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    La Corte costituzionale sugli edifici di culto tra limiti alla libertà religiosa e interventi positivi

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    SOMMARIO: 1. Premessa: la pronuncia della Corte costituzionale e i nodi da sciogliere - 2. I limiti legittimi alla libertà religiosa - 3. Gli interventi positivi a favore del diritto al culto - 4. Brevi considerazioni conclusive: che cosa farà (o, meglio, cosa dovrebbe fare) il legislatore regionale? The Constitutional Court’s position about worship facilities between limits against the freedom of religion and positive interventions ABSTRACT: The Constitutional Court has another time pronounced about the right to have a place of worship. Its statements are crucial for this subject and are likely to produce an echo even outside the field of worship facilities. In particular, the Court affirms, on the one hand, that the freedom of worship might be limited only in order to guarantee concrete opposing interests, and not for mere exigencies of control. On the other hand, the Court declares that the freedom of religion, given its central and essential position in the Constitution, legitimizes and requires positive interventions by the legislator, in order to be promoted

    L’edilizia di culto regionale (di nuovo) alla prova della giurisprudenza amministrativa e costituzionale

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    SOMMARIO: 1. Premessa - 2. I giudizi promossi dal TAR Lombardia. Alcune riflessioni - 3. La decisione del TAR Lombardia. La fondatezza “anticipata” - 4. Il caso davanti alla Corte costituzionale: la sentenza n. 254 del 2019 - 5. Il new deal dell’art. 19 Cost. e della laicità ”positiva” per via giurisprudenziale (costituzionale). Brevi considerazioni. Regional Religious Building. Legal Approach to the test of (again) administrative and constitutional case-law. ABSTRACT: This essay concerns important judgements of the Regional Administrative Court and the Italian Constitutional Court on religious freedom and places of worship

    Gli strumenti della ripresa: gli interventi a livello statale

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    La coltre del silenzio: timori e speranze

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    The blanket of silence: fears and hopes ABSTRACT: The silence of the parties governing the country and those belonging to the opposition persists. Their political orientation on the 'ecclesiastical matters' is yet to be shared, as well as their position on the need for a more general law on religious freedom. The new conservative government keeps silent. There are signs of a possible failure to comply with the pluralistic principle, which is the cornerstone of the secular nature of the State. Between hopes and fears, the latter could prevail

    Liturgie della città. Spazi urbani e proiezioni pubbliche della pluralità religiosa

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    Questo saggio intende porre in evidenza la centralità dei fattori spaziali ai fini di una adeguata comprensione delle relazioni sociali nel contesto delle odierne società plurali, specialmente con riguardo agli spazi urbani. È in essi, difatti, che maggiormente si concentra la coesistenza fra i diversi attori sociali culturalmente e religiosamente connotati. Il che favorisce la trasformazione delle moderne città secolari in spazi liturgici globali, luoghi di coesistenza forzata fra ortoprassi culturali e religiose che si intersecano nello spazio pubblico, portando (e trasfondendo) all’interno del medesimo il loro significato non solo reale ed esperienziale, ma anche metaforico. Tutto ciò ingenera inevitabili alterazioni dei precedenti equilibri urbani, e impone la necessità di un ripensamento della articolazione e della gestione del territorio urbano, in grado di tenere conto della natura culturalmente e religiosamente eterogenea della società italiana. Tale operazione, per giungere ad esiti efficaci, deve peraltro avvalersi del contributo essenziale del diritto, inteso non come strumento di potere della maggioranza dominante nei confronti delle minoranze deboli, ma come strumento di inclusione sociale, idoneo a garantire agli appartenenti a tutte le componenti etniche, culturali e religiose presenti sul territorio la possibilità di usufruire di spazi adeguati alle proprie esigenze di vita

    La Corte costituzionale torna protagonista dei processi di transizione della politica ecclesiastica italiana?

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    Contributo sottoposto a valutazione SOMMARIO: 1. Due sentenze che rompono un silenzio durato un decennio – 2. La portata del principio affermato dalla sent. n. 52 del 2016: dal riconoscimento del “diritto a negoziare” l’intesa alla (ribadita) insindacabilità dell’atto di avvio delle trattative – 3. Le ragioni poste a base della decisione della Corte – 4. La libertà di culto di fronte alla rinnovata attenzione per le esigenze di “sicurezza” della collettività nella sent. 63 del 2016 – 5. “Eguale libertà” vs “libertà diversamente graduata” – 6. I riflessi della pronunzia n. 52 del 2016 sul problema della qualificazione del gruppo come “confessione religiosa” – 7. Le oscillazioni della Corte in tema di “laicità” e le criticità emergenti del diritto ecclesiastico italiano.The Constitutional Court once again the leading character of the transition processes of the Italian ecclesiastical politics?ABSTRACT: The present essay analyses the impact of the 2016 Constitutional Court judgements n. 52 and n. 63 on the very “identity”of Italian Ecclesiastical Law, which is characterized by the principles of secularism, equal freedom of religious denominations and by a system of agreements aimed at regulating the specifities of the different religious groups. According to the Author, because of the inactivity of the Legislator, the Constitutional Court is compelled to play a substitute role in searching a satisfactory balance between all these elements and the very settlement of some basic trends in Ecclesiastical Law, as such a subject has to face increasingly new challenges and emerging problems in the management of the religious factor

    Processi partecipativi e diritti di liberta religiosa. Il caso della moschea di Firenze

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    Questa tesi nasce dallo stimolo che, nel corso della mia carriera universitaria, ho avuto dallo studio di materie come il diritto ecclesiastico, il diritto comparato delle religioni ed il diritto interculturale. Nel primo capitolo espongo un excursus storico sull’evolversi della legislazione in materia di luoghi di culto in Italia, sino ad arrivare alla legislazione attualmente vigente, tratteggiando brevemente un confronto tra la situazione italiana e quella europea. Proseguo con un capitolo dedicato al diritto interculturale: per la loro stessa natura, le problematiche di integrazione religiosa e culturale degli immigrati ricadono sotto la responsabilità di tale disciplina del diritto, che cerca di risolverle ricorrendo principalmente alla mediazione interculturale. Nel terzo capitolo mi concentro sulla situazione toscana, prendendo a modello il processo partecipativo che ha portato all’accettazione di un eventuale costruzione di una moschea nella città di Firenze, grazie alla l. r. Toscana n. 69/2007

    L’otto per mille nella nuova relazione della Corte dei Conti: spunti per una riforma

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    A chiare lettere - Transizioni La Corte dei Conti - organo neutrale, autonomo e indipendente sia dal Governo sia dal Parlamento, con il compito istituzionale di sottoporre a controllo la gestione delle risorse pubbliche allo scopo di “perseguire l’utilizzo appropriato ed efficace dei fondi pubblici, la ricerca di una gestione finanziaria rigorosa, la regolarità dell’azione amministrativa e l’informazione dei poteri pubblici e della popolazione tramite la pubblicazione di relazioni obiettive” -, per la seconda volta ha reso pubblica, di agevole accesso e di piana comprensione la «Relazione concernente la “Destinazione e gestione dell'8 per mille: le misure consequenziali finalizzate alla rimozione delle disfunzioni rilevate”». Così facendo, la Corte ha osservato in concreto la regola dell’efficienza e della trasparenza amministrativa, e ha proseguito nell'intento informativo avviato con la pubblicazione della relazione dello scorso anno, confermandolo e rafforzandolo

    Uguaglianza nella diversità. Identità religiose e democrazia costituzionale

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    SOMMARIO: 1. Introduzione - 2. Disegno costituzionale e rigidità politico-normative: quale strada per una equilibrata disciplina del fenomeno religioso? - 3. Conclusioni.Equality in diversity. Religious identities and constitutional democracyABSTRACT: The entry into force of the new system after the fall of fascism did not constitute the resolutive element to mark a decisive turning point in the Italian ecclesiastical politics, with the implementation of a system of reforms in religious matters consistent with the innovative will of the institutional change that occurred in the Country. The consequence is that, seventy years after the adoption of the Republican Constitutional Charter, many normative provisions still conform to the inspiring principles of the fascist system, and there are many impediments to the concrete realization of the principles of freedom and democracy, with serious damage for the enjoyment of constitutional guarantees by spiritual minorities. With the approval of a general legislation on religious interests, the equal enjoyment of the fundamental rights could be achieved, both for individuals and for groups, within a framework of definitive overcoming of the fascist penalizing legislation and of fixation of the regulatory law criteria of the various treatments to protect spiritual specificities

    'Aedes sacrae' e 'edifici destinati all'esercizio pubblico del culto cattolico'. La condizione giuridica delle chiese tra ordinamento canonico e ordinamento italiano

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    I motivi di interesse che hanno spinto sia il dibattito pubblico sia la riflessione scientifica a riscoprire la centralità del concetto di 'chiesa-edificio sacro' sono stati, negli ultimi anni, molteplici. Il più evidente si rinviene senz'altro in quel complesso di problematiche che inevitabilmente discendono dai sempre più frequenti casi di dismissione che interessano i medesimi luoghi di culto, fenomeno divenuto oramai ricorrente anche nel nostro Paese e perciò fonte di preoccupazione non solo – com'è naturale – per le comunità di fedeli ad essi legate, ma anche per l'intera collettività nazionale, che rischia di vedere irrimediabilmente compromessa la stessa preservazione di ciò che costituisce il nucleo pulsante del patrimonio culturale italiano. Altrettanto certamente, però, tale questione non è l'unica a suscitare l’attenzione degli sguardi più diversi, né può essere affrontata efficacemente se isolata dagli altri profili rilevanti che insistono sui medesimi immobili: i quali, seppur di volta in volta indicati come 'luoghi sacri', 'edifici destinati all’esercizio pubblico del culto cattolico' o 'beni culturali di interesse religioso', costituiscono un unico oggetto. Su di esso, tali qualifiche – e le relative discipline – convergono perciò in ogni momento: dalle fasi propedeutiche alla costruzione (a partire dalla pianificazione urbanistica e dal finanziamento) ai criteri posti per il suo concreto utilizzo, dalle tutele apprestate a difesa della sua insostituibile funzione alle previsioni stabilite qualora si rendano necessari interventi straordinari, dall'eventualità di una sua riduzione a uso profano alle prospettive che per l'edificio conseguentemente si dischiudono. Al fine di garantire una piena comprensione di simili connessioni, il metodo adottato nella presente disamina è stato quello di seguire virtualmente, passo dopo passo, il 'ciclo vitale' di un'ipotetica chiesa cattolica: è questa, infatti, l’unica modalità che permette non solo di apprezzare le peculiarità di ciascuno stadio di tale 'evoluzione', ma anche di mostrare limpidamente come l'intreccio tra le varie componenti di questa complessa trama sia inestricabile pure con riguardo alle relazioni che intercorrono tra i diversi ordini coinvolti, rendendo manifesto il costante – e ineludibile – dialogo tra diritto canonico e diritto secolare nel plasmare una condizione giuridica che non dev'essere 'parcellizzata', ma sempre considerata come un tutto organico nel proprio dinamismo.The reasons of interest that have prompted both the public debate and the scientific reflection to rediscover the centrality of the concept of 'church-sacred building' have been manifold in recent years. The most evident of them can undoubtedly be found in that complex of problems which inevitably derive from the increasingly frequent cases of decommissioning involving the same places of worship, a phenomenon which has now become recurrent in our country as well and therefore represents a source of concern not only - as it is natural – for the communities of the faithful that are linked to them, but also for the entire national community, which risks seeing the very preservation of what constitutes the living nucleus of the Italian cultural heritage irreparably compromised. It is equally certain, however, that such question is not the only one to arouse the attention of the most diverse gazes, nor can it be tackled effectively if isolated from the other relevant profiles that insist on the same properties: which, although named from time to time as 'sacred places', 'buildings designated for the public exercise of Catholic worship' or 'religious cultural heritage', still constitute a single object. These qualifications - and the corresponding disciplines - therefore converge on it at all times: from the preparatory phases to the construction (starting from urban planning and financing) to the criteria set for its concrete use, from the safeguards intended to defend its irreplaceable role to the provisions established in case extraordinary interventions are needed, from the possibility of its relegation to profane use to the prospects that consequently open up for the building. In order to ensure a full understanding of such connections, the method adopted in the present discussion was to virtually follow, step by step, the 'life cycle' of a hypothetical Catholic church: this is, in fact, the only way that not only allows to appreciate the peculiarities of each stage of this 'evolution', but that also clearly show how the interweaving between the various components of this complex plot is inextricable also with regard to the relationships that exist between the different orders involved, making manifest the constant – and inescapable – dialogue between canon law and secular law in shaping a juridical condition which must not be 'parcelised', but always considered as an organic whole in its own dynamism
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