, pp. 236 di Luca Agostinetto;- Luigi d’Alonzo, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica. Guida base, Milano, Giunti scuola, 2012, pp. 224 di Giusi Zamarra;- Emma Gasperi, Le relazioni interpersonali nel lavoro socio-sanitario. Formare alla comunicazione nelle UVMD, Padova, Cleup, 2012, pp. 122 di Carla Callegari

    Notiziario

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    Museo dell’educazione di Mara Orlando e Fabio Targhetta;ANEP – Associazione Nazionale Educatori Professionali di Paola Scarpa e Luca Sambugaro;Summer school SIREF 2010, Trento 15-18 settembre 2010 “Nuovi scenari, nuovi sistemi, nuove rappresentazioni. Dove va la pedagogia? di Elisabetta Madriz e Luca Agostinetto.
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