The Varieties of Self-Knowledge

Abstract

Il volume presenta una posizione pluralista riguardo al tema della conoscenza dei nostri stati mentali (sensazioni, emozioni, percezioni, atteggiamenti proposizionali, ecc.). Distingue tra conoscenza in prima e in terza persona dei nostri stati mentali. Difende l'idea che vi siano un pluralità di metodi di conoscenza di sé in terza persona (dall'inferenza alla spiegazione migliore, all'induzione e alla simulazione, dalla testimonianza alla "ermeneutica"). Analizza quindi una serie di modelli epistemici recenti usati per spiegare la conoscenza di sé in prima persona (dall'affidabilismo, alle teorie di Burge, Peacocke e Moran fino all'espressivismo di Bar-On) e sostiene che non rendono conto dei tratti distintivi di quest'ultima e che solo un modello costitutivista possa farlo. Il modello costitutivista stesso, però, viene declinato diversamente a seconda del tipo di stato mentale cui si applica. Nel corso della discussione si affronta il tema del paradosso di Moore ("P ma non credo che P") e della rilevanza dei recenti studi empirici sul fallimento della conoscenza dei nostri stati mentali. In particolare, si sostiene che essi mostrano solo che molto spesso conosciamo noi stessi in terza persona e i metodi che utilizziamo possono fallire; non che non vi sia mai conoscenza di sé in prima persona

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Last time updated on 12/11/2016

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