L’analisi del clima è fondamentale per la ricostruzione del ciclo dell’acqua e dei
fenomeni di degrado qualitativo e quantitativo delle georisorse (suolo e risorse idriche
superficiali e sotterranee). Le aree selezionate per il progetto, sono rappresentative degli
ambienti climatici della Sicilia, ed in particolare costituiscono fasce microclimatiche
che si differenziano fra loro per forti differenze termiche.
Per approfondire i contributi del clima al degrado delle georisorse sono stati elaborati i
dati relativi alle stazioni che insistono nelle aree di progetto resi disponibili dal Servizio
Agrometeorologico Siciliano. Fortunatamente le stazioni di interesse ricoprono un
periodo di osservazione molto esteso per cui l’analisi del clima di dettaglio, ha
permesso di verificare i negativi effetti delle fluttuazioni climatiche sulle problematiche
di desertificazione.
Si è quindi proceduto alla verifica dell’entità delle eventuali variazioni dei regimi
termopluviometrici degli ultimi anni.
In Sicilia le precipitazioni, caratterizzate da distribuzioni fortemente irregolari a causa
delle differenze orografiche, mostrano da un anno all’altro forti deviazioni dai valori
medi. Il 70-80% circa delle piogge cadono fra ottobre e marzo, con massimi delle
precipitazioni nel mese di novembre a causa dell’anticiclone tropicale marittimo (che
spostandosi verso latitudini più basse espone le regioni mediterranee alle perturbazioni
Atlantiche); mentre da aprile a settembre si realizzano condizioni di alte pressioni,
legate alla espansione dell’anticiclone delle Azzorre (che deviando i percorsi dei cicloni
delle medie latitudini verso il Nord Europa, favorisce la stagione siccitosa) producendo
prolungate siccità con condizioni aride da giugno ad agosto.
L’area delle Madonie o settore montano dell’Imera Meridionale, essendo insieme al
sistema montuoso dei Nebrodi e dei Peloritani, uno dei settori più piovosi della Sicilia,
con precipitazioni medie annue intorno ai 1.300 mm, è stata esclusa dal progetto, ma
viene esaminata meteorologicamente in quanto grazie al basso impatto antropico, e
all’assenza di litologie della gessoso solfifera, fornisce notevoli volumi d’acqua, di
ottima qualità alle aree collinari e costiere. Tali aree forniscono infatti ingenti risorse
idriche a molte zone della Sicilia centrale alimentando numerosi acquedotti.
Sono state esaminati i dati meteorologici delle stazioni che ricadono nei territori in cui
insiste il Bacino dell’Imera Meridionale, che come è noto, si sviluppa in ampi settori dei
territori di Enna e Caltanissetta. Dall’analisi dei dati (fruibili nel sito
http://217.58.222.70/) meteorologici si evince che il territorio è interessato da elevate
escursioni termiche, in cui inverni molto freddi si intervallano con estati aride e molto
calde (le temperature possono superare 42 °C).
Altrettanto interessante è l’analisi dei dati meteorologici nel bacino del Fiume Anapo, il
quale sintetizza tutte le problematiche relative alla fisiografia del bacino idrografico nel
quale nonostante la sua limitata estensione essendo caratterizzato da un forte dislivello,
si hanno brusche transizioni dalle zone ad elevata piovosità dell’altopiano Ibleo all’area
costiera a regime siccitoso, transizioni che riproducono a piccola scala le problematiche
di risposta ai cambiamenti climatici osservate in bacini di più ampia dimensione.
La fascia costiera centro-meridionale pur essendo arida ha minori escursioni termiche
rispetto alle aree interne
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